CAPITOLO 9

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“Forse potresti essermi utile. Ammettiamo che io decida di concederti la libertà. Io cosa ci guadagnerei?” chiese tornando seria.

La donna si alzò in piedi avvicinandosi di nuovo ad Astra stavolta lentamente, i suoi piedi nudi si muovevano leggiadri sul pavimento di pietra, sorrideva nel vedere la sua faccia confusa. Cominciò a girarle intorno osservandola.

“Tu saresti libera ma io perderei un’anima. Non mi sembra uno scambio equo non credi?”

Astra non sapeva cosa rispondere.

“Vedi, il mio potere si basa sul numero di anime che risiedono in questo Regno…” spiegò fermandosi davanti ad Astra.

“E adesso c’è una disparità tra coloro che sono vivi, e coloro che sono morti…” disse mimando i piatti della bilancia con le mani.

Fissò Astra dritto negli occhi e disse con sguardo gelido:

“Io ti concederò la libertà, ma a una condizione: tu farai pendere la bilancia a mio favore!”

“Cosa vuoi dire?” chiese Astra sbalordita dalle parole della donna e temendo però la sua risposta.

“Ti sto semplicemente chiedendo di uccidere un certo numero di umani…” continuò la donna.

Astra deglutì e fece involontariamente un passo indietro inorridita da quella richiesta.

Esitò, non aveva il coraggio di porre la domanda che aveva fatto strada nella sua mente.

“Q-quante persone dovrebbero morire?” balbettò Astra. 

Astra trasalì alla risposta della donna.

“No, non posso farlo, è impossibile! Neppure nella più sanguinosa delle guerre si potrebbe arrivare ad un numero simile di morti!”

Scosse il capo incredula, troppo sbalordita dalla richiesta della donna.

“No, non sono un’assassina. Perché, perché chiedere a me? Tu sei la Morte, non puoi farlo tu? E poi, tutti gli uomini muoiono, non ti basterebbe attendere il Giorno del Giudizio?” domandò Astra non riuscendo a capacitarsi della folle richiesta della donna.

“Io non ho alcun potere sul mondo dei vivi, e la verità è che in questo Regno ci si annoia molto!” esclamò sbuffando.

“E anche solo il pensiero di dover attendere fino al Giorno del Giudizio… Mi annoia ancora di più! Ti chiedo solo di accelerare il naturale processo di morte degli esseri umani. Non mi sembra una richiesta eccessiva!” rispose con una tranquillità disarmante.

Astra era sotto shock. Quell'essere era completamente folle!

Non riusciva a capacitarsi della crudeltà e del cinismo che traspariva dalle sue parole. Per lei la vita umana non aveva alcun valore. Aveva sbagliato a pensare di poter ragionare con quel demonio. Era un sacrificio troppo grande, la sua vita in cambio di quella di persone innocenti. Il cuore gli imponeva di rifiutare, ma era combattuta, aveva fatto un giuramento quando era entrata a fare parte della Guardia del Regno: Proteggere la Famiglia Reale a costo della vita, ma, con suo grande rammarico, non ci era riuscita, quella macchia pesava su di lei come un macigno che rischiava di travolgerla, ma il suo giuramento valeva le vite di così tante persone? E anche se avesse accettato, a quel demonio sarebbero bastate le anime che aveva chiesto in cambio della sua vita?

Non poteva permetterlo, doveva fare come Maya le aveva detto al loro incontro sul ponte: accettare il fatto che fosse morta. La testa le sembrava in procinto di esplodere. La Morte invece era calma e rilassata, quasi divertita dall’esitazione di Astra.

Poi, ebbe un illuminazione.

“Perché non ci ho pensato prima!?” pensò.

Una volta tornata in vita, quell'essere non avrebbe avuto alcun potere su di lei.

Lo aveva detto lei stessa: ‘Io non ho alcun potere sul mondo dei vivi’ quindi, una volta tornata in vita, lei sarebbe stata libera dalla richiesta di quel demonio e, una volta impedito il colpo di Stato e passati a fil di spada i responsabili, le sarebbe bastato ignorare la sua richiesta! Era fatta! Quell’essere l’aveva sottovalutata, nella sua arroganza non si era resa conto di aver commesso un errore a farle una richiesta simile.

“Allora, Astra. Quale è la tua risposta?” domandò con impazienza.

Astra trattenne un sorriso di soddisfazione. Si sentiva più leggera ma doveva fingere di stare al suo gioco, farle credere di avere vinto, che lei si fosse rassegnata al suo destino. Attese alcuni minuti prima di rispondere poi, fingendosi rassegnata, accettò.

Maya ne rimase sconvolta.

“Astra, sei pazza!? La tua vita vale davvero così tanto!? Rinuncia ti prego!” implorò.

“La scelta è stata presa!” sentenziò la donna alzando la mano.

“Molto bene, mia Servitrice. È tempo che ti prepari al tuo ritorno tra i vivi!” esclamò.

Le fece segno di seguirla in una stanza adiacente la sala del trono, una grande sala circolare dove centinaia di migliaia di piccole fiammelle blu ricoprivano le pareti, il soffitto e il pavimento. Alcune erano più vivide, altre meno, e altre ancora erano ridotte ad un sottile filo. Alcune si spensero mentre Astra le guardava. Una piccola parte della stanza invece, non presentava fiamme.

“Quelle che vedi, sono le Fiamme della Vita, rappresentano ogni uomo, donna o bambino del Creato: più vivida quando si è giovani, meno quando si è vecchi. Quelle che si spengono significa che sono appena morte” spiegò la donna mentre attraversavano la stanza diretta ad un piccolo arco sorretto da due sottili colonne costruito nel bel mezzo della stanza.

La Mano Destra della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora