Capitolo 11

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Opera protetta da copyright ( SIAE, patamu)

"Tanti anni fa... secoli, per la precisione, un massacro senza pari colpì i dodici regni. I sovrani, i loro discendenti, e persino i bambini... tutti trucidati senza pietà. Noi riuscimmo a mettere in salvo alcuni di loro, infrangendo la legge pur di offrire loro una via di fuga. Ricordo ancora le urla strazianti di quei bambini!" I suoi occhi di ghiaccio si velarono di orrore. Mi si strinse il cuore al pensiero di un simile atroce destino. Perché tanta crudeltà? Con il corpo percorsa da brividi e gli occhi colmi di lacrime, chiesi:

"Perché... perché tanta cattiveria?" Ector si sedette accanto a me, asciugando le lacrime che scorrevano senza sosta.

"Per colpa di una stupida profezia, scritta secoli fa," rispose, il tono amaro. "Una profezia tramandata di generazione in generazione, modificata ogni volta dal concilio... bastardi." Non riuscivo a comprendere. Come poteva una simile follia giustificare la morte di innocenti?

"Ma cosa dice quella dannata profezia?! Uccidere bambini... che mostri sono!" La rabbia mi stava consumando, mi infiammava. Quei mostri dovevano pagare. Ardon, poggiato alla parete accanto al letto, rimase in silenzio, perso nei suoi ricordi. Poi, senza esitazione, cominciò a parlare, la voce carica di dolore.

"Ero fuori città con mio padre, felici per aver stretto alleanze forti, quando vedemmo il nostro villaggio distrutto. Mio padre mi fece andare avanti per cercare di mettere in salvo mia madre e mia sorellina... ma non arrivai in tempo. Li vidi, stretti in un angolo, quando un soldato trafisse prima mia sorella, poi mia madre con una lancia. Annabel... aveva solo quattro anni, occhi blu come il mare di Cristalium... Un cuore puro come le acque della sorgente Kail. La sua piccola manina si tese verso di me... che cosa pensava? Che cosa voleva dirmi? Ero il suo eroe! L'ultima parola di mia madre fu... 'Scappa, salvati almeno tu!'"

Il dolore nelle sue parole era palpabile. "Uccidere quei soldati non mi diede pace, ma un giorno, giuro che li vendicherò. Mi salvai grazie a Ector. Ci siamo nascosti in un carro carico di cadaveri... ricordo l'odore del sangue, le urla, la carne bruciata, il clangore delle spade contro i corpi."

Ector abbassò lo sguardo, un'ombra di disperazione negli occhi. "Sono stati giorni di terrore, ma siamo sopravvissuti. Abbiamo incontrato Misia e PG, come noi fuggiti dall'inferno."

Mi bloccò il cuore vederli così, ogni parola di quel racconto vibrava di sofferenza. Ector guardò gli altri tre, come a dire che era troppo per me. Così, cambiò argomento.

"Piccola, devi mangiare. Il veleno ti ha indebolita, hai bisogno di forze!"

La fame mi colpì con tutta la sua forza, soprattutto ora che mi trovavo sola, avvolta dalla penombra della stanza. Ogni dettaglio intorno a me sembrava divenire più importante, come se fosse parte di un nuovo puzzle da risolvere.

La stanza era ampia, arredamenti curati. Le pareti erano ricoperte da stucco veneziano color avorio, fiancheggiate da quadri antichi. Due grandi finestre con tende di velluto blu lasciavano filtrare una luce morbida. Di fronte, una libreria di noce catturava lo sguardo, mentre un caminetto acceso diffondeva un calore che sembrava familiare. Con un sospiro, mi lasciai cadere sul letto, seppellendo il volto tra i cuscini nel tentativo di scacciare quei pensieri dolorosi... il profumo di Ardon impregnavano le lenzuola, avvolgendomi.

Misia aveva accennato a un massacro avvenuto secoli fa... e Lysander parlava di una spedizione tentata cinquecento anni prima... Ma quanto erano grandi davvero questi ragazzi? Sembravano solo un po' più maturi di me. La testa mi pulsava, troppo pesante per tutte le domande che non avevano risposta, finché infine, mi addormentai.

Un bacio delicato sulla guancia e l'aroma avvolgente dello zafferano mi risvegliarono dolcemente. Ardon era lì, con un vassoio in mano, il sorriso che gli illuminava il volto mentre mi offriva un risotto fumante, profumato e ricco di noci croccanti. Ancora assonnata, sbadigliai e mi stropicciai gli occhi, mentre un calore familiare mi pervadeva.

"Spero che ti piaccia," disse con un sorriso che tradiva l'attesa, "io ne vado matto."

Assaporai il piatto, gustando ogni singolo boccone. "Va benissimo, grazie," risposi, mentre il sapore dello zafferano mi avvolgeva i sensi.

"Questa è la tua stanza?" chiesi, scrutando l'ambiente intorno a me, che trasudava intimità e calore. Ardon annuì, aggiungendo un po' di legna al fuoco nel camino. Le sue parole al laghetto quella notte tornarono a infestare la mia mente - il suo sguardo intriso di dolore, quando aveva annusato i miei capelli, come se cercasse di trattenermi nella sua sofferenza.

"Ardon!" lo chiamai d'improvviso, facendo scattare la sua attenzione.

"Dimmi, Tessa," rispose, girandosi verso di me, il viso disteso ma con una lieve ombra negli occhi.

"Come dovrei comportarmi con Lysander?" chiesi, incerta. Non avevo mai saputo come affrontare una persona come lei, e ora sentivo il peso della mia ignoranza.

Ardon strinse i pugni, i muscoli tesi, e contrasse la mascella, ma fu Misia a irrompere nella stanza, seguita da PG ed Ector, con un'aria decisamente seria.

"Tessa, abbiamo bisogno di te," annunciò Misia, lasciandomi senza parole.

"Devi entrare in confidenza con quei ragazzi," continuò, la sua voce gelida di determinazione, "devi capire se Lysander ha davvero tra le mani gli eredi dei regni - i superstiti che con tanta fatica abbiamo salvato. E poi, devi scoprire la sua strategia, per avere un vantaggio su di lei."

Un nodo si formò nella mia gola. Come avrei potuto farlo senza attirare sospetti? La paura mi attanagliò, ma cercai di mantenere la calma. "Ma come posso farlo?! Lysander sa leggere i pensieri?!"

Si scambiarono uno sguardo sorpreso, poi Ector esplose, la sua voce irata riempiendo l'aria.

"Ecco come ha fatto quella sgualdrina a prenderli di sorpresa?!"

La mia mente si fermò per un attimo. In che inferno mi ero cacciata?

"Questo potrebbe essere un grosso problema!" commentò PG, con un'espressione di preoccupazione che non riuscivo a ignorare.

Ardon si avvicinò, il viso corrugato dalla rabbia. "Misia, puoi fare qualcosa?!"

"Potrei fare un incantesimo sul bracciale, ma desterebbe sospetti," rispose Misia, abbassando lo sguardo.

L'ansia mi attanagliava sempre più. "Lysander non deve sapere di noi... almeno non ancora!" concluse PG, facendo cadere un pesante silenzio nella stanza.

"Aspettate!" esclamai, mentre un'idea cominciava a prendere forma nella mia mente. "E se bloccassimo l'accesso a pensieri specifici? Tipo la nostra chiacchierata, l'incontro di stasera... una sorta di protezione selettiva?"

Misia mi guardò, un'ombra di ammirazione nei suoi occhi. "Potrei usare un incantesimo di occultamento mirato - per nascondere i legami che ti connettono a noi - ma non durerà a lungo."

"Dovrà bastare il tempo necessario per permettere a Tessa di scoprire la verità su quei ragazzi... Non permetterò che resti sotto le sue grinfie nemmeno un secondo di più!" ribatté Ardon, con un'irritazione che tradiva una furia pronta a esplodere.

La festa era ormai giunta al termine. Mentre tutti si affrettavano ad uscire dalla sala, mi resi conto di essermi persa la maggior parte dei momenti, ma onestamente, non mi importava. Dopo quella tensione palpabile e i racconti che avevano scavato solchi nel mio cuore, l'atmosfera era tornata goliardica, e io mi sentivo finalmente sollevata.

Misia aveva fatto lavare il mio abito, dandomi una delle sue t-shirt lunghe e comode. Mentre guardavo quel bizzarro quartetto che, nonostante la loro età, sembrava un gruppo di ragazzini inarrestabili, non potei fare a meno di sorridere.

Ector rubava le patatine a PG, mentre Ardon si faceva distrarre volutamente da lui. Misia, senza perdere un colpo, continuava a prenderli in giro, come se fosse una routine. Nonostante la confusione, un senso di calore mi pervase. Quel caos, quel legame che sembrava improvviso e instabile, mi dava una sensazione di casa, di sicurezza, che mai avrei pensato di trovare in un luogo così lontano dalla mia vita di prima.

Tessa-scacco matto- Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora