Capitolo 20

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'Ragazzi io vado a ripassare tutto. Mollo il cellulare sennò mi distraggo' invio sul gruppo di whatsapp con Lorenzo e Marta. Domani avevamo l'esame e mi sentivo abbastanza preparata. 'Si anche io. Ci sentiamo magari stasera per gli ultimi dubbi' la risposta di Marta. Lascio il cellulare in camera mia e vado in cucina. Sistemo libri e quaderni sul tavolo e comincio a ripetere i riassunti che avevamo fatto in biblioteca. Dopo quattro ore di ripasso sento che la mia testa non risponde più. Sono ormai le 20 allora mi preparo un'insalata e scaldo la pizza presa stamattina. Accendo la tele; stavano trasmettendo un film delle gemelle Olsen.  Lo avevo già visto mille volte, ma mi soffermo lo stesso a guardarlo per distrarmi un po'. Preparo la borsa con documenti e tutto l'occorrente per l'esame. Torno in camera e noto quattro messaggi sul cellulare. Erano gli in bocca al lupo per domani da mamma, Ale e Francesca. Che carine che si sono ricordate. Rispondo a tutte e tre; 'Domani alle 9 davanti all'entrata allora' aveva invece scritto Lorenzo. Confermo. L'esame era alle 11 ma ci trovavamo prima così da ripassare e andare in tempo in aula per l'appello. Mi sdraio sul letto con le cuffiette nelle orecchie. L'unica cosa che mi rilassava era la musica. Mi ascolto le canzoni di 'Anamnesi' di Briga e mi addormento nella calma e nella tranquillità che mi portava la sua voce.

"Avete ancora 15 minuti di tempo" ci informa il professore. Ho quasi finito, compilo le ultime tre domande chiuse che mi mancavano e rileggo velocemente il tutto. "Consegnate, i risultati li troverete sul sito come sempre; tempo due settimane visto che siamo vicini al Natale e tutti andiamo in vacanza". Dopo che tutti avevamo consegnato saluto un po' di gente e ci confrontiamo sulle risposte; io e Lorenzo usciamo. "Dai mi pare sia andato abbastanza bene" gli dico prendendolo per mano. "Si pure a me, era abbastanza facile" dice. "Bè.. per te è tutto facile ahaha" gli rispondo sorridendo. Lui era sempre stato molto bravo negli esami. Andiamo a mangiare in pizzeria e poi facciamo un giro al centro commerciale. Dovevo ancora finire di preparare la valigia. "Allora ci vediamo il 27? Che sono proprio due mesi quel giorno" mi domanda, mentre siamo sotto casa mia. Due mesi che stavamo insieme, era volato il tempo. "Si amore, lo so infatti torno apposta quel giorno. Domani parto per le 11 la mattina. Alla fine sto sei giorni, e per Capodanno sono qui così stiamo assieme, se ti decidi a venire al mare con me" gli suggerisco, con sguardo di rimprovero. "Amore, mio fratello ha organizzato per Milano con tutti i nostri amici, sei tu che non vuoi venire" mi dice. "Veramente Francesca mi ha invitato da lei e ha prenotato già tutto al locale mesi fa. Comunque quando torno vediamo dai. Ora vado che devo finire la valigia e sistemare tutti i regali per la mia famiglia". "Va bene. Buon viaggio". Lo saluto con un bacio e salgo a casa.

Metto gli ultimi vestiti in valigia, e i regali in una borsa a parte. In mezz'ora me la cavo ed è tutto pronto. Sistemo anche i vestiti che mi sarei messa domani per il viaggio, e imposto la sveglia per le 8.30, in modo da avere tempo di sistemarmi e andare alla stazione in anticipo. Mentre sto guardando la televisione tranquilla sul divano sento la suoneria del mio cellulare. "Pronto?" dico. "Anna sono io.. scusa non sapevo chi chiamare" era Mattia e mi sembrava abbastanza agitato. "Che è successo??" gli chiedo, alzandomi di scatto dal divano. "No tranquilla niente di grave, ho fatto a pugni con un coglione. Sò ridotto male però.. te chiedo troppo se..". Prima mi dice nulla di grave e poi che era ridotto male. Mi spavento e lo interrompo subito. "Dimmi dove sei" gli dico. "Vicino al ristorante, se mi accompagni a casa.." mi dice. "Arrivo subito" e stacco la chiamata. Mi infilo velocemente il giubbotto e le scarpe e prendo le chiavi della macchina. Parcheggio appena vedo un posto libero nei pressi del ristorante. Lo vedo seduto su una delle panchine che c'era nella piazzetta dall'altra parte della strada. Mi avvicino. "Che cazzo è successo?" gli chiedo guardandolo in faccia. Aveva un livido sotto l'occhio destro e gli sanguinava il labbro. "Ti porto all'ospedale" gli dico. "Ma che.. per così poco.. è colpa mia perché non mi faccio mai i cazzi miei" mi dice alzandosi a fatica dalla panchina. Aveva preso anche una botta alla schiena. Mi avvicino e lo conduco alla macchina. "Accompagnami a casa" mi dice salendo in auto. "Si, ma ti devi medicare, sanguini troppo, tieni questo" gli porgo un fazzoletto da mettersi sul labbro. Metto in moto e prendo la via più veloce per arrivare a casa sua. Non ci ero mai stata ora che ci penso, ero curiosa di vederla. "Mia madre e mia sorella tornano tra due giorni e non volevo rientrare al ristorante e farmi vedere così. Spero di non averti disturbato" mi dice, mentre siamo fermi al semaforo. "No, domani ho il treno alle 11 però prima di andare ti rendo presentabile" gli sorrido. "Ah vai dai tuoi per Natale?" mi domanda. "Si, ma dimmi cosa hai combinato". "Avevo finito il turno, sono uscito dal ristorante e c'era uno che mi aspettava. Ci avevo già litigato settimane fa più volte, è un idiota che ce l'ha con me perché pensa che gli abbia fregato la ragazza, ma é quella che mi perseguita, poi ne ho già basta di Giada figurati. Mi ha provocato e lo ho menato" mi racconta. "Pure lui te le ha date però" gli faccio notare ridacchiando; saliamo in ascensore ed entriamo in casa. Si dirige subito verso la sua camera. É abbastanza grande, c'é una chitarra vicino alla scrivania, molti fogli e quaderni appoggiati sulla scrivania. Alcuni post-it sul muro dietro il letto e alcune foto appese alle pareti. Si siede sul letto. Io appoggio il giubbotto e la borsa su una sedia che mi indica lui e vado in cucina. "Aspettami qui" gli dico. Torno con un blocchetto di ghiaccio che ho avvolto in un piccolo asciugamano trovato sul tavolo. "Ecco tienilo qui" glielo porgo appoggiandolo sotto l'occhio. "Hai dell'acqua ossigenata?" gli domando. "Bagno, primo cassetto dietro la porta. Mia madre ha una farmacia lì dentro". Effettivamente aveva ragione. Era più attrezzata di me. Prendo un batuffolo di cotone e lo imbevo con l'acqua ossigenata, i cerotti e una crema per i lividi. "Eccomi" gli dico tornando con tutto l'occorrente. "La mia crocerossina" mi sorride. Gli tampono la ferita sul labbro. Fa una smorfia di dolore. "Eh lo so che fa male. Ti ha conciato per le feste" gli dico. Mi siedo accanto a lui, guardandomi intorno. "Ti piace il mio rifugio?" mi domanda. "Qui ho scritto quasi tutte le mie canzoni". "Bello si..e quei post-it?" gli chiedo. "Sono frasi di mie canzoni particolarmente importanti, o di altre che mi hanno colpito. Alcuni sono spunti per prossimi lavori" mi spiega. Ne noto uno con su scritto 'Mai Più' con lo schizzo di un fulmine che attira la mia attenzione. "Mettiamo questa va" gli dico, togliendo il ghiaccio e applicandogli la crema sul livido. "Sei delicata tesò, farò risse più spesso se poi.." lo interrompo. "Non lo dire manco per scherzo. Mi hai fatto spaventare!" lo rimprovero. "Allora te ne vai domani?" mi chiede. "Si torno il 27". Dopo aver chiacchierato un po andiamo in cucina. "Ti offro qualcosa?". "Un bicchiere d'acqua grazie" gli rispondo. Guardo l'orologio ed é praticamente ora di cena. "Va meglio?". "Si. Molto meglio" mi dice sorridendo. "Vado a mangiare va, che domani me alzo presto" gli dico. Annuisce. Vado in camera a prendere il giubbotto e la borsa. Noto sul mobiletto accanto all'armadio due cappellini e vicino il biglietto da visita del negozio su cui gli avevo scritto il mio numero. Mi spunta un sorriso. "Allora vado, passa un buon Natale e non far casini che non posso fare la dottoressa a distanza" mi raccomando sorridendo. "Ahaha va bene.. Buon viaggio e grazie davvero, quando torni mi sdebito tesoro" mi dice dandomi un bacio sulla guancia. "Non preoccuparti, ti voglio bene" gli dico entrando in ascensore.

_Stravolgimi il domani<Briga>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora