CAPITOLO 15

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Il Generale Koran se ne stava rintanato nella Caserma Reale di Magnolia, una cittadella militare fortificata poco a nord della capitale, ne aveva fatto la sua casa assieme alla sua famiglia.

Aveva fama di essere inespugnabile.

Maya aveva insistito per accompagnarla 'per tenerla d'occhio' . Arrivarono al calare del sole assieme a grandi nuvoloni grigi forieri di pioggia. La città era circondata da mura perimetrali fortificate e pesantemente sorvegliate e, ad intervalli regolari, armate di potenti baliste.

Dall'esterno si potevano udire le urla degli ufficiali e i passi di marcia dei soldati. Astra sorrise a quei suoni. Ricordava con piacere quando, all'età di quindici anni, fece il suo ingresso nell'esercito e in quella città.

La vita del soldato era dura: sveglia un'ora prima dell'alba, colazione, corse intorno alla piazza d'armi, e docce comuni. Era una grande famiglia e lei si sentiva come a casa. Il Generale Koran la notò e la prese sotto la sua ala protettiva. Fu lui a raccomandarla come Capitano delle Guardie Reali.

Grazie alle sue nuove abilità, per Astra fu facile trovare punti da dove poter entrare.

"Tu rimani qui, io torno presto" disse Astra.

"No, io vengo con te! Qualcuno deve tenerti d'occhio" insistette Maya.

Astra sbuffò. Aveva appena compreso i suoi poteri e non sapeva se poteva portare qualcuno con sé, ma sapeva che Maya non avrebbe accettato un no come risposta.

"D'accordo, ma non muoverti e fai silenzio!" si raccomandò Astra seccata.

Cinse il fianco di Maya.

"Hai messo su qualche chilo, Maya!" esclamò notando una rotondità nei fianchi della donna.

Maya la fulminò con lo sguardo. In pochi secondi erano nelle ombre sulle mura.

L'interno si presentava con una grande piazza d'armi gremita di un centinaio di soldati a passo di marcia, circondata da grandi casermoni in cemento. Torce e bracieri illuminavano a giorno la piazza.

Astra non ebbe difficoltà a trovare ombre in cui nascondersi. Si diresse verso una caserma, la più grande delle altre. Il piano superiore era adibito a residenza privata del Generale.

Conosceva bene quel luogo, vi aveva passato i cinque anni più belli della sua vita, ma, al tempo stesso, aveva sperato di non metterci più piede.

Scivolò attraverso le ombre di soffitto e pareti diretta al piano superiore. Quelli inferiori erano adibiti a dormitorio e refettorio dove i soldati semplici e gli ufficiali trascorrevano il tempo tra un'esercitazione e l'altra.

Astra percepiva il profumo dolciastro delle loro anime e, per un attimo, le inebriò i sensi. Si concentrò e, finalmente, arrivò al piano privato del Generale. Era immerso nel buio. Probabilmente era già andato a dormire.

Lo scoppiettio del fuoco e il tintinnio di un bicchiere la attirò verso una porta chiusa. Oltre, vi era una piccola stanza con un camino acceso e un salottino. Su di una poltrona sedeva il Generale Koran con in mano un bicchiere di un liquore di uva spina.

Astra osservò l'uomo: era molto invecchiato, i suoi capelli, un tempo neri, erano spolverati di bianco e il suo viso era stanco e rugoso. L'uomo osservava il fuoco con lo sguardo perso nelle fiamme.

Astra si materializzò a metà fra la luce e l'ombra. Maya invece si ritirò più indietro. Koran la notò subito, ma, invece di spaventarsi come il Barone, bevve un sorso, poi sorrise.

Sembrava rassegnato.

"Sapevo che prima o poi avrei pagato per i miei crimini, ma non avrei mai immaginato che la Morte avesse il tuo volto, Astra. Ho pianto quando ho saputo che Sader ti aveva ucciso..." disse l'uomo.

Vide Maya nell'ombra e alzò il bicchiere a mo' di saluto.

"Perché, Generale? Perché tradire Re Giordan?"

L'uomo sorrise ancora, ma il suo era un sorriso carico di amarezza.

"E se ti dicessi, che l'ho fatto per paura? Mi crederesti?" rispose.

"Paura? E di cosa?" chiese Astra stupita dalle sue parole.

"Sader è un'uomo molto potente. Sospettavo che stesse macchinando qualcosa, ma prima che me ne rendessi conto, la metà del mio esercito era dalla sua parte." bevve un'altro sorso e le sue mani tremarono.

"I suoi uomini la rispettano! Se si fosse ribellato a Sader, tutti l'avrebbero seguita!" esclamò incredula.

L'uomo sorrise.

"Non sei cambiata affatto, Astra. È per questo che ti ho raccomandato come Capitano delle Guardie Reali. Non saresti mai stata in grado di guidare un esercito. Tu vivi di ideali e per questo gli uomini ti potrebbero rispettare, ma, in una guerra, occorre essere concreti: bisogna valutare i pro e i contro di una battaglia."

Poggiò il bicchiere sul tavolino di fronte a se, poi continuò.

"È come hai detto tu, se mi fossi ribellato a Sader, probabilmente i miei uomini mi avrebbero seguito, ma avremmo scatenato una guerra civile in cui non ci sarebbero stati né vinti, né vincitori, avremmo distrutto il Regno e a pagare il prezzo più alto sarebbero stati i cittadini"

Astra scosse il capo, non poteva accettare quelle parole.

"Quindi ha barattato un Re buono per un tiranno?" chiese Astra incredula.

"Ho scelto il male minore. Sul piatto della bilancia vi erano una guerra civile con migliaia di morti, e dall'altra un Re tiranno e la pace. La scelta è stata facile..."

La Mano Destra della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora