Capitolo 9.1

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"Mamma, è arrivato!" La mia voce tremava leggermente, carica d'ansia.

"Amore, respira! Stai serena! Non pensare a nulla, non devi avere paura. Se poi vedi che non stai bene, mi chiami e ti vengo a prendere!" La sua voce era come un balsamo, ma il nodo in gola non voleva scomparire. Feci una giravolta, sperando che i miei dubbi svanissero con il movimento.

"Sei un incanto!" disse mamma, con un sorriso orgoglioso.

"Grazie, mamma." La baciai, cercando conforto nel suo affetto.

"Vieni qui! Indossa questo," indicò il suo finto montone nero con cappuccio, impreziosito di rose ricamate. Era lungo e molto confortevole - una protezione necessaria, vista la quantità di pelle esposta. Presi un profondo respiro, radunai tutto il coraggio che avevo e salutai la mamma, dirigendomi verso la Porsche grigia che mi aspettava. Lo sportello si aprì con eleganza, grazie a un signore molto gentile in uniforme.
"Prego, signorina, si accomodi!" Dio! Non ero affatto abituata!

"Grazie mille!" Arrivammo subito - d'altronde, era molto vicino a casa mia - ma apprezzai comunque il passaggio in macchina, soprattutto per via dei tacchi. C'era un via vai di auto e persone, tutte elegantemente vestite e... mascherate... cavolo!

"Cavolo! Ho dimenticato la maschera!" Il conducente dell'auto mi porse una scatola rossa con un fiocco blu.

"Signorina, questa è da parte del signor Ardon." Un regalo per me?! Mi affrettai ad aprirlo; dentro c'era una bellissima maschera argentata, in perfetto pendant con il mio abito, accompagnata da un biglietto.

"Scommetto che sarà l'unica cosa che ti scorderai!" Che nervi! Come faceva a saperlo? Con cura, indossai la maschera, prestando attenzione alla mia pettinatura. Tirai un sospiro profondo per allentare la tensione e, con un passo deciso ma traballante a causa della ghiaia, mi avviai verso la porta principale, dove due donne semi-nude controllavano gli inviti.

Era il mio turno: consegnai la busta, appoggiai il cappotto ed entrai nel salone della festa. Wow! Rimasi esterrefatta! La sala era enorme, completamente addobbata con ghirlande di fiori e frutta secca, drappi rossi e argento, tende di velluto dorato e lampadari a gocce di Swarovski.

Lungo i lati, tavoli del buffet erano intervallati da poltrone e divani, con camerieri che portavano vassoi di prosecco e una folla numerosa e vivace. Non sapevo dove guardare! Cercai con lo sguardo sia Alice che Ardon, ma non riuscivo a trovarli - soprattutto lui, che aveva espresso il desiderio di avermi al suo fianco.

Ma come pensavo! Era solo un bluff! Rimasi un po' confusa per via delle luci abbaglianti e della musica alta. Poi notai un ragazzo vestito d'argento e oro, con lunghi capelli biondi e un corpo statuario, muoversi elegantemente verso di me. I suoi occhi erano come l'oceano, e le sue labbra... un'opera d'arte. Indietreggiai di un passo, presa alla sprovvista.

"Che incantevole creatura! Posso?" Si avvicinò, porgendomi un invitante flute colmo di un liquido rosato. Accettai, ringraziandolo con un leggero inchino. Mentre lo facevo, mi prese la mano libera e baciò il dorso, provocandomi brividi lungo la schiena.

"Posso avere l'onore di sapere il tuo nome?" Rimasi incantata dai suoi modi - affascinanti e inquietanti al tempo stesso.

"Tessa," risposi con fermezza, ma la mia voce tremava.

"Bellissima Tessa!"

"Posso invitarti a ballare?" Stavo per rispondere, ma un braccio mi cinse la vita, facendomi tremare.

"Damiano, la signorina è mia ospite! Sarà con me per tutta la durata della festa!"

"Ardon! Che piacere vederti, vecchio mio. Sei in perfetta forma, vedo!"

Non sembrava affatto una conversazione tra amici. Ardon aveva un'espressione di sfida, il suo corpo teso come un arco. Damiano, al contrario, era spavaldo e provocatorio.

<<Continua>>

Tessa-scacco matto- Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora