Un posto speciale

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Nuovo spaventapasseri, nuova storia. Mentre Yuzuki cerca di ripristinarla, Mama e Babe fanno due chiacchiere.

«Oh, Yu...»

«Cos'hai, Mammina?»

«Presto ci lascerà...»

«È vero, ma io invece non lo farò mai.»

Yuzuki riemerge. «Di cosa stavate parlando?»

«Oh Yu, ottimo lavoro come sempre!»

Yuzuki si gratta leggermente la fronte. «Comunque... questa storia che ho riparato, è ambientata nella stessa regione della precedente. Stavolta la protagonista è la principessa che si finge un'indovina. Quella donna non me l'hai mai raccontata giusta.»

Riprendono a camminare. Salgono delle scale e nel frattempo Yuzuki si rivolge a Mama. «Di cosa stavate parlando prima?»

Risponde Babe. «Parlavamo di quanto mi vuole bene.»

«Ma ho sentito il mio nome-»

«Hai sentito male, moccioso.»

Yuzuki vede una ragazza salire una scala a chiocciola. «Hina?» Corre per cercare di raggiungerla, ma il terreno sotto di lui cede.

«Yu!!»

«Ehi, moccioso!»

Yuzuki impatta con il terreno e perde i sensi.

Lasciate stare mio fratello, stupidi! Stai bene, Yuzuki? Quei tipacci meritano una lezione...

Yuzuki riprende i sensi. «Era un sogno?» si guarda intorno, «ma dove sono finito?»

Alza la testa e guarda il buco da dove è caduto. «È un miracolo che sia sopravvissuto da quell'altezza. Devo salire e raggiungere Mama e Babe.»

Improvvisamente il telefono squilla.

«Yu, stai bene?! Sei ancora vivo?» dall'altra parte la voce di Mama.

«Beh, se ho risposto alla chiamata... significa di sì.»

«In effetti... comunque proverò a guidarti da qui, va bene?»

«Perfetto.»

Superato un portone, si ritrova davanti a uno Spaventapasseri. Nel frattempo Mama e Babe sono alla ricerca di un modo per ricongiungersi con Yuzuki.

«Il moccioso ha la pellaccia dura.»

«Meno male... non so cosa avrei fatto se... oooh, sono proprio un'inetta!»

«Mammina, non darti colpe che non hai.»

Dall'altra parte del telefono, Yuzuki chiama Mama. «È caduta la linea?»

«Oh no, scusa. Eccoci! Sistemata la storia dello Spaventapasseri?»

«Si.»

Yuzuki scavalca alcune colonne rotte che gli sbarrano la strada.

«Mama?»

«Sono sempre qui, Yu!»

«Come hai fatto ad avere il mio numero di telefono?»

«Eeeeh... Yu...» Mama comincia a fischiettare.

«Moccioso, non mettere in difficoltà la mia Mammina!»

«Ma veramente... è lecito porsi una domanda del genere. Poche persone nella mia vita hanno il mio contatto e solo con il mio permesso.»

«Sei noioso, moccioso.»

Yuzuki nota un oggetto strano alla fine del percorso. Si avvicina con cautela. «Cos'è?»

«Yu, tutto bene?»

«C'è una sorta di statua bianca con una luce bianca nel petto.»

«Ho capito di cosa si tratta! Toccalo!»

«Sicura?»

«Fidati di Mama!»

Yuzuki tocca la strana statua e viene teletrasportato altrove.

«Yu, dove sei finito? Non risulti più sulla mappa!»

«La mappa? Di cosa parli?»

Yuzuki si guarda intorno. «In ogni caso... mi ritrovo all'interno di quello che sembrerebbe un ascensore.»

«Moccioso... non hai modo di uscire?»

Yuzuki tocca un tasto. «Ecco fatto.»

All'apertura delle porte si ritrova davanti a uno spettacolo bellissimo: una distesa di fiori bianchi e luminosi. «Mai vista una cosa del genere in vita mia. Questo posto emana una certa... tristezza.»

Il suo piede calcia per errore un portachiavi. Yuzuki si china per raccoglierlo. «Questo è... il portachiavi di mia sorella a forma di uccellino,» lo ruota, «le piaceva così tanto... lo aveva attaccato sullo zaino di scuola.»

Più avanti nota qualcosa di altrettanto familiare. Si avvicina e raccoglie un portafoglio. «È di mamma!»

Vicino c'è una penna. «E questa... cosa ci fa qui? È quella che uso di solito. Io e mia sorella giocavamo a chi la faceva roteare più tempo tra le dita.»

Yuzuki nota una sorta di tenda, ma il suo sguardo determinato cade su quella che potrebbe essere l'uscita. Una volta raggiunta però c'è una porta non c'è verso di aprirla. «Rimarrò qui per sempre?»

«Yu, non essere così pessimista! Veniamo a prenderti. Mi se-»

La linea cade.

«Ehi, Mama! Ci mancava anche questa,» Yuzuki rivolge di nuovo lo sguardo alla tenda di prima, «non mi rimane altro che aspettare.»

Arrivato alla tenda si siede su una specie di letto in legno, fatto alla bell'e meglio.

«Che silenzio... senza Mama e Babe non è la stessa cosa,» si sdraia e lentamente i suoi occhi si chiudono.


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NieR Re[in]carnation: F[or]everDove le storie prendono vita. Scoprilo ora