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"Tessa!" La sua voce, così carica di terrore, mi fece tremare. "Per l'amor del cielo, rimani con me!" Non riuscivo a tenere gli occhi aperti. Il freddo mi avvolgeva come una coltre gelida, mentre il mio corpo si faceva sempre più pesante. Con un ultimo sforzo, riuscii a balbettare:
"Il succo blu!" La sua voce, tremante, gridò ancora il nome di Misia, ma tutto il resto mi sfuggiva. Riconobbi vagamente le voci di Ector e PG, ma non vedevo né sentivo più nulla.
Mi risvegliai in un corridoio buio, dove l’aria stagnante di muffa mi entrava nei polmoni. In lontananza, una luce tremolava, quasi fosse una stella solitaria. Mi sollevai, la testa intontita, e chiamai Ardon, ma la mia voce si perdeva nel silenzio.
Seduta su una panchina, al buio, scorsi una figura femminile. Un abito dorato con fili rossi la avvolgeva, mentre sulla testa portava un diadema di piume intrecciate, una corona d’aura misteriosa. Il suo volto, tanto familiare, mi colpì immediatamente. La sua espressione dolce e serena mi fece sentire al sicuro, ma anche incredibilmente confusa.
"Non devi andare verso la luce," disse con un tono solenne. "Devi tornare indietro!" Le sue parole mi colpirono come un fulmine. Confusa, risposi:
"Chi sei?! Come posso tornare indietro?" Senza rispondere, la donna alzò una mano e indicò qualcosa dietro di me. Un'ondata di calore mi percorse, come se fosse fuoco che ardeva nelle mie vene. "Fa male!" urlai, ma la voce non uscì come avrei voluto. Il bruciore divenne insopportabile, come se stessi bruciando viva.
Alzai la testa, ma la figura della donna era scomparsa, e con lei il dolore. Il gelo lasciò il posto a una lieve tregua. Tornai in me, ma il mio corpo sembrava essersi congelato, immobile. Il mondo, tuttavia, non si fermava: le voci si mescolavano intorno a me, accompagnate da un odore pungente di alcol e medicinali.
Riconobbi la voce di Ardon, carica di ansia. "Misia si salverà?!"
"Ardon, non posso usare la magia su di lei! Potrebbe annullare l’incantesimo di occultamento. Le ho dato un antidoto, ma il suo corpo è fragile come quello di un essere umano normale... credo sia stata avvelenata dalla belladonna." La voce di Ector mi raggiunse. "Il polso sta tornando regolare. La febbre sta scendendo. L'antidoto sta facendo effetto. Dobbiamo lasciarla riposare. Passami quella bottiglia, la devo reidratare. Una flebo di soluzione fisiologica... così il veleno se ne andrà."
Mi sforzai di muovermi, ma il mio corpo sembrava non rispondere. Non volevo che si preoccupassero troppo. Sentivo la forza tornare poco a poco, ma i miei occhi erano pesanti. Provai ad aprirli, ma tutto era offuscato. Poi, con un filo di voce, riuscii a sussurrare:
"Ardon."
Subito dopo, il suo profumo mi avvolse, ed ero certa che lui fosse lì. La sua mano calda si intrecciò con la mia.
"Sono qui, Tessa." La sua voce, un sussurro di conforto, mi fece sentire di nuovo viva. "Cosa mi è successo?" chiesi, le parole quasi faticose da emettere.
"Tessa," disse, e la preoccupazione si mescolava alla sua voce. "Come ti senti?"
"Mi fa male tutto... ma credo di star meglio. Piano piano," risposi, più per tranquillizzarlo che per convinzione. Cercai di sollevarmi, ma le forze erano ancora troppo scarse. Mi aiutarono, mettendomi seduta con delicatezza. Misia mi porse una bevanda calda, l'odore pungente mi colpì come un pugno allo stomaco.
"Tessa, bevi. Questo disintossicante eliminerà la belladonna."
"Che puzza!" protestai, facendo una smorfia. "Puzza di uova marce... Non so se ce la faccio."
Ardon, con il suo sorriso che sembrava più divertito che mai, mi guardò con un'espressione incredula. "Sei riuscita a zittire due Arpie e ad affrontare un'intera festa di sconosciuti, e ora non riesci a bere un intruglio?"
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Tessa-scacco matto- Volume 1
FantasyTessa una ragazza, dal carattere irrascibile ed avventato,cresciuta sola con la madre una stilista di moda molto ricercata, si trovano spesso a cambiare casa per lavoro, stabilita già da parecchi anni in un piccolo borgo dei castelli romani, lavor...