Cap 27 ' Riunione '

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Mi ambientai velocemente alla riserva di Hooluk, molto prima di quanto credessi.

Il gruppo di persone con cui mi trovai a lavorare era costituito prettamente da uomini e nonostante il lieve imbarazzo iniziale, legai facilmente con tutti, anzi divenni addirittura la mascotte del gruppo essendo l'unica ragazza, per di più piccolina e di un'altra nazionalità.

Erano molto protettivi nei miei confronti, gentili e mi stimavano come medico veterinario.

Il lavoro era molto simile a quello che avevo svolto per sei mesi alla Riserva delle Sei Nazioni con in aggiunta anche un programma di riproduzione e reintroduzione degli animali selvatici, nel caso specifico dei grizzly, che mi esaltò totalmente.

Non potevo credere ci fosse anche quella tipologia di struttura in quel luogo, era un altro sogno che si avverava!

Poter non solo recuperare e rimettere in natura animali selvatici, ma veri e propri programmi a lungo termine di riproduzione e reintroduzione dei piccoli in natura, una volta autosufficienti, che avrebbero poi costituito la base di partenza per le generazioni successive di grizzly, aumentandone la popolazione, in quel momento ad una soglia numerica alquanto critica.

Passarono i mesi.

Le mie giornate erano scandite da sveglie all'alba, medicazioni, recuperi, controllo del programma di riproduzione. Ogni giorno c'era qualcosa di nuovo che apprendevo o scoprivo per la prima volta, senza avere minimamente il tempo per annoiarsi o pensare troppo.

Fu così che riuscii a buttarmi totalmente nel lavoro, dedicandomici anima e corpo. Questo mi permise di non rimuginare o pensare continuamente ad Ahote e grazie ai ragazzi sentii anche meno la mancanza dei miei amici, a partire da Laura e Yiska, finendo con David e tutti i Mohawk, che avevo conosciuto nei mesi precedenti.

Certo mi mancavano le ragazze, molto, ma la domenica era dedicata a lunghe telefonate con loro, così da sentirsi comunque vicine anche se c'erano tanti chilometri a dividerci. Riuscimmo anche a vederci per un pranzo ad Alo, un paio di volte.

Ogni tanto la sera, quando ero un po' meno stanca e non crollavo appena la mia testa sfiorava il cuscino, mi prendevo del tempo per leggere un libro, un romanzo classico o magari un fantasy ed era li, tra una pagina e l'altra, che il pensiero vagava arrivando fino a lui...stavo meglio certo, ma in realtà Ahote era ancora li,

non se n'era mai andato.

Adeso irrimediabilmente in un punto nascosto e sigillato del mio cuore e ogni tanto mi ritrovavo a riflettere su come sarebbe potuto essere stare insieme, senza paranoie, senza paure, come una normale coppia di persone che semplicemente, si amano.

Quando succedeva scacciavo velocemente il pensiero o cercavo di bloccarlo, mettendomi a dormire e dicendomi che erano solo fantasie inutili da adolescente che non mi potevo più permettere, perché nulla sarebbe cambiato.

Altre, come una sciocca riguardavo un paio di foto in cui c'era anche lui che avevo successivamente stampato quando ero ancora li, prendendole dal telefono.

Una scattata insieme quel natale.

Avevamo festeggiato tutti insieme e poi io e Ahote ci eravamo presi del tempo per noi, semplicemente stando a casa sua davanti al camino accesso a ridere e scherzare. Lo avevo preso in giro per la sua ossessione per i lupi, dicendogli che probabilmente in un'altra vita lo era stato anche lui e di tutta risposta mi aveva fatto così tanto il solletico, che alla fine tra le lacrime, dovetti chiedere "pieta'" e rimangiarmi tra le risate tutto ciò che avevo detto.

In quella foto sorridevamo entrambi felici, io ancora con le lacrime agli occhi e rossa in faccia per quanto avevo riso e lui divertito, aveva voluto scattarla per immortalare quel momento.

"Tornando da me"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora