Nella scuola di Hina, si avvicina inesorabile il momento della consegna dei diplomi. Il chiacchiericcio degli studenti riempie, come sempre, i corridoi. Dopo aver ricevuto convocazione, Hina si dirige nell'ufficio del preside. Si sente gli sguardi degli studenti addosso... è una sensazione spiacevole, come se fosse colpevole di qualcosa. Apre la porta e ad attenderla ci sono tutti gli insegnanti. Lei fa un leggero chino della testa e raggiunge il Preside.
Di solito viene chiamata dai suoi insegnanti per ricevere i complimenti riguardo i risultati che ottiene, ma questa volta sembra diverso: gli occhi che ha continuamente addosso dalla prima sono colmi di delusione e il Preside non fa eccezione. «Ti rendi conto di cosa hai fatto? Sono venuto a sapere da una fonte che tu... spacci droga. Sono... deluso. No, non so esattamente cosa provo, ma arriverò al punto: Hina Akagi, sei sospesa.» Parole pesanti come macigni, ma il Preside non ha ancora finito. «E dimenticati delle offerte di lavoro che hai ricevuto.»
Finita la ramanzina, Hina esce dall'ufficio camminando a testa bassa. Tutti i suoi sforzi sono stati vanificati. Le sono rimasti solo il dolore e la disperazione a cui decide di cedere. Nella sua mente vede un sole sporco che fa fatica a emanare luce. Sotto di esso, vede lei da bambina mano per la mano con suo padre.
«Papà, cosa significa il mio nome?»
«Sai piccola... Hina significa "sole". Ho scelto per te questo nome perché volevo crescessi felice e con sorriso luminoso.»
Quando la madre la sgridava o quando bisticciava con il fratello, suo padre era sempre lì a tirarla su di morale.
Dopo essersi calmata, Hina si incammina verso casa, così da tornare da suo padre e portargli il calore del suo sole.
Entra in casa, ma c'è un silenzio tombale. Pensa che il padre stia riposando e, con passo felpato, raggiunge il salotto. Davanti a lei, uno spettacolo raccapricciante: suo padre si è impiccato. Hina cade in ginocchio. «Papà, ma come...? Che cosa hai...?»
Gli occhi senza vita sono fissi su Hina. Il cuore le si spezza, dilaniato dal dolore. Si sente sprofondare in un'oscurità senza fine.
È colpa di... mia madre. Tutto quanto!
Hina riprende i sensi nella Gabbia, in lacrime. «Ogni mio sforzo... era dedicato solo a mio papà. Ho studiato tanto... ho sempre sorriso anche davanti alle avversità. Perché... questo deve succedere a me?»
Papa le si avvicina. «Oh, piccola mia... fatti forza. Siamo alla fine del tuo viaggio.»
Insieme lasciano la stanza e raggiungono un ascensore. Arrivati in cima, c'è una maestosa scalinata e un altare ad attenderli.
«Hina... questo è il punto della Gabbia più vicino al sole e al tuo mondo.»
A metà della scalinata, Papa si lascia andare. «So che non abbiamo passato molto tempo insieme, ma ti ringrazio per tutto quello che hai fatto.»
«Non dirlo. Sono io a dover ringraziare te.»
Papa soffoca una risata malinconica. Sopra le loro teste il sole e un'altra scalinata. «Sei quasi arrivata, Hina. Li c'è l'altare del Sole, lo vedi? Offri i frammenti di Sol e ripara così il sole. Vai, ti aspetterò qui.»
Hina sta per tendere una mano verso Papa, ma la ritrae. «Mentre viaggiavamo insieme, era un po' come stare con mio papà... i giorni felici. È... stato bello.»
«Ne sono felice...»
«Grazie, ancora... ora vado.»
Hina raggiunge l'altare. Improvvisamente riceve una chiamata. Sull'ID chiamante c'è scritto "Papà". Non crede ai suoi occhi. Dall'altra parte del telefono, la voce del padre che la chiama per nome.
Lo schermo del telefono si illumina e da esso escono i tre frammenti. Questi si incastrano in tre fessure dell'altare ed esso emana una luce che colpisce il sole. Papa raggiunge Hina.
«Dimmi, piccola... in che modo vuoi cambiare il passato?»
Continua nel capitolo "Il desiderio di Hina".
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NieR Re[in]carnation: F[or]ever
DobrodružnéDISCLAIMER: NieR Re[in]carnation: F[or]ever è un piccolo progetto che consiste nel trasporre gli eventi del gioco di NieR: Reincarnation, gioco mobile ormai offline. Ci saranno alcune differenze, ma cercherò di impegnarmi nel rimanere fedele alla s...