Capitolo 30

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Non voglio alzarmi. E' l'ultima cosa che voglio fare in questo momento. Mi giro nel letto stropicciandomi gli occhi, la sveglia non aveva ancora suonato, allora potevo restare ancora qui. Mi avvicino a Mattia dandogli dei baci sulla guancia. "Amore sei ancora qui?" mi domanda, dopo essersi svegliato per colpa mia forse. "Perché?" gli domando. "La sveglia è suonata tempo fa mi pare di averla sentita, però ero mezzo addormentato, e tu eri così bella mentre dormivi, che non ti ho svegliato" mi dice sorridendo. Mi alzo di scatto. "Ma come?! Sei matto Briga!" dico alzando velocemente la serranda e prendendo in mano la mia sveglia. Guardo due volte le lancette che segnano le 9.30. "Porcaccia miseria" dico ad alta voce. "Dovevo già essere lì!". "Ahahaha non ti agitare che ti vengono le rughe" scoppia in una risata alzandosi dal letto. "Dovevi chiamarmi! Non ho mai fatto ritardo in negozio da quando ci lavoro...e ora arrivi tu e..." mi interrompe cingendomi i fianchi da dietro mentre cerco gli abiti nell'armadio. "Ti stravolgo il domani" mi dice baciando la mia spalla per poi risalire fino al collo. Non posso far altro che sorridere. Nonostante fossi arrabbiata, non riuscivo a rispondergli male. "Fammi andare dai" dico scostandomi dalla sua presa e precipitandomi in bagno. Mi lavo e mi pettino velocemente, infilo un pantalone bianco e una maglia blu ed esco dalla stanza prendendo la borsa. Lui era già pronto in cucina, sul divano a guardarsi la televisione. Lo guardo mentre mi metto la sciarpa e il giubbotto. "Ti accompagno dai" dice prendendo le chiavi del motorino. "Bè è il minimo" gli dico mentre usciamo.

Arriva davanti alla Momi boutique e io scendo lasciandogli il casco. Vedo che il negozio è già aperto. Ale era già qui allora penso. La vedo infatti spuntare dalla porta. "Eilà" dice salutandomi con la mano. Mi avvicino a lei abbracciandola. "Scusa il ritardo è colpa sua!" dico indicando Mattia. "Ciao Alè, si è sempre colpa mia. Tu come stai? Te trovo bene" dice rivolgendosi alla mia amica. "Bene bene grazie. Non ti preoccupare, ora la metto  lavorare il doppio la signorina per punizione" ride Alessia. La fulmino con lo sguardo. "Ciao amore mio, nun t'arrabbià dai" mi dice con lo sguardo dolce, tipico di quando voleva farsi perdonare qualcosa. "Ciao Briga" gli dico, dandogli un bacio. "Briga me chiami ora" ride. "Si, per mantenere le distanze da te. Sappi che quando sarò arrabbiata ti chiamerò così" gli faccio una smorfia. "Ciao Alessia, te tocca sopportarla" dice rivolto alla mia amica. "Ormai ce so abituata" le risponde lei.

"Ormai dorme da te eh" mi dice Ale mentre entriamo in negozio, con il suo sorrisetto. "Non mi ha svegliato sto scemo!" mi lamento. "Nemmeno tu hai sentito la sveglia però" mi dice sempre con il suo sorrisetto sulla faccia. "Inutile che fai quelle faccette". "Eddai su, guarda che io scherzo. Poi siete bellissimi lo sai cosa penso di voi due" mi lascia un bacio sulla guancia.

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"Pronto?" rispondo al telefono di casa, dopo essere uscita velocemente dalla doccia. "Ciao amore mio!" la voce di mia mamma risuona dalla cornetta. "Ei mamma! Come va?" le domando. "Tutto bene. Ti ricordi che sabato c'é il saggio di Mara? Hai preso già i biglietti del treno? Non mi hai piu detto nulla". Era già questo sabato. Non mi ero resa conto del tempo che era passato così velocemente; nell'ultima settimana ero stata presa da Mattia e dall'aiutare Alessia in negozio. "Si domani vado a prenderli. Scusa é che é stata una settimana un po strana per me". "Per la tua amica? Sta meglio adesso mi avevi detto no?" mi domanda apprensiva. "Si si certo. Adesso va tutto bene. Ma poi ho lasciato Lorenzo.. non te l'ho detto perché preferivo appunto parlartene a voce" le dico. "Cosa é successo? Dai pensare che volevo dirti se lo volevi invitare a venire con te questo weekend così avevo modo di conoscerlo" la sento un poco dispiaciuta. "Non era lui mamma. Ci stavo bene ma non ne ero innamorata. Non era giusto prenderlo in giro così ho deciso di essere sincera con lui. Però se per te va bene lo stesso ti porto un'altra persona se può venire" le dico, pensando di chiedere a Mattia di accompagnarmi. Volevo farglielo conoscere. Era per me anche una conferma, un modo di rendere il nostro rapporto più ufficiale diciamo. "Si va bene. Un amico?" mi chiede curiosa. "Diciamo di si" le dico senza svelarle nulla. "Va bene tesoro. Allora buona serata, ci vediamo presto". "Anche a te, ti voglio bene" e attacco il telefono.

Chiamo subito Mattia. "Ciao! Sto andando a cena da mio padre con mia sorella" mi informa. "Ah che bello" gli dico "io volevo farti una proposta". "Sentiamo se mi piace st'idea tesoro" continua. "Sabato e domenica vado dai miei, c'é il saggio di mia cugina. Lei fa danza moderna da quando aveva 5 anni e ora questo é una cosa importante per lei e le avevo promesso di esserci" gli dico. "Certo, ogni promessa va mantenuta. Va bene ma io cosa..." questa volta lo interrompo e forse lo colgo di sorpesa. "Volevo chiederti se ti andava di venire con me. Così...be... soprattutto mia mamma, le avevo già parlato di te...però prima che noi..ecco sarebbe una cosa carina. Se te la senti e se hai voglia" concludo il discorso. La sua risposta non tarda ad arrivare "É una cosa bellissima tesò. Ci vengo volentieri. Non me l'aspettavo.. speriamo di piacergli" dice e lo posso immaginare mentre sorride sicuro di sé stesso, avendo detto quella cosa solo per scherzare. "Chi lo sa" gli dico lasciandolo in un dubbio che lui non si sarebbe nemmeno posto. 

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"Spicciate che perdiamo il treno" mi urla mentre io compro una rivista di moda e lui é già davanti al binario alla stazione Termini con il cappuccio in testa e gli occhiali. "Arrivo" dico prendendo il resto e salendo porgendogli la valigia. Ci sistemiamo sui sedili. "Ho detto a mamma che arrivavamo col treno dopo, così le faccio una sorpesa" lo informo. "Sono io la sorpresa" sorride indicandosi. Scoppio in una risata. Prendo l'mp3 dalla borsa e cerco di sciogliere il solito nodo creatosi tra gli auricolari; infilo il jack nel lettore. Gli porgo una cuffietta. Parte una sua canzone. "Lo conosco questo" dice scherzando. "Ah si?" rido. "Che effetto che me fa" dice riferendosi all'ascoltarsi. "Tipo?" domando. "Non so...mi fa strano sentì la voce mia, é na bella voce però eh. Poi le parole..sò stupende!". "Certo mr modestia" sorrido. Metto 'Le stesse molecole' e gli prendo la mano. "Questa é la nostra canzone" esordisco. "Sai non sono mai stata una troppo romantica, e quando vedevo quelle coppiette troppo smielate mi veniva da fare commenti sarcastici. Non ho mai sopportato quelle cose tipo il nostro film, la nostra canzone e tutte quelle cose. Però questa rappresenta molto per me. Rappresenta quello che finalmente ho deciso di fare, ovvero lasciarmi andare ed essere davvero felice senza compromessi. E questo me lo hai insegnato tu" e mentre gli spiego lui mi guarda sorridendo ascoltando ogni mia singola parola. "Be rappresenta molto anche per me. C'é la frase simbolo che si rifà al mio bisogno di scrivere, e poi rappresenta la parte più bella di me, quella che mi é difficile mostrare, e allo stesso tempo quella parte che con te é sempre uscita fuori, perché con te non ho mai avuto motivo di nascondermi e ho potuto sempre mostrarmi così come ero. Quindi direi che é perfetta per essere la nostra canzone" mi stampa un bacio che mi provoca sempre gli stessi brividi. 

'Torino porta nuova'. Siamo finalmente arrivati. Scendiamo prendendo la piccola valigia che avevo portato e il suo solito borsone colore militare. "Vieni di qua" gli indico la metropolitana. Dopo 5 fermate scendiamo e ci dirigiamo verso il palazzo. Il portone sotto era aperto, così prendiamo l'ascensore e andiamo al quarto piano. "Ah proprio ce presentiamo così" sorride. "Sisi ahaha una sorpresa é una sorpresa". "Annamo dai" dice guardandomi con i suoi occhi profondi. Suono il campanello.

_Stravolgimi il domani<Briga>Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora