CAPITOLO 14

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Rimasero in silenzio con lo sguardo fisso l'uno sull'altra.

"Buonasera, belle signore!" le interruppe Gor con un sorriso. Era appena tornato da una visita nella capitale.

Notò lo strano atteggiamento delle due, guardò prima Maya, poi Astra e, corrugando la fronte, chiese:

"È successo qualcosa? Siete più strane del solito."

Astra sorrise.

"Nulla, stavamo solo ricordando i vecchi tempi."

Mentì, non voleva far preoccupare Gor, ma sapeva che doveva accelerare i tempi: doveva fare visita al prossimo cospiratore.

Gor si sedette al tavolo e, dopo un pasto frugale, informò le due su cosa aveva scoperto.

"La morte del Barone ha creato un certo scompiglio a corte. Sader ha fatto sequestrare i suoi beni e i conti correnti, ma il Barone era uno dei suoi più grandi sostenitori in Parlamento. Ma sai che questo non basterà"

"Certo, anche se è il Re che governa il Regno, deve comunque prendere le decisioni assieme al governo" disse Astra con un sorriso compiaciuto.

"Il suo potere si sta indebolendo" disse Maya.

"Il sostegno del governo è venuto meno, è ora di togliergli il controllo sul territorio: il prossimo sarà il Generale Koran. Senza di lui, perderà il favore dell'esercito" disse Astra.

"No, è fuori discussione!" esclamò Gor battendo la mano sul tavolo.

"Senza il Generale, i soldati sarebbero allo sbando! Privi di una guida, se la prenderebbero con il popolo e non posso permetterlo!"

"Gor, dimentichi che è complice assieme a Sader di aver ucciso Re Giordan, non posso permettere che viva!" esclamò seccata Astra.

"Lo capisco, Astra, ma ragiona, non puoi uccidere tutti alla cieca! Che ti è successo? Un tempo eri più riflessiva" rispose Gor stupito dal comportamento della donna.

"Quella donna che conoscevi un tempo è morta, Gor!" urlò.

"Guarda cosa sono adesso! Non sono più un essere umano. Non dormo più, neppure il cibo mi soddisfa! Non mi è rimasto nulla tranne che rendere giustizia a Re Giordan!" sbattè il pugno sul tavolo scheggiandone la superficie. Gor fece un passo indietro impaurito.

Astra sgranò gli occhi e uscì sbattendo la porta.

L'aria fresca della sera sfiorava il suo viso. Le strade del villaggio erano semideserte e poco illuminate. Sentiva i morsi della fame attanagliargli lo stomaco. Sapeva di aver avuto una reazione esagerata con Gor, ma ultimamente non si sentiva molto in sé. Voleva tornare indietro per scusarsi quando, d'improvviso, la testa le cominciò a girare tanto che dovette appoggiarsi ad un muro per non cadere.

Un ubriaco, sporco e puzzolente, era seduto a terra poco distante tracannando del vino da una bottiglia.

"Devo... Mangiare!" disse Astra con una voce che non parve la sua, gli occhi fissi sull'uomo che, ignaro della sua presenza, continuava a bere.

Astra si avvicinò a lui come un'ombra.

L'uomo alzò lo sguardo e stropicciandosi gli occhi chiese biascicando:

"Buona sera, amico! Ti va di bere con me?"

Le porse la bottiglia.

Astra allungò il braccio, ormai priva di ogni controllo quando sentì il suo corpo irrigidirsi, non riusciva a fare alcun movimento poi, venne trascinata lontano dall'uomo ritrovandosi di fronte a Maya.

"Che stavi facendo!" esclamò furiosa.

"Lasciami, Maya!" protestò Astra riprendendo il controllo di sé.

"Stavi per uccidere un innocente!"

La lasciò andare e Astra cadde in ginocchio ansimando. Aveva perso il controllo, senza Maya, ora avrebbe avuto quell'uomo sulla coscienza. Ancora una volta, l'aveva salvata.

Il sole stava sorgendo quando Maya e Astra, ancora mortificata per l'accaduto, rientrarono a casa.

Astra si scusò con Gor, ma non aveva cambiato idea sul Generale Koran.

"Quell'uomo deve morire, Gor, ma non è solo per la mia sete di giustizia..." esitò guardando Maya per cercare il suo sostegno, poi continuò.

"... Sono cambiate tante cose da quando sono tornata 'in vita'. Ho fame, ma la mia fame è diversa dalla tua, è molto più oscura. Devo divorare le anime degli esseri umani. È la mia maledizione e il prezzo del mio patto scellerato con la Morte" abbassò lo sguardo non riuscendo a sostenere quello del suo amico.

"È per questo che devo compiere giustizia il più in fretta possibile. Se perdessi il controllo, non so cosa potrebbe accadere. Stanotte, a causa della fame, stavo per uccidere un innocente, e non me lo sarei mai perdonato..."

Sospirò.

"Questo è quanto, ora sai tutto"

L'uomo le sorrise con dolcezza e la strinse a sé. Astra si sentì protetta tra le braccia del suo caro amico.

La Mano Destra della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora