"La mattina seguente mi trascinai a forza fuori dal letto, avrei voluto poter stare in casa e non vedere nessuno, ma ovviamente non era fattibile.
Mi lavai viso e denti prima di buttarmi in doccia e quando vidi la mia immagine riflessa nello specchio, ci mancò poco che lanciassi un urlo.
Diamine santo, ero irriconoscibile.
Viso gonfio, occhi arrossati e circondati da grandi occhiaie nere, capelli che sembravano aver preso vita propria durante la notte, un graffio nella parte centrale del labbro inferiore, con del sangue ormai secco a chiudere quel piccolo buco. Lo avevo morso istintivamente il giorno precedente, prima di fuggire da casa di Ahote.
Ahote...avrei dovuto affrontarlo nuovamente e fingere disinteresse e menefreghismo.
Mi si strinse lo stomaco fortissimo e sentii la nausea salire.
Scrollai la testa e cercai di darmi una sistemata...quella mattina mi truccai anche, cosa che non facevo quasi mai perché mi piacevo già così, al naturale, ma quel giorno non sarei uscita senza per nulla al mondo.
Riuscii a rendermi presentabile: tuta morbida bianca e nera, capelli legati in uno chignon semplice e morbido dietro la nuca, dal quale uscivano alcuni ciuffi di capelli mossi e grazie al quale si intravedevano gli unici orecchini che portavo sempre, a forma di piccoli cerchietti dorati. Gli occhi truccati con matita nera e mascara, fard rosato sulle guance per dare un po' di colore e del burro cacao sulle labbra. Aggiunsi anche un paio di occhiali da sole approfittando del lieve sole presente quella mattina, per coprire meglio gli occhi gonfi.
Al collo una collana con una pietra di agata grigia e bianca, utile secondo la cristalloterapia, come scudo e protezione dell'anima. Ne avevo proprio bisogno in quel momento.
Mi avevano sempre affascinato quelle cose e quando potevo, provavo a metterle in pratica...un po' come lo studio delle piante.
Mi tornò in mente la "medicina" naturale, fatta di erbe e radici, che mi aveva preparato lui il giorno prima, ed ebbi un'altra stretta allo stomaco.
Non potevo continuare così, mi scrollai quel pensiero dalla testa e uscii di casa.
Fui grata per non aver trovato Laura, probabilmente era uscita prima quella mattina...ma avrei comunque rivisto tutti, compreso Ahote, una volta arrivata a lavoro.
Cercai di farmi coraggio e mi incamminai.
Sentivo i miei passi cosi pesanti che sembrava di avere dei macigni attaccati alle caviglie.
Arrivata davanti all' entrata del centro, respirai profondamente come per prendere coraggio, ed entrai.
Da lontano sentivo le voci di David e Laura che stavano scherzando. Indossai la corazza migliore che avevo, sorriso di circostanza e mi avvicinai salutandoli.
Non avevo ancora sentivo la sua di voce; invece.
" Ma ciao Sara!!"
David mi accolse con un sorriso meraviglioso e si avvicinò per abbracciarmi,
mi colse alla sprovvista, ma pensai che un abbraccio non poteva certo farmi male.
"Ciao Lau..." esclamai con un filo di voce,
lei era naturale come sempre, con i capelli legati in una lunga treccia morbida laterale, jeans aderenti blu chiaro e solo un maglioncino rosa di lana, visto che stava lavorando dentro lo studio per sistemare varie scartoffie burocratiche, con la stufa a legna accesa.
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"Tornando da me"
RomanceSara e' una ragazza di 28 anni, con un passato particolare e complicato alle spalle, a causa della nonna, una donna arcigna e ipocrita che l'ha cresciuta si, ma non certo come dovrebbe fare una nonna....quella donna le ha provocato profonde ferite...