CAPITOLO 11

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Il sole era calato all’orizzonte e le ombre si erano fatte più fitte e l'animo di Astra sembrò rasserenarsi.

Le due avevano portato l’uomo nella sua stanza sopra il negozio e Maya si occupava di lui.

Astra osservava il suo riflesso sullo specchio appeso sopra il lavabo: la parte sinistra del volto era scheletrica ma ancora si potevano distinguere i muscoli e i tendini che guizzavano ad ogni movimento, il suo occhio sinistro era intatto.

Provava una tristezza infinita, ma anche rabbia verso se stessa. Aveva perso tutto, gli era rimasta solo la vendetta e un incarico troppo grande per qualunque essere umano. Ma poteva ancora definirsi un essere umano?

“Maya, io sono ancora un essere umano?” chiese.

Maya stava per rispondere quando, con un sospiro, Gor riprese i sensi. Astra si nascose nell’ombra.

L’uomo aprì gli occhi guardandosi intorno, vide prima Maya seduta accanto a lui, poi, nascosta nell’ombra della luce della lanterna, una figura ammantata di tenebre.

“Astra? Sei proprio tu?” chiese incredulo.

Astra esitò, non aveva il cuore di rispondere. L’uomo la chiamò di nuovo.

“Si, Gor, sono io” rispose esitante.

L’uomo spalancò la bocca sorpreso.

Astra uscì lentamente dall'ombra nascondendo la parte sinistra del viso dietro il cappuccio. L’uomo si alzò in piedi, prese delicatamente il suo volto tra le mani e lo girò verso di se. Astra distolse lo sguardo, i bei occhi verdi gonfi di lacrime.

“Tesoro mio, cosa ti è accaduto?” chiese Gor triste e preoccupato.

“Ho commesso una pazzia, Gor…” rispose singhiozzando.

Gli raccontò ogni cosa: della sua morte, dell’Oltretomba, di Maya e del suo incontro con la Morte e il patto che aveva stretto con lei.

Gor rimase sconvolto dalle sue parole, strinse forte a sé Astra e lei quasi sparì tra le sue braccia.

“Piccola mia, che cosa hai fatto! Sei così gelida…” esclamò piangendo.

“Tu mi credi, Gor?” chiese Astra sorpresa.

“Astra, piccola mia, so che non mi mentiresti mai, almeno non di tua volontà. Tesoro, devi sapere che io non ho mai creduto a quello che Sader raccontava su di te.” disse l’uomo.

Si misero a sedere attorno al tavolo e Gor, sospirando, cominciò a raccontare:

“Cinque anni fa, quando sei morta…”

“Cinque anni!?” lo interruppe bruscamente Astra incredula, guardando poi Maya.

“Il tempo nell'Oltretomba scorre in modo differente rispetto al vostro.” rispose Maya indifferente.

“E non potevi dirmelo prima!? Magari quando ci siamo incontrate sul ponte!?” protestò Astra.

“E perché dovevo? Eri morta e di certo ai morti non interessa del tempo che passa. Non potevo sapere che avresti ottenuto la libertà dall’Oltretomba, nessuno c’era mai riuscito!”

Continuarono il battibecco per alcuni minuti dimentichi di Gor che guardava entrambe confuso.

“Scusa, Gor, continua…” disse Astra in imbarazzo resasi conto di aver interrotto l’uomo.

“Come dicevo…” continuò lui schiarendosi la voce.

“... Cinque anni fa, il Primo Ministro informò il Regno che il Capitano delle Guardie Astra aveva ordito un piano per assassinare la famiglia reale con l'aiuto di agenti di uno stato straniero. Sader era riuscito a fermarti, ma non prima che tu avessi ucciso il Re e la sua famiglia.” sospirò.

“Senza discendenti diretti, Sader prese in mano le redini del Regno e, grazie al sostegno dell'esercito e dei Baroni, riuscì, cambiando tutte le leggi, a farsi incoronare ‘Re Sader I’.” Gor sputò per il disprezzo.

“Lui e i suoi uomini sono dei predoni! Ci sommergono di tasse e i suoi ‘soldati’ pretendono sconti sulle merci in vendita.”

Astra era sconvolta dalle sue parole. Doveva vendicare il Re e riabilitare il suo buon nome.

“Non avete provato a ribellarvi?” chiese Astra.

“Sì, certo, ma chi ci ha provato e stato passato a fil di spada. Hanno tutti paura ragazza mia, e hanno ragione!”

Astra rimase in silenzio pensando alle parole di Gor.

“È tempo che faccia una visita a Sader” disse decisa Astra alzandosi in piedi.

“No ragazza, non puoi! Ragiona! Se uccidessi Sader, senza un capo i suoi uomini se la prenderebbero con la povera gente!” esclamò Gor.

“Non posso lasciarlo vivere! Ha tradito il Re e ha infangato il mio nome, non posso lasciarlo vivere!”

“Astra, l’umano ha ragione” intervenne Maya.

“Bisogna prima partire dal basso. Distruggi coloro che reggono il suo potere, poi quando sarà rimasto solo potrai colpirlo”

Maya aveva ragione, Astra si era fatta prendere dalla rabbia e non era da lei.

Tirò un sospiro e cominciò a riflettere ad alta voce sul da farsi.

“Gor, hai detto che Sader ha cambiato le leggi per diventare lui stesso Re, quindi doveva avere un forte sostenitore nel Parlamento e l’unico che mi viene in mente e che ha tutto quel potere decisionale, è il Barone Lorn!” disse Astra.

“Quel bieco grassone! Da quando Sader è Re è diventato ancora più ricco! Paga i suoi braccianti una miseria e opprime la sua baronia con tasse insostenibili, e chi non riesce a pagare finisce in prigione, o peggio!” esclamò Gor con disprezzo.

“Allora il primo sarà lui!” esclamò Astra decisa.

Maya fece per alzarsi, ma Astra la fermò.

“È meglio che tu rimanga qui, Maya, la villa del Barone Lorn sarà sorvegliata. Se vado da sola, è meno probabile che mi scoprano”

Maya sbuffò.

“Lui ha detto che io devo accertarmi che tu compia il suo volere!”

“E lo farò, non vado certo a fargli una visita di cortesia. Stanotte la Morte avrà una nuova anima con cui banchettare!”

La Mano Destra della Morte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora