"Mi svegliai alle prime luci dell'alba, nonostante la sveglia non fosse ancora suonata e riposata come non mai.
Eppure la giornata precedente era stata tutt'altro che leggera.
Invece eccomi li, piena di voglia di fare, che non vedevo l'ora di scoprire cosa mi avrebbe portato il giorno appena iniziato.
Scesi le scale quasi di corsa.
Il camino dopo la spiegazione di Ahote, era rimasto acceso tutta la notte e la casa era avvolta in un leggero e piacevole tepore, che mi permetteva di non morire dai brividi come il giorno precedente.
Decisi di preparare la colazione per entrambe quella mattina, misi su la moka che mi ero portata da Roma, con il caffè sempre di casa e iniziai a preparare una torta velocissima, tipo ciambellone al limone.
Impastai velocemente a mano, pochi ma genuini ingredienti :
farina, latte, olio, zucchero, succo e scorza di limone, lievito e da lì a quaranta minuti massimo, avrei sfornato un buonissimo, quanto semplicissimo dolce per la colazione.
Erano solo le 5 del mattino, quindi ne avevo di tempo.
Mentre la torta cuoceva, mi lavai velocemente, sciacquai il viso e vestii. Mi avvolsi poi in una grande coperta pesante, di vera lana probabilmente, che avevo trovato in uno degli armadi della casa, decidendo di andare a gustare la mia tazza di caffe latte bollente fuori dalla porta.
All'entrata dopo le scale di legno, vi era questa zona rialzata, come una sorta di "balconcino" in cui era posizionata una piccola panca di legno e affianco ad essa un piccolo dondolo a tre posti, anche esso di legno, marrone chiaro e intarsiato.
Certo, la temperatura non era ovviamente gradevole e sarebbero stati letteralmente gelati, ma qualcosa mi attirava lì fuori, volevo farlo e perché non avrei dovuto, pensai.
Non era ancora l'alba, il blu scuro e immenso della notte stava lasciando spazio alla luce del sole che di lì a poco, avrebbe albeggiato.
Ammiravo il paesaggio con il naso all'insù, affascinata da tanta bellezza.
Il silenzio che mi circondava, il mio respiro caldo a contatto con l'aria gelida che creava come delle nuvolette di vapore, il fumo del caffe latte che si confondeva con esso e gli odori della foresta che si risvegliava...erano qualcosa di difficilmente descrivibile a parole.
Mi persi letteralmente nell'osservare tutto ciò.
Improvvisamente però, notai qualcosa che si muoveva nelle vicinanze.
Udivo come un rumore di passi, ma non riuscivo a capire cosa fosse realmente. Il rumore si fece sempre più vicino e con il sole che finalmente albeggiava,
lo riconobbi.
Cosa ci faceva Aho, mi sorpresi a chiamarlo così nella mia testa, lì a quell'ora?
Era ancora troppo presto e l'incontro per il lavoro era fissato un'ora dopo.
Posai la tazza di caffe latte sul cornicione di legno e gli andai incontro istintivamente.
"Ahot...!"
Non riuscii neanche a finire di pronunciare il suo nome, che lo vidi accasciarsi a terra.
Ma cosa diavolo stava succedendo?!?
Gli corsi incontro e notai subito che aveva il viso stanco, sembrava non aver proprio chiuso occhio, era sudato nonostante fuori ci fossero sì e no otto o nove gradi massimo, aveva dei pantaloni consumati e in alcuni punti si erano lacerati, come se qualcosa li avesse strappati e il giubbotto semplice che portava era ridotto allo stesso modo. Non capivo se fossero semplicemente usurati o gli fosse successo qualcosa.
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"Tornando da me"
RomantikSara e' una ragazza di 28 anni, con un passato particolare e complicato alle spalle, a causa della nonna, una donna arcigna e ipocrita che l'ha cresciuta si, ma non certo come dovrebbe fare una nonna....quella donna le ha provocato profonde ferite...