capitolo 3

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L'autobus si fermò con un sobbalzo―segnalando la mia destinazione. Rimisi il bigliettino nella tasca, avvertendo il leggero contatto sulla pelle mentre scendevo, pronta a sbrigare qualche commissione prima di rientrare a casa. Il freddo pungente si insinuava attraverso i vestiti, risvegliando il desiderio di avvolgermi nel comfort del pigiamone, sorseggiare una tazza di tè caldo accanto al camino e immergermi nelle mie serie preferite.

La casa di mamma emanava una luce accogliente e l'aria era impregnata di un profumo irresistibile di pollo arrosto e altre delizie che solleticavano le narici. La fame si faceva sentire con intensità,  speravo che quei deliziosi odori provenissero dalla mia cucina, dopo una settimana di pasti improvvisati come toast al formaggio.

"Mamma, sono tornata! Posso lasciare le tue cose sul divano?"
"Certo, tesoro! Sto preparando una cenetta da leccarsi i baffi."
"Oddio! Meno male, ho una fame incredibile! Porto fuori Sandy e torno tra mezz'ora. Devo raccontarti una cosa bizzarra―o meglio, assurda―che mi è successa oggi."
"Va bene, sbrigati che è quasi pronto! E copriti, fa freddo!" "Sì, certo!"

Sandy saltellava con gioia mentre la agganciavo al guinzaglio per la nostra passeggiata quotidiana.
Le strade, ormai libere dalla neve, scricchiolavano sotto i miei passi, mentre l'aria sempre più secca e frizzante mi carezzava il viso.

Seduta su una panchina, tirai su il bavero del giubbotto e alzai il cappuccio felpato, godendo del tepore immediato. Intanto, la mia compagna a quattro zampe esplorava felice il panorama―il suo entusiasmo era quasi palpabile nell'aria fredda.

Mi persi nei miei pensieri, un'inquietudine crescente come un’ombra che si allungava al ricordo delle parole della signora Lysa: "Potresti scoprire cose che non conosci..." Come se segreti nascosti, pronti a essere svelati, aleggiassero nell’aria―aprendo un territorio di conoscenza ancora inesplorato. Il riferimento alla "vecchia... vecchissima amica" mi colpì, e riflettei su legami del passato che forse avevano connessioni con il presente.

L'idea che questa amica potesse essere mia madre mi spinse a voler condividere le mie riflessioni con lei―nella speranza che potesse lenire quella crescente inquietudine. Chissà, forse insieme avremmo persino preso in considerazione l’invito a visitare l’Accademia di Lysa.

Sentivo la mancanza dell’atmosfera universitaria. L'idea di un passatempo culturale mentre aspettavo il mio Master mi sembrava perfetta per arricchire ulteriormente la mia vita. Ma un guizzo improvviso del guinzaglio mi riportò al presente. Sandy inseguiva una foglia mossa dal vento e la seguì con lo stesso entusiasmo di sempre. La sua energia, così vitale e spontanea, offriva un piacevole contrasto all'inquietudine che mi attanagliava.

Poi, la sua improvvisa attenzione verso quel cespuglio―lo stesso di quella volta precedente―e il ritrovamento di un antico batacchio di bronzo nascosto dietro di esso, aggiunsero un ulteriore strato di mistero all'atmosfera.

La cena―deliziosa―scivolò via piacevolmente, ma quei dettagli misteriosi non lasciavano la mia mente. Mentre aiutavo a sistemare la cucina, trovai infine il coraggio di porre la domanda che mi tormentava da un po':

“Conosci una signora di nome Lysander?” La reazione istintiva di mia madre―il piatto che le scivolò dalle mani, il suo sguardo sgranato―rivelavano una storia che forse aveva cercato di nascondere.

“Dove e quando l’hai vista?” chiese, il tono così serio che mi fece preoccupare. La mia risposta, però, la rassicurò. Le informazioni che avevo ricevuto da Lysa la sconvolsero, ma non potei fare a meno di notare che la sua calma apparente nascondeva una crescente inquietudine.

Tessa-scacco matto- Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora