capitolo XXII

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dadda 's pov:

<<cazzo>> battei un piede a terra e abbassai la testa.

popcorn iniziò a mugolare,si era spaventato sentendoci urlare.

<<Jenny,devo andare>> lei annuì preoccupata.

iniziai a correre,affiancato da pop.
arrivai a casa,con il cane stanco in braccio.

suonai il campanello.
niente.
ancora.
nulla.

<<apri Simone>> tirai un pugno al cancellino.
<<APRI!>>

non ne voleva sapere di aprire, così scavalcai il cancellino,ed andai alla porta.

<<simo,per favore. non è come credi io ti amo..>>
niente.

andai verso il lato del cortile con la piscina,quella mattina avevo lasciato aperta la porta finestra.
spinsi piano ed entrai.

mi aspettavo di vederlo piangere,sdraiato sul divano,invece niente.

iniziai a preoccuparmi,lo cercai in tutte le camere.
alla fine lo trovai nel bagno accasciato.

<<SIMONE!>> ero spaventato,non sapevo cosa gli fosse successo,ma non sembrava essere molto cosciente.

iniziando a piangere,mi chinai sulle ginocchia e mi avvicinai a lui.
aveva gli occhi aperti e respirava veloce.

lo misi a sedere,gli strinsi le mani ed iniziai a respirare piano,cercando di farmi imitare da lui.

una volta che il suo respiro si fu calmato,feci per abbracciarlo.

<<lasciami>>
<<c..cosa simo?>>
<<ho detto che devi allontanarti.
perché lo hai fatto. PERCHÉ?>>

<<simo,basta. devi calmarti>>
<<rispondimi>>
<<simo non è come pensi. non ti ho tradito!>>
<<a me sembrava proprio di sì.
gli scrivevi tutte le notti,vero? oggi l'hai vista al parco e sei andato a prendergli anche dei fiori!>>

<<no no! hai frainteso tutto>>
<<esci da qui>> la voce di simo era sicura e tagliente.
<<c.. cosa?>>
<<ti ho detto di uscire da questa casa>>

<<non è come pensi! posso dare una spiegazione a tutto! io non ti lascio a casa da solo in queste condizioni!>>

mi trascinò fino in cucina e fu in quel momento,che girandomi mi accorsi della presenza di alcune bottiglie,aveva anche bevuto.

<<per favore,fammi parlare>> stavo per abbracciarlo,ma lui mi spinse via,facendomi quasi cadere all' indietro.

<<VIA!>> mi aprì la porta e mi urlò in faccia di uscire da lì.

con la testa bassa,uscii,non potevo fare nient'altro.

aspettai davanti alla porta una mezz'oretta,piangendo.
la mia casa,il mio cane...il mio ragazzo!

no,non potevo arrendermi.

sentii la porta aprirsi,simo spuntò fuori,mi lasciò le borse con i vestiti e fece per richiudere.

<<stai dicendo seriamente?>> gli urlai addosso,tenendo aperta la porta con il braccio.

<<VATTENE>> mi urlò ancora più forte in faccia,torreggiava su di me e ammetto di aver avuto paura.

gli occhi di Simone erano neri,come il carbone.
il viso,che una volta mi sembrava così felice,ora era spaventoso,e i suoi lineamenti marcati lo rendevano ancora peggio.
le mani strette in pugni.

e tutti zitti -daddawedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora