Capitolo 15

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Per il week-end ero andata due giorni dai miei a Torino. Avevo passato due giorni in allegria, mi erano mancati molto. Le mie cuginette erano così contente di vedermi. Ho raccontato a mia mamma di Lorenzo, devo dire che le piace molto, anche se non lo ha mai visto dai miei racconti approva. "Tienitelo stretto" mi aveva detto. Farò il possibile. Sul treno ero seduta di fronte ad una mamma con un bambino. Per tutto il viaggio il bimbo si agitava e non stava fermo un attimo. Ricordo che a quell'età anche io ero molto vivace, penso sia l'età più bella e spensierata. Io avevo le cuffie ma lo guardavo e gli sorridevo. Lui mi salutava con la mano. Che tenero. "Come ti chiami?" gli avevo chiesto. "Dì alla ragazza come ti chiami" lo aveva preso per la mano la mamma. Lui abbassava gli occhi e non rispondeva. "Sembra tanto vivace ma poi con chi non conosce diventa timido" mi racconta la mamma. "Bè è normale, anche io ero così, anzi diciamo che sono ancora un po' timida adesso" le sorrido. "Si chiama Marco" mi dice la mamma. "Che bel nome Marco. Lo sai che sei proprio bello?" gli dico guardandolo. Aveva i capelli scuri molto corti e due occhioni verdi. Era venuto a sedersi accanto a me. "Cosa fai?" mi domanda con quegli occhi stupendi. "Non infastidire la ragazza" interviene la mamma. "Ma no si figuri signora. Ascolto una canzone". Tolgo le cuffie dall'mp3 e lo avvicino al suo orecchio, abbassando il volume per non disturbare tutto il treno. Rimetto le stesse molecole dall'inizio, perché era appena partita sei di mattina ma aveva parole non adatte, poi la mamma mi avrebbe insultato forse ahah. Lui ascolta incuriosito. "Mamma mamma sentiii" e le prende la mano avvicinandola a sé. Sua mamma si avvicina al mio mp3. Quando la canzone finisce Marco mi dice "Di nuovo di nuovo". Allora la metto da capo. "Bella, dice delle belle cose. Chi è? Sai io sono un po' all'antica conosco i cantanti come Venditti, Baglioni.." commenta la mamma sorridendo. "Si, sono dei testi profondi. Si chiama Briga, è un ragazzo romano" le dico. Lei annuisce e sorride. "Stravolgimi il domani, portami in alto come gli aereoplani" canta già Marco. "Che bravo la hai già imparata" gli dico. "Mamma cosa vuol dire questa cosa?" le chiede. "Amore è una frase romantica. Quando ti innamorerai capirai" gli sorride dolcemente la mamma "la persona che ami ti stravolge, ti rende le giornata più belle, ti fa sorridere. Ti porta in alto, quando sei con lui non esiste altro, ti fa quasi volare! Che poi è anche quello che fai tu con me" lo abbraccia dandogli un bacio. Davanti a questa scena quasi mi commuovo. L'amore tra madre e figli è la cosa più pura e più bella che possa esserci. Le sue parole mi avevano colpito. Aveva analizzato la frase di Mattia perfettamente. Io quelle sensazioni forse le avevo provate. A tratti con Luca; con Lorenzo era ancora presto. Le avevo provate in altre occasioni, in momenti e in piccoli gesti che erano impressi nella mia mente, ma non volevo ammetterlo a me stessa. Non dovevo confondere le cose. Dopo qualche minuto Marco si addormenta. L'ultima ora di treno la passa nel mondo dei sogni. "Quella canzone lo ha letteralmente calmato" mi dice la mamma "per fortuna, devo proseguire fino a Napoli almeno un attimo di pausa dalle sue chiacchiere" mi sorride. "Già, così si rilassa anche lei". 'Roma Termini'. Dovevo scendere. Mi alzo prendendo la mia borsa e lo zaino. "Arrivederci, è stato un piacere" saluto la signora dandole la mano. "Ciao bella, anche per me, buona serata". Passo una mano tra i capelli di Marco. "Ciao cucciolo" gli sussurro. Non volevo assolutamente svegliarlo, anche se mi sarebbe piaciuto salutarlo meglio.

Dopo aver sistemato lo zaino mando un messaggio a mamma per dirle che ero arrivata, così non si preoccupava. Entro su whatsapp e scrivo a Mattia 'Sul treno ho incontrato un tuo fan. Cantava e si è addormentato con Le stesse molecole'. Invio il messaggio. Dopo poco sento lo squillo del cellulare. "Pronto?" dico. "Ciao amore". "Oi ciao Lore, sono appena tornata" gli dico. "Come è andata?" mi chiede. Gli racconto come ho passato il week-end e gli parlo delle mie cuginette. "Tu invece?". "Io sono stato con mio fratello. Ha dei biglietti per il teatro, c'è un concerto di musica classica, dove suona anche la sua ragazza, vieni con noi vero?" mi chiede tutto entusiasta. "Che bello! Si si certo quando è?" gli domando. "Venerdì sera. Ma poi ne parliamo con calma. Ci sei domani a lezione?". "Va bene mi dici i dettagli poi. Comunque si certo che ci sono, a domani amore!" gli dico. "Eh io non posso domani mattina, ho una visita oculistica. Prendi appunti per me!". "Aahahah va bene, fammi poi sapere come va, notte!".

Dopo aver terminato la telefonata preparo la borsa per l'università. Un concerto di musica classica. Io odiavo la musica classica. Cioè diciamo che non mi piaceva. Mi annoiava. Però non potevo dirglielo. Magari mi sarebbe piaciuto, poi avrei visto suo fratello Danilo, che era comunque simpatico, e sentito Valentina, la sua ragazza. Mi aveva detto che aveva talento; suonava il violino. I miei pensieri vengono interrotti  dalla notifica di whatsapp. 'Si è addormentato perché faceva schifo? ahahah' la risposta di Mattia. 'Ma no ahaha lo ha calmato. Era così cucciolo' gli scrivo. La nostra conversazione finisce qui.

Il lunedì era stancante. Mattina lezione e pomeriggio in negozio. "Non ti ci vedo proprio" rideva Alessia, mentre sistemava gli scaffali. Le avevo detto del concerto. "Grazie, mi incoraggi così!" le dico. "Mi vuoi accompagnare?" le chiedo. "Manco morta ahahahah". Che scema Ale. Alle 18 se ne va. "Ce la fai qui da sola? Ho chiesto a Jennifer stamane se poteva venire ad aiutarti, ma ovviamente mi ha detto che era impegnata". "Ma si tranquilla, per un'ora e mezza sola ce la faccio dai". "Ok, ciao Tesoro". Doveva andare a fare una selezione per una rivista di moda locale. Si era appassionata a fare recensioni sulle sfilate di moda, e sui capi e le nuove tendenze. 

"Se è per una ragazza giovane quella maglietta è perfetta, ne abbiamo vendute già molte, e le stampe con Marilyn Monroe vanno di nuovo molto. Abbiamo anche le borse". "Effettivamente è molto carina. Allora prendo questa, se mi fa vedere una taglia xs perché mia nipote è molto magra". Confronto la xs e la s, suggerendo però la s. "Guardi c'è poca differenza, secondo me la s andrebbe meglio, perché se la indossa con dei pantacollant e resta un poco morbida sui fianchi sta meglio". "Hai ragione, forse è meglio". Faccio lo scontrino. "Arrivederci" saluto la signora. Mancava mezz'ora alla chiusura, finalmente.

Ero seduta dietro il bancone della cassa, in attesa solo che fossero le 19.30. Sento la porta chiudersi allora alzo gli occhi. "Buonasera!". "Ciao! Come mai da queste parti?" chiedo a Mattia. "Sò venuto a chiederti una cosa. Sabato sera sei con me" mi dice. "Dici che devi chiedere e poi mi imponi 'sei con me'. Mi dispiace ma non posso" gli dico. "Ahaha cos'è il tuo ragazzo geloso ti chiude in casa?" mi domanda ridendo. "No." gli rispondo seccamente. "Ti sbagli proprio". "Allora sabato sei con me"mi ripete. "Dipende per cosa. Se mi porti in un ristorante chic a mangiare caviale ci sono" gli dico sorridendo. "Naaa, non sei una ragazza per queste cose. Ti porto in un posto molto più bello" mi dice. Incredibile come sapesse sempre quello che pensavo. Lo avevo detto apposta del ristorante. E lo sapevo benissimo che non mi interessava nulla di tutto ciò. Prende dalla tasca un biglietto e lo appoggia sul bancone. Era il biglietto per lo stadio. Lazio-Inter sabato ore 20.45 in Tribuna Tevere. "Oddio che figata!" gli dico rigirandomi il biglietto tra le mani. "So come farti contenta allora. Visto che m'hai detto che andavi allo stadio prima di trasferirti qui, te porto all'Olimpico". "Ma grazie davvero, io.. che figo! Vedrai come sono tranquilla e perbene allo stadio" gli dico. "Ma nun ce credo manco se te vedo!". Si allontana verso l'uscita sorridendo. "Se vedemo allora!" mi dice, ed è già fuori dal negozio. Prendo il biglietto e lo metto in borsa. So come farti contenta aveva detto. E aveva ragione, aveva proprio ragione. Un biglietto per lo stadio mi aveva fatto più piacere di tante altre cose. Va bene che era la sua squadra e quindi lui ci andava volentieri, però avermi chiesto di andare con lui era un bel pensiero. Ripenso alle sue parole su Lorenzo; ragazzo geloso. Cioè lo aveva visto due volte e già esprimeva giudizi. Era un ragazzo troppo avanti. Capiva tutto subito, mi dava quasi fastidio a tratti, anticipava i miei pensieri. Sembrava conoscermi da una vita.

_Stravolgimi il domani<Briga>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora