Capitolo 40

424 31 7
                                    

'And the days feel like years when I'm alone, and the bed where you lie is made up on your side
When you walk away I count the steps that you take
Do you see how much I need you right now?
When you're gone the pieces of my heart are missing you.' - Avril Lavigne

_____Una settimana dopo_____

"Si certo piccolina. Arriviamo presto a trovarti" dico alla cornetta a Mara. "Ora passami la zia" continuo. "Allora mi raccomando, che ti aspettiamo tutti. Un bacione" la voce di mia mamma dall'altro capo del telefono é raggiante.
Chiudo la chiamata con un sorriso sulle labbra. Il saperli felici mi rendeva più sollevata. Mara mi aspettava. Con Mattia. Non avevo detto nulla, pensavo che non fosse una cosa facile da dire per telefono. E che non fosse nemmeno adatto parlarsi attraverso un telefono. Avrei voluto avere mia mamma ad abbracciarmi mentre le dicevo la situazione, per questo decisi di non raccontare nulla.

Preparo il caffe. Tre cucchiaini di zucchero e un goccio di latte. Mi siedo e dopo aver mescolato e giochicchiato con il cucchiaino bevo dalla piccola tazzina bianca il contenuto. Mi vesto velocemente e mi pettino. Preparo la mia borsa blu. Quella enorme. La chiamavo la valigia talmente era grande, conteneva davvero di tutto. Ci infilo dentro le solite cose che non possono mancare, i libri e i quaderni dell'uni e una penna. Stamattina dovevo andare all'università. Avevo perso un sacco di lezioni, maledizione a me. Avevo scaricato le slides però non era come partecipare alle lezioni e seguire. Meglio andare a sentire informazioni sugli esami, che non sarei sicuramente riuscita a preparare per quella sessione. Idiota che non sono altro.

Uscendo incrocio Daniele per le scale. Stava tornando a casa. "Ciao vicina!" mi fa un cenno. "Andò vai?" gli domando. Dovrebbe essere a scuola a quest'ora. Controllo l'orologio al mio polso sinistro che segnava le 8.35. "Oggi taglio...domani programmata di italiano! Devo ripassà..sono solo andato a salutare Clara sotto casa" mi dice, ed un sorriso gli si stampa spontaneo in viso, non appena pronuncia quel nome. "Aaaaah allora procede tutto bene?" chiedo. Da quella sera in cui ci aveva visto aveva fatto la gelosa. Forse aveva capito di tenere a lui, non soltanto come amico. Infatti erano usciti un'altra volta, e lei aveva smesso di fare la scema con gli altri. "Si..procede diciamo. Prima o poi spero che capisca del tutto quello che provo" mi sorride. "Succederà tranquillo. Scappo all'università va. Studia bene eh! Ciao Dani" dico affrettandomi a scendere gli ultimi tre scalini. "Ciao ci vediamo!" e lo vedo scomparire sulla rampa delle scale.

"Ecco questo" dico al giornalaio indicando il quotidiano all'edicola dietro casa mia. "1 euro e 50" mi sorride. "C'é anche la rivista vero?" domando mentre apro il quotidiano e nel centro ci trovo un giornaletto colorato. Allegato del 29 maggio c'era scritto in alto a destra. "Si certo. Sò 2.50 con la rivista. Non avevo capito volessi anche quella" sorride il signore mentre gli porgo le monete. Andavo sempre li a comprare giornali, ricariche per il cellulare e biglietti del pullman. Ormai mi consoceva. Trovavo bello instaurare rapporti con le persone, e poterci scambiare quattro chiacchiere, non trattarli con freddezza come semplici venditori. "Arrivederci e buona giornata" gli sorrido cordialmente. "Corri che perdi il bus!" indica alla nostra sinistra la fermata. Sapeva che prendevo quell'autobus per recarmi all'università. Attraverso velocemente la strada e salgo al volo. Infilo la rivista e il quotidiano nella borsa e ovviamente non c'è un posto a sedersi manco a pagarlo oro.

Aula 4...dove cavolo era? Penso tra me e me che avevano pure cambiato aula. Prima eravamo nella magna. Mannaggia a loro. Guardo la piantina. C'erano talmente tante aule in quel posto che ci si poteva perdere. Terzo piano. Chiamo l'ascensore e digito il numero 3. Il mio orologio mi informa che sono le 9.15 e che probabilmente sarei arrivata tardi. Accelero il passo in corridoio, superando tre gruppi di ragazzi intenti a parlare. Eccola: Aula 4. La porta é aperta, segno che la professoressa non c'era ancora. É mezza vuota. Mi siedo nella penultima fila a sinistra. Non voglio incontrare nessuno, e devo seguire tutto. Metto la vibrazione al cellulare, e apro quaderno e libro. Poso la borsa accanto a me sulla sedia. Guardandomi intorno non vedo Marta e Lorenzo. Forse sono già a studiare e non seguono più. Meglio da un lato.

_Stravolgimi il domani<Briga>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora