CAPITOLO 23

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"Quello che voleva Re Giordan" si disse mentre ritornava in albergo.

Lei lo conosceva bene, per anni aveva servito al suo fianco e lui avrebbe approvato il comportamento di Astra. Era suo dovere come Capitano delle Guardie Reali vendicare la morte del suo Sovrano. Il Generale era un debole, aveva preferito l'indolenza invece di ribellarsi a 'Re Sader'.

Lei invece stava agendo.

Su una cosa però il Generale aveva ragione: il Regno era nel caos, ma la colpa era di Sader e il suo governo. Quando anche lui sarebbe morto, il popolo avrebbe potuto vivere libero dal suo giogo.

Arrivò in albergo e nella stanza trovò Gor e Maya in preda all'ansia. Si alzarono in piedi appena la videro.

"Hai fatto presto" disse Gor sorpreso dal vederla già di ritorno.

"Il Re è al Palazzo d'Inverno" rispose Astra sospirando e togliendosi la maschera.

"Ho incontrato il Generale e mi ha raccontato tutto..."

"Se quelle Figlie della Notte hanno l'ordine di cercarti, riusciranno a trovarti!" esclamò Gor una volta che Astra ebbe finito di raccontare.

"Quello che mi preoccupa è cosa abbiano detto quei soldati a Sader" disse Maya preoccupata.

"E se ti avessero riconosciuto?" domandò.

Astra ci riflettè su.

"Non credo, sono morta cinque anni fa, Maya, e anche se fosse, chiunque sano di mente non ci crederebbe!"

"Ma Sader potrebbe. E forse è per questo motivo che avrà chiamato quelle Streghe!" disse Gor.

Nei giorni successivi ci furono diversi tafferugli nelle strade. I cittadini erano esasperati dalle restrizioni ai movimenti diurni, agli arresti e la chiusura totale delle porte della città. Tutto questo bastò ad alimentare il malcontento generale. Le rivolte nel Regno erano all'ordine del giorno e solo grazie a qualche miracolo non ci furono morti o feriti, ma la fortuna non sarebbe durata in eterno e in città, il cibo cominciava a scarseggiare.

Sader era sparito dalla circolazione da settimane rinchiuso nel Palazzo d'Inverno, un castello arroccato sulle Montagne Bianche nel nord del Regno assieme alle Figlie della Notte, mentre il Parlamento, con il nuovo Primo Ministro ad interim, agiva pigramente cercando di arginare le rivolte.

Gor era nervoso. Era un mese che non ritornava alla panetteria e il denaro stava finendo.

"Maledizione!" sbottò contando le poche monete rimaste nel borsello.

"Se la situazione non si sblocca, mi unirò anchio ai manifestanti! Ho quasi finito tutto il denaro!" disse gettando con un gesto di stizza il borsello sul letto.

Anche Astra era nervosa, non riusciva a capire cosa stesse tramando Sader e la fame cominciava a farsi sentire. Maya, solitamente seria e compassata, stava cominciando a dare segni di cedimento. Tamburellava nervosamente con le dita sul davanzale della finestra guardando il panorama di tetti della città.

"Mi sembra di essere ritornata su quel ponte!" esclamò sbuffando.

Era il tramonto di una giornata piovosa quando accadde: si parlò di alcuni manifestanti, ma in realtà fu un soldato che, colto dal nervosismo, lasciò partire un dardo dalla balestra che teneva in mano colpendo un bambino che stava giocando nei pressi delle mura orientali, lo ferì di striscio, ma quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Il popolo si sollevò.

Gli scontri scoppiarono in ogni parte della città. Nell'aria, Astra cominciò a percepire l'odore dolce delle anime e il cielo sopra la città cominciò a brillare di una fioca luce bianca.

"Quella luce..." disse Astra indicandole con la testa.

"Si, è cominciato!" rispose Maya.

"Quale luce?" chiese Gor confuso.

"Voi umani non siete in grado di percepirla: sono le Luci dei Morti, anime che stanno per effettuare il trapasso" rispose Maya.

L'attenzione di Astra fu attratta da una figura che, illuminata dalle torce, se ne stava in piedi sotto la pioggia al centro della strada sotto la finestra della loro stanza.

Era una giovane donna: indossava un vestito verde scuro, portatava lunghi capelli biondi legati in una treccia e in mano teneva un bastone nodoso. Sorrideva guardando Astra.

Quella figura emanava uno strano potere che Astra non riusciva a identificare.

"Rimanete qui" disse Astra aprendo la finestra e saltando in strada.

"Salve, Servitrice della Morte" disse la donna con voce suadente. Poco dopo altre due fecero la loro comparsa, a destra e sinistra di Astra, erano identiche alla donna che aveva davanti.

"Siete le Figlie della Notte?" chiese.

La donna annuì.

"Non ho nulla contro di voi, ma mi difenderò se mi attaccate" disse Astra.

"Abbiamo percepito il tuo arrivo da qualche parte su Opalis mesi fa" disse la donna davanti ad Astra.

"Un grande squilibrio nell'ordine naturale. Solo quando Re Sader ci ha chiamato abbiamo saputo dove ti trovassi."

Nell'aria il rumore della pioggia si mischiava a quello delle grida e del clangore delle spade in lontananza. L'odore delle anime dei caduti aumentava sempre più, tanto da inebriare i sensi di Astra.

"Non possiamo permettere che una creatura come te sconvolga l'ordine naturale delle cose!" esclamarono le tre all'unisono.

Cominciarono a battere il terreno ritmicamente con i loro bastoni.

"Io cerco solo giustizia per la morte di Re Giordan" disse Astra sperando che la lasciassero in pace.

"Ciò che vuoi non ci interessa, non appartieni a questo mondo. Non siamo in grado di distruggerti, ma possiamo imprigionarti affinché tu non causi male alcuno."

"Aiutami a spezzare la maledizione che mi ha imposto la Morte!" esclamò Astra, ma le tre la ignorarono.

Un ombrello di fasci crepitanti di energia calò dal cielo imprigionando Astra in un bozzolo di luce trasparente.

La pioggia aveva spento la maggior parte delle torce e Astra poté usare le ombre per scappare, ma fu inutile: le Streghe avevano creato una barriera che le impediva di uscire.

"Non riuscirai a usare le tue arti oscure per sfuggirci!" esclamarono continuando a battere la terra con i loro bastoni.

Il profumo delle anime era diventato insostenibile. Astra doveva cibarsene. Sapeva che era rischioso, ma forse poteva sfruttare quella sensazione per scappare da quella barriera.

Tremante, lasciò che quella sensazione sgradevole la controllasse. Divenne una nebbia cercando poi di espandersi: cominciò a scontrarsi contro la barriera, uno, due, tre volte.

"Resistete, Sorelle!" esclamò la donna reggendosi saldamente al bastone mentre Astra si scontrava con sempre più energia contro la prigione di potere.

Astra era fuori di sé, aveva delle scintille di lucidità in cui vedeva se stessa scontrarsi contro la barriera e le tre Figlie della Notte vacillare sotto quei colpi.

La Mano Destra della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora