La storia di Yuzuki, terza parte

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Capitolo 31 – La storia di Yuzuki, terza parte

Yuzuki si ritrova in un posto oscuro. Dentro di sé prova una sensazione: quella della morte. In cielo una luna inquietante, ma è l'unico riferimento a sua disposizione. Sotto di essa vede due figure: un bambino e una donna.

«Mamma, cosa significa il mio nome?»

«Yuzuki significa "luna". Ti ho dato questo nome con la speranza che crescendo diventassi una persona gentile ed altruista.»

Il ricordo di una conversazione avuta con la madre quando era piccino. Il ricordo di suo padre furioso, di sua sorella che gli faceva i dispetti... e l'unica a supportarlo era lei, la madre.

Yuzuki rivolge lo sguardo alla luna, un faro che splende nell'oscurità, una guida che possa aiutarlo a tornare da sua madre.

Si risveglia sul divano. Le tende sono tirate e nella stanza non filtra luce. L'unico rumore che si sente è il ronzio del frigorifero.

Sul tavolo davanti a lui giacciono varie bottiglie e flaconi: si tratta di veleni e medicinali, acquistati nel dark web, in dosi abbastanza forti da ucciderlo all'istante.

Vuole suicidarsi, ma senza compromettere il cuore.

È l'unico modo per salvare sua madre, eppure... mentre fissa una pastiglia, le sue mani tremano.

«Devo farlo,» si ripete, «per mia madre.»

La pastiglia vicino alla bocca, ormai è quasi fatta... il telefono però comincia a squillare. Il cuore di Yuzuki batte all'impazzata, ma non perde tempo a rispondere, anche se con mani tremanti.

Una voce dall'altra parte del telefono. «La chiamiamo all'ospedale riguardo sua madre...»

Da lì in poi solo il vuoto. Si ritrova nella stanza di sua madre. Lei immobile mentre la luce che filtra attraverso la finestra toccano i tratti del suo viso rendendoli ancora più eterei.

È morta da poco. I medici dicono che è stato improvviso. Le sue labbra sono incurvate in un sorriso, come se finalmente fosse libera da tutto il dolore.

Yuzuki cerca di soffocare le lacrime, tenendo a distanza quel dolore che vuole divorarlo dall'interno. Ha perso il suo ultimo barlume di speranza e non può fare altro che stringere la mano fredda di sua madre.

Yuzuki riprende i sensi.

«Yu... come stai?»

«Ho rinunciato a tutto per mia madre... non mi interessava di nient'altro.»

«Seguimi... se aggiusterai la luna potrai fare qualcosa... me lo sento.»

Salgono insieme un ascensore che li porta nella parte più alta della Gabbia. Una volta messo piede fuori dall'ascensore, Yuzuki vede un'impotente scalinata: sembra una sorta di santuario.

«Questo è il punto più vicino alla luna e il posto più vicino al tuo mondo.»

«Capisco.»

Giunti a metà della scalinata, si fermano.

«Yu... ne abbiamo passate tante insieme, vero?»

«Sì.»

«Yuzuki, vorrei dirti una cosa...»

«Che cosa c'è?»

«No, lascia stare! Non è... importante.»

«Mama...»

«Da qui in poi proseguirai da solo: in cima alle scale troverai l'altare della luna... donagli i frammenti e ripara la luna.»

«Lo farò.»

«Yu... sei un bravo ragazzo e anche molto affidabile. Sono orgogliosa di te.»

«Viaggiare con voi... è stato bello e... mi ha aiutato tanto.»

Babe spunta dal grembiulino.

«Ma guarda... questa tua confessione non me l'aspettavo, moccioso.»

«Vai, Yu... ti raggiungiamo dopo!»

Yuzuki arriva in cima e raggiunge l'altare. Improvvisamente riceve una chiamata. Sull'ID chiamante c'è scritto "Mamma". Non crede ai suoi occhi. Dall'altra parte del telefono, la voce della madre che lo chiama per nome.

Lo schermo del telefono si illumina e da esso escono i tre frammenti. Questi si incastrano in tre fessure dell'altare ed esso emana una luce che colpisce la luna. Mama raggiunge Yuzuki.

«Dimmi, Yu... come vuoi cambiare il tuo passato?»

Continua nel capitolo "Il desiderio di Yuzuki" 

NieR Re[in]carnation: F[or]everDove le storie prendono vita. Scoprilo ora