capitolo 2

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Protetto da copyright (SIAE e Patamu)




"Mi scusi, quanto tempo per due cappuccini e una brioche?"

Uffa. Sono sola al banco da tutta la mattina. Ieri ha nevicato e metà del personale è rimasto bloccato per le strade ghiacciate.

Io, ovviamente, non sono stata più fortunata: ho dovuto fare un lungo tragitto a piedi per raggiungere il vialone principale e prendere l'autobus. E, come se non bastasse, sono pure scivolata, regalandomi un bel livido sulla schiena.
Sandy, invece, sembrava entusiasta: saltava nella neve come se fosse a una festa, tornando a casa ricoperta di palline di ghiaccio.

Dopo il lavoro, mi aspetta una lunga lista di commissioni: passare dal signor Andrea a ritirare gli abiti di mamma, fermarmi dal fornaio per la cena... Lei torna stasera, dopo una settimana di viaggio, e ovviamente tutto deve essere perfetto.

"Allora, basta! Me li può preparare questi cappuccini e la brioche?!"

La voce acida della cliente mi fa sobbalzare. Mi giro e, raccogliendo tutta la calma che riesco a trovare - poca, a dire il vero - rispondo con un sorriso forzato:

"Buongiorno! Sto servendo le altre quattro persone che hanno fatto lo scontrino prima di lei. Lei lo ha fatto?"

"No, ma cosa c'entra? Aspetto da dieci minuti!"

Ah, eccola: la cliente della giornata. Il suo sguardo mi sfida, e la pazienza, evidentemente, è un concetto che non le appartiene.

"C'entra eccome, signora. Guardi i cartelli: Si prega di recarsi al bancone solo dopo aver fatto lo scontrino. Sono ovunque." Indico con calma esasperata.

"Le persone intorno a lei lo hanno fatto, e le loro ordinazioni sono sul mio monitor. Non posso servirla finché non lo fa."

Dio, quanto mi piace mettere le stronze al loro posto.

"Quindi?!"

Il tintinnio delle monete nella sua mano suona come una marcia funebre per la sua pazienza inesistente. Verde come un Grinch e furiosa come una marmotta in calore, scuote i soldi, li sbatte sul bancone e finalmente si decide a fare lo scontrino.

Penso che sia finita, ma ovviamente mi sbagliavo. Comincia a criticare i cappuccini, lamentandosi che sono insipidi, deboli, privi di carattere. Forse stava parlando di se stessa?

"Signora, la macchina è automatica! Non sono io a dosare gli ingredienti." Le sparo una piccola bugia, ma con il sorriso più smagliante che riesco a sfoderare.

"E stavolta devono andare bene."

Infuriata, si dirige verso il suo tavolo, pestando i tacchi sul pavimento come se volesse distruggere ogni piastrella. Mi domando, non per la prima volta, se il nostro bar sia un punto di ritrovo per i peggiori clienti della città.

Il suo passo risuona come un martello nel silenzio del locale. Si siede, ticchettando nervosamente con le dita sul bordo del tavolo. La porta si apre, lasciando entrare una ventata gelida, e il contrasto tra l'aria fredda e il calore del bar mi sembra il riflesso perfetto del suo carattere.

Poi, una voce morbida e gentile interruppe i miei pensieri.

"Buongiorno, Tessa!"

Mi voltai e riconobbi subito la donna elegante del 'cappuccino-non cappuccino.' Oggi indossava un completo rosa antico, abbinato a una camicetta color crema e un lungo cappotto panna con un collo di pelliccia. Ogni dettaglio sembrava studiato per esaltare la sua raffinatezza.

Il suo ingresso fu accompagnato da una fragranza delicata, che sembrava diffondere eleganza nell'aria. Ogni suo movimento era aggraziato, dal fruscio della gonna al modo in cui i suoi occhi scivolavano sull'ambiente, come se stesse riportando armonia nel caos lasciato dalla cliente precedente.

Tessa-scacco matto- Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora