CAPITOLO 21

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Qualche minuto dopo il suono delle sirene di allarme squarciò il silenzio della notte.

Una ad una le luci delle case si accesero e in molti si affacciarono alle finestre per capire il motivo di tanto trambusto.

Quando Astra arrivò in albergo ed entrò nella stanza, fu accolta da Gor e Maya.

“Che succede? Cos'è questo suono?” chiese Maya coprendosi le orecchie.

“È l’allarme generale, lo si usa quando la città è sotto attacco” spiegò Astra.

Si affacciò alla finestra, sotto di lei in strada vi era un continuo via vai di guardie che correvano nelle loro caserme allarmate dall’insistente suono.

“Mi hanno scoperta...” disse Astra chiudendo la finestra.

“Ti hanno riconosciuta?” chiese Gor.

“Il Primo Ministro sì, aveva suonato un allarme silenzioso che ha richiamato delle guardie, ma non sono più un problema.”

A sentire quelle parole, Gor sbiancò cadendo seduto sul letto.

“Per la Dea! Hai ucciso il Primo Ministro!” esclamò tormentandosi nervosamente le mani nodose.

“Ho dovuto! Mi aveva riconosciuta!” si giustificò Astra.

L’allarme risuonò per tutta la città fino all’alba. Al mattino, Gor decise di fare un giro in città per capire la situazione.

Ritornò dopo mezzogiorno, era scuro in volto.

“La città è nel caos. Vi sono guardie in ogni angolo e nessuno può entrare e uscire. Hanno serrato le porte e raddoppiato le guardie sulle mura” disse l’uomo mettendosi a sedere esausto.

“Ho camminato tutta la mattina. La città è piena di voci. Ho sentito due guardie raccontare che Sader è impazzito dopo la morte di suo fratello, ha messo una taglia ‘sulla demone donna incappucciata’. Il Parlamento è nel caos più totale e, senza qualcuno che tiene le redini del Regno, presto scoppieranno rivolte.” disse preoccupato Gor.

“Maledizione. Non volevo questo!” esclamò Astra.

“Il Generale ti aveva avvertito, Astra” le ricordò Maya.

“Non posso farci nulla! Mi aveva riconosciuta non potevo lasciarlo vivere!” esclamò seccata Astra.

***

Per giorni rimasero chiusi nella loro stanza. Gor e Maya uscivano per informarsi sulla situazione in città. Il Re aveva ordinato il coprifuoco nell’intero Regno e le guardie setacciavano casa per casa alla ricerca del misterioso assassino, neppure i nobili erano esentati. Chiunque fosse minimamente sospettato veniva messo agli arresti.

Astra aveva la maschera da Sorella della Dea e, quando i soldati perquisirono l'albergo, poté essere esonerata: le Sorelle della Dea erano intoccabili nessuno avrebbe mai anche solo osato chiedere di far togliere loro la maschera per non incorrere nelle ire della Dea. Giorni dopo arrivarono in città, su espressa richiesta di Sader, le famose Figlie della Notte.

“Chi sono?” chiese Maya nel vedere le facce preoccupate di Gor e Astra.

Gor sputò a terra.

“Streghe! Ecco cosa sono! Venerano Dei pagani e praticano rituali barbari! Si dice che pratichino la necromanzia e compiano sacrifici umani!” rispose con disprezzo.

“Sono originarie delle Montagne Tenebrose di Aran, un Regno confinante. In passato avrei detto che fossero superstizioni, ma ora sono più propensa a credere alla loro magia.” disse Astra.

Maya riflettè sulle loro parole.

“A cosa pensi, Maya?” chiese Astra.

“Se come avete detto sono Streghe, forse potrebbero aiutarti con il patto del mio Signore”

Maya aveva ragione, forse loro avevano il potere necessario per annullare il patto fatto con la Morte, ma se Sader le aveva fatte chiamare era sicuramente perché, con la loro magia, riuscissero a trovare chi avesse ucciso il fratello e di certo non avrebbero aiutato lei.

“Attenderò la notte, poi andrò al castello, devo sapere cosa sta architettando Sader” decise Astra.

“Non intenderai uccidere il Re spero!” chiese Gor preoccupato.

“No, ucciderlo ora sarebbe controproducente. Il Regno è già nel caos, basterebbe una scintilla perché scoppi una rivolta in città. Prima di farlo, dovrò contattare il Generale.”

Le strade e i tetti erano illuminati da centinaia di torce ed enormi braceri e sorvegliati da guardie armate di balestre, non vi era nessuna ombra e le poche che si trovavano erano troppo distanti fra di loro per potervisi muovere senza essere notata. Fortunatamente, Astra aveva la maschera rituale così poté camminare per le strade semi deserte senza preoccupazioni.

Nemmeno in tempo di guerra si erano viste così tante guardie in città. Era stato assegnato alle ronde cittadine un intero battaglione dell'esercito per dare man forte alla guardia cittadina. Astra ne riconobbe alcuni perché appartenevano alle guardie scelte che un tempo aveva sotto il suo comando.

Nessuno fece caso a lei credendola una delle Sorelle della Dea.

Voltò verso il quartiere nobile e, proprio all'imbocco della strada, vi trovò un presidio dell'esercito. Una piccola tenda in cui un gruppo di ufficiali si era riunito per organizzare le ronde. Tra i presenti, riconobbe il Generale Koran.

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