Nina doveva avermi raccontato diversamente giocando proprio sul fatto di farmi discutere con lui, sapendo bene quanto Aho fosse riservato sulla questione.
"Maledetta vipera...ma non si fa schifo?" digrignai forte i denti pensandolo e intanto non mi resi conto di essermi raggomitolata sulle ginocchia, come un pulcino infreddolito.
Su una cosa aveva ragione però, Tala era davvero il primo grande amore di Aho, un amore fraterno, di sangue, incancellabile quindi nonostante la morte.
Mi sentivo debole e inutile, fuori posto in quel luogo, irrispettosa di ciò che mi aveva chiesto Ahote.
Mi tirai su e feci un passo per tornare indietro senza farmi vedere.
"Ma perché te ne stai andando? Ahote ha bisogno di te, adesso! Quando credi che dovresti stargli vicino, a parte quando gli salvi la vita?
Diamine Sara, ragiona! Oppure segui l'istinto e basta, ma fai qualcosa, qualsiasi cosa!!"
Mi voltai nuovamente verso di lui, era ancora li in piedi, in lacrime e immobile, con quello sguardo terribile negli occhi.
Le mie gambe si mossero da sole, come guidate da una forza sconosciuta. Iniziai a correre con il cuore in gola e più la distanza tra noi diminuiva, più batteva veloce.
Si rese conto di me solo quando arrivata mi lanciai su di lui e lo abbracciai delicatamente, ricordandomi come era ridotto, da dietro. Gli arrivavo a malapena alla parte finale della schiena, visto la differenza di altezza tra noi due.
Sbarrò gli occhi confuso e sobbalzò.
"Sara...?!?" disse con voce roca e bassa.
"Ti prego non ti arrabbiare, lo so che non dovrei proprio essere qui, ma Aho io voglio esserci per te, soprattutto quando qualcosa non va..."
"Ti avevo detto di tornare a casa..."
Rimasi in silenzio, guardandolo in faccia, seria.
Si girò verso di me come una furia, mi strinse da sopra i gomiti avvicinandomi a se nervosamente :" Se ti dico una cosa, non fai come ti pare, cosa ti dice il cervello?!? Sei forse scema?? Ieri ho quasi rischiato di portarti nella tomba con me!!"
"Io dovevo aiutarti, il mio corpo si è mosso da solo non ti avrei lasciato li per nulla al mondo, neanche se avessi rischiato di perdere io la vita!!" sbottai con un tono e una rabbia che normalmente non mi appartenevano.
Ero stanca di sentirmi sempre sbagliata, ero stanca di essere ripresa per ciò che provavo.
Questa volta fu lui a sussultare.
Poi continuò:" No Sara, non esiste, devi uscire dalla mia vita!! Ieri ho rischiato di commettere di nuovo lo stesso errore e non me lo sarei mai perdonato!!" esclamò fuori di se alzando il tono di voce,
"Ma cosa dici? Ero li per te, sono venuta a cercarti perché ero preoccupata!! Finiscila di trattarmi come una bambina, perché non lo sono!!" risposi urlando, letteralmente fuori di me.
Lui si accasciò a terra raggomitolandosi e nonostante la sua stazza, sembrava un bambino piccolo e terrorizzato.
Si prese la testa fra le mani irrequieto e nervoso al limite, come in panico.
Mi si strinse lo stomaco nel vederlo così.
"Ieri ho rischiato di perderti come ho perso lei anni fa, ho di nuovo messo in pericolo qualcuno a cui tengo, tanto da sentirmi lacerare dentro ogni giorno di più...io non posso più passarci...non ne uscirei vivo..." Lo sentii singhiozzare e lo abbracciai d'istinto, incurante della sua possibile reazione.
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"Tornando da me"
RomantizmSara e' una ragazza di 28 anni, con un passato particolare e complicato alle spalle, a causa della nonna, una donna arcigna e ipocrita che l'ha cresciuta si, ma non certo come dovrebbe fare una nonna....quella donna le ha provocato profonde ferite...