Capitolo 6

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Ancora immersa in quel sogno così vivido da far emergere il suo profumo nell'aria, mi accorgo dell'odore di bruciato. Cavolo. Il fumo mi avvolge. Denso. Opprimente. Non può essere il caminetto, con il suo vetro protettivo. È come se mi avessero catapultata in quel luogo!

Istintivamente mi aggrappo all'anello, cercando una certezza, una connessione con la realtà. Ma, dannazione, non c'è.
L' ho lasciato sullo scaffale del bagno, a dispensare ricordi e misteri. Lì rimarrà. Non lo sopporto. Ho davvero vissuto quel dialogo surreale? No, non può essere.

Con il cuore che batte all'impazzata, mi precipito in bagno. Apro la doccia e lascio che l'acqua calda scorra a lungo, mentre l'olio profumato tenta di dissipare quell'odore acre che sembra ancora avvolgermi. Dopo dieci minuti, finalmente calma, avvolta nell'accappatoio, mi scruto allo specchio. Incredula, osservo i miei capelli - sempre un campo di battaglia - che oggi sembrano piegarsi docilmente alla mia volontà.

Il vapore profumato mi avvolge, portandomi un attimo di pace. Sorrido e con un'energia nuova, saltello giù per le scale con l'agilità goffa di un cucciolo d'elefante. I profumi familiari del pane tostato e della Nutella mi accolgono, riportandomi a una rassicurante quotidianità.

Un bicchiere di succo d'arancia fresco, una fetta di pane croccante con cioccolata cremosa: il mio rituale immancabile. Poco dopo, mi ritrovo alla fermata dell'autobus, mentre la città si risveglia, intrisa di suoni e odori vibranti. È l'ultimo giorno di lavoro prima delle ferie natalizie, e questa sera ho organizzato la cena pre-vigilia con le amiche a casa mia.

Alice ha la macchina e Chiara abita accanto. Spesso dormono da me, e già immagino la serata trasformarsi in un pigiama party natalizio. Sorrido tra me e me, anticipando l'idea di noi tre intente a scartare regali e a divorare schifezze davanti a un film, nel mio letto spazioso.

Salgo sul bus, che miracolosamente è in perfetto orario. Mi annuso con discrezione, cercando conferma di aver eliminato ogni traccia di bruciato. Un sospiro di sollievo: profumo di fiori e mela verde. Persino il leggero velo di trucco - steso al volo, sembra reggere bene. In un battito di ciglia, arrivo al bistrò.

Le strade del sabato sono stranamente vuote: molti già in ferie, scuole chiuse. Guardo l'orologio: puntualissima. La cosa mi coglie così di sorpresa che, senza pensarci, inizio a fare piccoli saltelli e gesti di vittoria. Da vera cretina - ma che soddisfazione!

«Se non ti sbrighi a entrare, i tuoi festeggiamenti saranno vani! Ti do cinque secondi per essere puntuale.»

Il solito Piero, sempre pronto a rovinarmi i momenti di gloria. Non l'ho nemmeno notato, troppo concentrata a congratularmi con me stessa. Se ne sta lì, all'angolo della porta d'ingresso, con la sua ennesima sigaretta - una di quelle che puzzano di escrementi di gatto.

«Ok, ok!» sbuffo. Con passo deciso, varco la soglia del bar, che brulica di gente festosa. L'aria è un mix di caffè arabico e cornetti appena sfornati. Raggiungo in fretta il bancone: sono arrivata giusto in tempo per assicurarmi la mia amata treccia alle noci con sciroppo d'acero - un piccolo lusso che non mi lascio mai sfuggire.

Ancora sulla soglia, Piero si concede gli ultimi tiri della sua sigaretta. «Alla prossima, fumatore seriale!» gli dico, facendo l'occhiolino prima di immergermi nel caos del bistrò.
Poco dopo mi raggiunge.

«Amanda è qui? In che mood è oggi?»

Domando.

«Sì, è in cassa. Sai, il Natale proprio non le va giù.»

«Lo so. Ma sinceramente non capisco perché.»

«Dopo vent'anni di matrimonio e con due bambine piccole, lo scorso Natale suo marito ha deciso di lasciarle sotto l'albero un biglietto, annunciando il divorzio e il trasferimento a casa di Giulietta, la loro babysitter, più giovane di vent'anni. Come se non bastasse, le ha bloccato i conti bancari, le ha tolto l'auto e ora vuole portarle via anche le bambine.»

Tessa-scacco matto- Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora