Cap 17 Mingan 'Lupo nero '

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Quella sera Ahote mi riaccompagnò a notte inoltrata.

Avevamo perso la cognizione del tempo tra la discussione e i successivi baci e abbracci di riappacificazione, cenando quindi al villaggio e mettendoci poi in viaggio.

Mi ero addormentata cullata dalla sua guida, sprofondando nei morbidi sedili di pelle nera che profumavano di pino e quercia, mentre le nostre mani erano intrecciate.

Quando arrivammo mi svegliò dolcemente, riempendomi di piccoli baci sulla testa, per poi scendere sul viso, sulle guance, sulle labbra e infine sul collo, istante in cui mi ero svegliata di scatto, non capendo immediatamente cosa stesse succedendo.

Lui di tutta risposta aveva sorriso malizioso insinuando che ero sveglia fin dall'inizio e ridendo quando, imbarazzatissima, iniziai a dirgliene di tutti i colori.

"Ah, siamo anche sboccate quindi" esclamò irriverente fermandomi per i polsi e mordendomi lievemente il labbro inferiore.

"Non potevo farcela, ero inerme quando si comportava cosi"

Non so che espressione assunsi pensandolo, ma la reazione di Ahote fu diversa dal solito.

"No Sara, non fare quell'espressione...altrimenti non ce la faccio ad andarmene..."

Mi guardò con lo sguardo di chi vuole una cosa, ma non può.

Non capivo.

Lo abbracciai e guardando verso l'alto per incrociare i suoi occhi, continuai: "E allora, rimani qui con me" con una sfacciataggine che non ricordavo di possedere.

"Mhm...no, meglio di no per oggi, altrimenti altro che lupo cattivo" un sorriso irriverente gli si formò sulle labbra.

Io abbassai lo sguardo, lui guardò di lato ed entrambi arrossimmo vivacemente.


Sembravamo due adolescenti alla prima cotta.


"Ah, prima che me ne dimentichi, devo darti un regalo"

Trasalii. Un regalo? Per me? Non era nemmeno il mio compleanno e lui mi aveva fatto un regalo.

Aprì il cofano del pick up e tirò fuori un oggetto costruito con legno e piume. La sommità era costituita di arbusti, intrecciati tra loro a formare un cerchio, con dei fili spessi che andavano a creare come una sorta di ragnatela, al cui centro vi era incastonata una piccola pietra azzurra, un turchese, lo riconobbi subito. Era la loro pietra portafortuna.

Dal cerchio principale si dipartivano penzolanti otto fili di cuoio, con delle perline marroni alle sommità, ai quali erano appese meravigliose piume verde acqua, che si alternavano ad altre bianche e nere .

Lo guardai sbigottita, era bellissimo, ma non sapevo cosa fosse.

"E' un acchiappasogni" sorrise "Impariamo a costruirli fin da piccoli e il primo solitamente ci viene donato da nostra madre".

Si fermò un attimo e mi sembrò di vedere un'ombra scura nei suoi occhi, poi continuò "Si narra che faccia parte della nostra cultura da Nativi americani, fin dagli albori ed abbia antiche origini sciamaniche.

Veniva chiamato "scaccia pensieri", ti dice forse qualcosa? " Sorrise, annuendo al fatto che pensassi troppo.

"La ragnatela serve per trattenere i sogni negativi, i pensieri brutti o tutto ciò che può essere negativo. Ha un ruolo di protezione durante il sonno, dove siamo tutti più esposti e fragili e abbiamo bisogno di sentirci sicuri e protetti, prima di abbandonarci al sonno.

"Tornando da me"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora