Una ragazza con un marchio antico.
Un'accademia che nasconde molto più di quanto mostra.
Un amore proibito, capace di incendiare mondi.
Tessa vive in bilico tra normalità e irrequietudine.
Finché non incontra una donna dagli occhi troppo attenti, e...
Opera protetta interamente con copyright (SIAE, patamu)
La mattina seguente, mi sveglia un vociare assordante nel corridoio e l’aroma avvolgente del caffè arabico. Nonostante le tensioni della sera precedente, il mio sonno è stato sorprendentemente tranquillo, privo di incubi. Allungo un braccio per stirarmi, ma qualcosa—anzi, qualcuno—mi trattiene.
Un braccio muscoloso mi avvolge, spingendomi verso un corpo caldo e familiare. Una voce roca e ancora assonnata mi risveglia del tutto.
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"Tessa, non vuoi restare qui ancora un po'?".
La voce di Ardon è morbida, quasi pigra, ma basta a farmi sobbalzare. Apro gli occhi di scatto, rendendomi conto della situazione: Ardon è nel letto con me. E non solo… mi sta abbracciando stretto, il suo calore corporeo avvolgente come una coperta.
"Ardon! Cosa ci fai qui?" esclamo, cercando di liberarmi dalla sua presa. Lui non si muove. Anzi, le sue braccia si stringono ancora di più attorno a me, mentre il profumo intenso della sua colonia riempie l’aria.
"È il mio letto e la mia stanza, se non sbaglio" risponde con un tono divertito. Giusto. È vero. Ma allora perché mi sta abbracciando?
"Va bene, intendevo... perché mi stai stringendo così?" ribatto, cercando di mantenere la calma.
Lui solleva leggermente la testa dai miei capelli, il suo respiro caldo contro la mia pelle, e sussurra: "Sono il tuo ragazzo. Dove altro dovrei essere?"
Il mio cuore si blocca per un istante. Il torpore del risveglio mi sta giocando brutti scherzi? Gli pizzico il braccio per svegliarlo—o forse per svegliare me stessa. Ma è una pessima idea.
Con un movimento fluido, Ardon si sposta, sovrastandomi completamente. La sua figura blocca ogni via di fuga, e il peso del suo corpo preme su di me.
"Ardon, pesi troppo. Non respiro!" protesto, cercando di spingerlo via. "Piccola piromane, solo cinque minuti…" mormora, con un sorriso che scioglie ogni mia resistenza. "Hai un odore così buono."
Il mio viso si accende di calore, mentre il suo profumo mi avvolge come una carezza. Non sono mai stata così vicina a qualcuno in vita mia—mai in una situazione del genere. Mi travolge un misto di imbarazzo e curiosità.
"Ardon, ti prego…" sospiro, cercando di suonare ferma. Lui sbuffa—o meglio, ruggisce—e si solleva appena, appoggiandosi sui gomiti. Ma non si muove di un millimetro. Ora mi fissa con uno sguardo ancora velato dal sonno, ma incredibilmente intenso. È bello da togliere il fiato.
"Cosa vuoi fare?" gli chiedo, il cuore che batte come un tamburo. "Oh, molte cose…" risponde con un sorriso malizioso. "Ma ti darò un assaggio solo se me lo chiedi."
Le sue parole mi lasciano senza fiato. Cerco di mantenere il controllo: "Puoi almeno alzarti? Così posso respirare." Con un sospiro teatrale, si sposta, sedendosi sul bordo del letto. Indossa una semplice tuta, i capelli spettinati in modo irresistibile.