Cap 15 ' Dyami-Aquila Reale'

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Dopo quella notte passata insieme, iniziammo a vederci anche fuori, sempre senza darci una definizione...palesemente non eravamo amici, ma neanche altro ancora.

Non ci eravamo mai nemmeno baciati, d'altronde.

Anche se quello che provavamo era palpabile nell'aria, ma forse nessuno dei due sentiva ancora di potersi lasciar andare del tutto o avevamo entrambi paura, semplicemente...e non ci sarebbe stato nulla di strano.

Due persone fortemente abituate a controllarsi.

Anche se quando eravamo insieme, avevo l'impressione che entrambi perdessimo il controllo, forse io un pochino di più.

Stavamo cercando di conoscerci al di fuori delle nostre convinzioni o di come eravamo cresciuti, aldilà delle nostre stesse paure.

" Fantasmino, non distrarti!!" mi riportò alla realtà la voce di Ahote, leggermente infastidito dal mio perdermi nei pensieri.

Poi passandosi una mano sulla fronte e spostando indietro il ciuffo laterale dei capelli legati in una sorta di chignon basso, con aria di chi ha perso la speranza :" Se non mi ascolti, come posso farti vedere la Riserva e farti comprendere come muoverti e cavartela, in qualsiasi situazione?!?" e sbuffando "Guarda che me ne torno a casa allora"

Lo guardai con uno sguardo supplicante, come per dirgli di non andare.

Abbassò lo sguardo e sorridendo: "Allora smettila di fare la testona!" con tono deciso.

Ahote mi stava facendo conoscere ogni parte della riserva. Mi aveva spiegato che il fiume vicino casa sua, era proprio lo stesso che avevo visto il primo giorno e che lui, come del resto tutta la sua tribù, cercava di vivere più a contatto possibile e naturale con quella che da loro, come dagli Antenati, era vista come la Madre Terra. La natura era la loro guida e per poterla sentire davvero e imparare a comprenderla, si doveva vivere nella maniera più semplice possibile e a contatto con essa.

Era qualcosa di vitale per loro.

E lo era anche per Aho, potevi avvertirlo in ogni cellula del suo corpo e della sua anima.

Per questo nessuno di loro aveva ne l'acqua diretta ne l'elettricità , vivevano vicino a fiumi e laghi e utilizzavano candele o lampade al kerosene per illuminare la notte, anche se lui, parole sue, preferiva la luce della luna e delle stelle le quali avvolgevano la casa durante la notte buia, donandogli una sensazione di calma e serenità come poche cose erano in grado di fare.

Lo ascoltavo affascinata e più passavo tempo con lui, più iniziavo a riconoscere quel posto come casa. Era come se una forza invisibile, mi chiamasse li in quel luogo e la sensazione che provavo dentro era di calma e pace crescente, come se fossi già stata li in un' altra vita.

Avevo iniziato a muovermi davvero bene tra alberi, radici, rocce e neve. Ero in grado di riconoscere varie piante, di studiare le impronte e comprendere cosa poteva esserci nelle vicinanze e intorno a me. Cominciavo a sentirmi sempre più sicura, non importava che ci fossero metri e metri di neve, grazie ad Aho ogni giorno diventavo più brava, anche se lui era irraggiungibile. Sembrava quasi volasse dall'eleganza e la leggerezza con cui si muoveva in quel luogo.

Un sabato mattina sentii bussare alla porta molto presto, Laura dormiva profondamente, io ero già sveglia e cercavo di dribblare i pensieri che si moltiplicavano nella mia testa.

Sembrava davvero un bel periodo, con Laura andava tutto bene anche se non avevo ancora trovato il coraggio di dirle ciò che provavo per Ahote, con David il rapporto era diventato leggermente più freddo, ma era normale visto che provavamo entrambi sentimenti diversi, con Yiska l'amicizia cresceva ogni giorno di più e tutti si erano resi conto, anche senza farne cenno, che io e Ahote avevamo ripreso a frequentarci, che non fuggivamo più uno alla vista dell'altro e soprattutto Yiska, ne era davvero entusiasta, glielo potevi leggere nel brilluccichio che divampava, ogni volta che ne parlavamo o ci vedeva insieme, in quegli splendidi occhi grigio/viola.

"Tornando da me"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora