Capitolo 18

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Era stata una settimana difficile. Le lezioni diventavano più complicate, e mancava poco più di un mese agli esami. Dopo la lezione del mattino avevo invitato a pranzo Lorenzo e Marta; avevo cucinato una pasta veloce. "Ma voi lo date al primo appello l'esame?" ci aveva chiesto Marta. "Si..é il 20 dicembre giusto?" domando io. "Si, allora lo proviamo tutti dai, magari tra qualche giorno possiamo organizzare di studiare insieme!" propone lei. "Si ottima idea" conferma Lorenzo mentre annuisco anche io. Finito il pranzo Marta ci saluta perché sarebbe andata a fare da baby sitter ad una bambina. "Oggi stai fino alla chiusura giusto?" mi domanda Lore. "Si amore, come tutti i lunedì" sorrido "non hai ancora imparato gli orari" lo rimprovero. "Ma va li so, ogni tanto mi confondo". Vado in camera per posare i quaderni e prendere la borsa per andare in negozio. "Questo peluche non lo avevo notato" mi dice Lorenzo prendendo l'orsetto in mano. Io chiudo l'armadio prendendo la borsa e andando verso il comodino. Mi siedo accanto a lui sul letto. "Ah si, é bello no? Mi tiene compagnia" gli rispondo. "Si non é brutto..però magari te ne prendo io uno più bello". Mi accorgo che c'é il biglietto che mi aveva scritto Mattia li in bella vista sul comodino; Lorenzo lo legge e mi guarda con aria interrogativa. "Dammi qua" lo prendo dalle sue mani e lo ripongo nel cassetto, dove c'era la sciarpa con il biglietto dello stadio e il cd, tutto dentro ad una scatola. "Andiamo che faccio tardi" dico invitandolo ad alzarsi. Lorenzo posa l'orso sul comodino. "Te lo ha regalato lui?" mi chiede mentre usciamo dalla camera. "Si tempo fa" gli rispondo mantenendomi sul vago. Prendo le chiavi e chiudo la porta. "Non fare quella faccia..noi non stavamo ancora assieme, era un periodo un po così per me..". "Tranquilla, non volevo dire nulla. E non mi interessa di lui, mi hai detto come stanno le cose e mi fido di te". Gli sorrido baciandolo. Dopo avermi accompagnato al negozio ci salutiamo. "Vado ad aiutare mio padre in ufficio" mi dice. "Buon lavoro amore, ci sentiamo dopo".

"Grazie e arrivederci" porgo il sacchetto alla signora e chiudo la cassa. "Stasera ho una cena con mia sorella e i miei, vogliono passare un po' di tempo in famiglia, rimandiamo la nostra pizza?" mi dice Alessia. "Va bene, tranquilla. Facciamo un'altra volta" le rispondo mentre sistemo i cartellini con i prezzi in vetrina. "Scusa ma lo hanno deciso all'ultimo". "Ma non ti preoccupare" le sorrido. "Ah poi sabato, non so se ti va di venire, ma c'è un live al locale.." mi propone. "Dove?". "Praticamente vicino dove abita Ste" mi dice. "E chi c'è?" le domando, temendo già la sua risposta. "Briga..come siete rimasti? Cioè lo hai più sentito?" mi chiede. "No.. da sabato scorso no. Ma non so non mi va molto.. cioè non saprei" sono indecisa. "Vabbè hai tempo per pensarci..magari poi ti invita lui". "Ma figurati.." le rispondo. "Comunque secondo me dovresti parlargli, se ti manca" mi suggerisce. "Ma chi ha detto che mi manca? Sto benissimo.. prima ci vedevamo quasi sempre, poi per quasi un mese è sparito e ora di nuovo.. non c'è nulla di certo con lui" dico pensierosa. "Bè tesoro per un mese sei sparita pure tu che eri sempre con Lorenzo.. forse non dovresti vedere la colpa soltanto da una parte". "Ma tu da che parte stai?" le chiedo scherzando. "Ahahah scema. Io voglio vederti stare bene. E che tu lo voglia ammettere o no quando c'è di mezzo lui sorridi" mi fa notare. Alessia sapeva sempre farmi vedere le cose che a me sfuggivano. Riusciva a capirmi. Forse era proprio per questo che era la mia migliore amica, quella che sapeva tutto di me e di cui mi fidavo ciecamente. "Vedremo dai.." le rispondo per chiudere la conversazione. Aveva ragione ma a me non andava più molto di parlarne. Finiamo la giornata e mentre stiamo chiudendo il negozio arriva la sorella di Ale a prenderla. "Ciao Fede" la saluto. "Ei Anna, come va?". Dopo aver chiacchierato un po' mi dice la novità. "Mi hanno preso in gioielleria, in centro. Ho cominciato oggi. Sto facendo anche il corso. Presto potrò aggiustare, o incidere collane e riparare orologi!" mi dice tutta entusiasta. "Dai?! Ma che bello sono contentissima! Allora verrò a comprarmi un diamante da te presto!" dico scherzando.

Le saluto entrambe e vado a mangiarmi un panino veloce al bar accanto al negozio. Non ho molta fame. Dopo vado al parco. Mi siedo su una panchina. Fa abbastanza freddo. Odio l'inverno. Però non ho molta voglia di tornare a casa subito. Mi soffermo su un gruppetto di ragazzini che chiacchierano vicino ai loro motorini. Scorgo un ragazzo che passa accanto a loro, e ci scambia due parole. Ha una sigaretta in bocca. Eccolo, non mi aspettavo di trovarlo qui. Non so se avvicinarmi oppure no. Vorrei parlargli. Vedo che lui comunque sta camminando verso la direzione dove sono seduta io. Mi fa un cenno con la mano per salutarmi, e io gli indico di sedersi accanto a me. "Me ne dai una?" gli chiedo indicando la sigaretta. Lui me ne porge una e me la accende. "Non sapevo fumassi". "Infatti, qualcuna quando sono nervosa, se capita" rispondo. "E sei nervosa?" mi domanda confuso. C'è un notevole imbarazzo tra noi, e noto che anche a lui questa situazione da fastidio. "Senti Mattia..." comincio io, cercando di rompere il silenzio che si era creato intorno a noi nell'oscurità. Ma lui mi interrompe, gettando la sigaretta a terra. "Lascia stare. Non volevo dirti quelle cose, ho sbagliato. E lo ammetto poche volte a me stesso. Una cosa la so però. Me sei mancata, te voglio bene e la tua amicizia me fa stà bene. Se dimenticassimo la cosa?". A quelle parole i miei occhi si inumidiscono. Mi aveva fatto commuovere. Cerco di non piangere davanti a lui, infatti mi passo subito la mano sotto l'occhio, suscitando il suo sorriso spontaneo, che quando all'improvviso gli compariva sulle labbra rendeva tutto più bello. "Mi manchi anche tu. Mi dispiace, non voglio perderti, io...sono strana, mi allontano quando le cose sembrano sfuggirmi di mano. E' la mia paura più grande, voglio stabilità e.." si avvicina a me e io ne approfitto per abbracciarlo. "Tranquilla. Non pensavo di fare sto effetto" ride. Restiamo qualche minuto in silenzio, ma l'imbarazzo di prima è come scomparso. Avevamo chiarito e la cosa mi rendeva sollevata. Ci alziamo e si offre di accompagnarmi sotto casa. "Sabato canto, ce vieni allora?" mi domanda. "Si me lo ha detto Ale. Ci sarò. Te sei preso bene adesso eh?". "Si, devo fà qualcosa perché se sto ad aspettare le cose non cambieranno". Mentre camminiamo verso casa mia mi dice di Giada. "Sai ci stiamo rifrequentando, anche se io sono molto diffidente. Vedremo come vanno le cose, intanto se ne incontro qualcuna di bella ce posso fà pure un pensierino". "Ah siete una coppia aperta quindi" sorrido. "Eh si diciamo così" scoppia in una risata. "Ciao Annè" mi saluta. "Ciao Bri, ci sentiamo" gli dico. Per fargli capire che ci sarò. Perché in fondo è questo che voglio.

_Stravolgimi il domani<Briga>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora