CAPITOLO 6

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Astra non riusciva a credere che Lena fosse viva: il calore del suo corpo, il profumo di vaniglia dei suoi capelli, la strinse a se non volendo più lasciarla andare.

“Astra! Così mi fai male!” esclamò a denti stretti Lena.

“Scusa!” rispose lasciandola andare.

“Si può sapere che ti succede? Sei strana!” chiese asciugandole le lacrime.

“Nulla davvero! È che sono felice di vederti ecco tutto!”

Lena scoppiò a ridere.

“Ma se ci siamo viste poco fa! Tieni, sono andata a prendere il cestino della merenda, quello che TU dovevi portare! Sei la solita sbadata!” la rimproverò Lena.

Si misero a sedere sull’erba e aprirono il cestino: all’interno vi era della frutta e delle fette di torta di mele, la preferita di Astra.

Svegliati!” sentì sussurrare. Astra si voltò di scatto dietro di lei ma non vide nessuno.

“Hai sentito?” chiese.

“Sentito cosa? Ci siamo solo noi qui?” domandò confusa Lena.

“Piuttosto dimmi, ti vedi ancora con quel maggiore dell'esercito?” chiese curiosa.

“Il Maggiore Rolas? Non ci frequentiamo più ormai…” rispose Astra confusa.

“Cosa!? E perché lo vengo a sapere solo ora?” rispose indispettita Lena.

“È stato scortese con te? Non avrà mica osato troppo spero!” esclamò su tutte le furie.

Svegliati!”

Udì di nuovo quel sussurro, Astra si alzò in piedi di scatto guardandosi intorno. Osservò Lena che intanto continuava a sbraitare contro l’uomo reo di aver osato troppo su sua sorella, sembrava non sentisse quella voce che invece giungeva alle sue orecchie.

Svegliati!” la udì di nuovo.

“Tu non senti nulla? Una voce che ripete ‘Svegliati’”

Lena la guardò ridendo.

“Sentito cosa? Ci siamo solo noi qui?” rispose.

La udì di nuovo, stavolta più forte. Non era pazza, l’aveva sentita veramente, non poteva sbagliarsi.

Svegliati!”

Astra si guardava intorno ma non vi era nessuno tranne che loro due.

“Piuttosto dimmi, ti vedi ancora con quel maggiore dell'esercito?” chiese Lena.

“Il Maggiore Rolas? Non ci…” ripeté Astra.

Lena cominciò a sbraitare di nuovo usando le stesse parole dette poco prima.

“No, questo non è reale” disse Astra scuotendo il capo.

Ti devi svegliare!” insistette la voce.

“No basta! Tu non sei reale!” urlò Astra.

“Tu sei morta! Dieci anni fa!” urlò ancora.

Lena la guardò offesa.

“Astra, non si scherza su queste cose! E poi io sono qui non mi vedi?”

Astra scosse il capo.

“No, non sei reale! Questa è un'illusione!"

Per un’attimo il bosco divenne un groviglio di piante avvizzite poi ritornò rigoglioso.

“È un illusione! Io sono morta, e questo è l’Oltretomba!” esclamò verso Lena.

Lena la osservò, poi il suo viso cominciò a sciogliersi come i colori di un quadro vengono lavati via dall'acqua se vi si getta sopra.

Non era più Lena ma un essere mostruoso con il corpo di ragno e il busto di serpente. Il volto privo di occhi e con una bocca rotonda irta di zanne acuminate urlò contro di lei poi anche la foresta, così come la luce del sole, scomparvero a rivelare la perpetua penombra dell'Oltretomba, e una grossa ragnatela attaccata ad un groviglio di alberi ammuffiti. Attorno a lei vi erano molti spiriti immobili rinchiusi nell'illusione di quella creatura da incubo.

L’essere si ritirò nella sua tana spaventato da colei che era riuscita a uscire dalle sue illusioni.

“Astra, stai bene?” chiese Maya accorsa al suo fianco.

Astra gettò lo sguardo al luogo dove poco prima era seduta con sua sorella ed ebbe un brivido, poi rispose tristemente:

“Si, sto bene…”

“Dovrò tenerti d'occhio, voi umani siete troppo suscettibili ai ricordi del passato.” disse Maya mentre si allontanavano da quel luogo maledetto ritornando sulla strada.

“Quel mostro era un Divoratore di Ricordi. Tesse illusioni, ti mostra i tuoi desideri più nascosti per poi cibarsene assieme ai tuoi ricordi fino a consumare completamente la tua anima. Per tua fortuna ero qui e hai sentito la mia voce.”

“Allora eri tu che mi chiamavi!?”disse Astra.

“Si, ti avrebbe tenuto lì fino a quando non saresti svanita” rispose indicando alcune anime che pian piano scomparivano.

“Perché su di te non ha effetto?” chiese Astra quando ormai erano lontane.

“Perché io non ho ricordi ne desideri. Sono stata creata per fare la guardia a quel ponte. Voi umani invece vivete di ricordi e con voi le creature come quelle di questo Regno possono pascersi di loro”

La Mano Destra della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora