Pov Lando
Entrai nella sala conferenze, aspettandomi un'altra delle solite riunioni di debriefing post-gara. Mi aspettavo di vedere i volti familiari del team, pronti a discutere la mia prestazione in Bahrein. Ma quando i miei occhi si posarono su Elena, seduta al tavolo, il cuore mi sprofondò nel petto.
Cosa ci faceva lì? Perché Charlotte aveva deciso di coinvolgerla senza dirmi nulla? Le domande mi travolsero in un'ondata di frustrazione e rabbia. Non poteva essere vero. Non potevo credere che avessero fatto tutto questo alle mie spalle.
Mentre Charlotte iniziava a parlare, illustrando il piano con la sua solita calma professionale, mi sentivo come se stessi per esplodere. Come poteva pensare che questo fosse giusto? Elena non aveva nulla a che fare con i miei problemi, non era lei che doveva essere trascinata in questo disastro.
Osservai Elena mentre ascoltava Charlotte, il suo sguardo confuso e dubbioso. Mi sentivo in colpa. Avevo visto cosa significava per lei essere catapultata nel mio mondo durante quella serata a Londra, e ora stavano cercando di costringerla a farne parte in maniera permanente, per un motivo che non aveva nulla a che fare con lei. Non era giusto. Non avevo nemmeno avuto la possibilità di discutere la cosa prima che lei venisse coinvolta.
La mia mente correva veloce, cercando di trovare un modo per fermare tutto questo, ma ero intrappolato. Sapevo che qualunque cosa avessi detto in quel momento avrebbe solo peggiorato la situazione. Dovevo aspettare. Dovevo lasciare che Elena prendesse la sua decisione senza sentire ulteriori pressioni.
Quando Charlotte le consegnò il contratto, avrei voluto strapparlo via e dire a Elena di andarsene, di non farsi coinvolgere in tutto questo. Ma tutto quello che potevo fare era restare in silenzio, sentendo crescere dentro di me un senso di ingiustizia e impotenza. Quando Elena si alzò per andarsene, le lanciai uno sguardo carico di scuse, cercando di trasmetterle che non ero d'accordo con nulla di quello che stava succedendo. Lei mi rispose con un sorriso comprensivo, ma i suoi occhi tradivano la stessa incertezza che sentivo io.
Appena la porta si chiuse alle sue spalle, non riuscii più a trattenermi.
"Che diavolo pensate di fare?!" urlai, la voce che rimbombava nella sala. Tutti si voltarono verso di me, ma non mi importava. Ero furioso. "Perché nessuno mi ha detto niente? Avete idea di quanto sia sbagliato quello che state facendo?"
Charlotte mi fissò con un'espressione impassibile, ma c'era un lampo di sorpresa nei suoi occhi. "Lando, calmati. Questa è una decisione che abbiamo preso per il tuo bene, per proteggere la tua immagine e la tua carriera."
"Proteggere la mia carriera?" ribattei, la rabbia che cresceva ad ogni parola. "State mettendo in mezzo una persona che non ha nulla a che fare con tutto questo! Elena non è un oggetto da usare per ripulire la mia immagine. Dovevo essere consultato prima! Dovevamo trovare una soluzione diversa, non trascinarla in questo casino."
Charlotte rimase calma, come se fosse preparata alla mia reazione. "Lando, capisco che tu sia arrabbiato, ma dobbiamo pensare al quadro generale. La tua carriera è in una fase cruciale. Questa soluzione, per quanto non convenzionale, potrebbe essere la migliore."
"Non voglio la soluzione migliore se significa usare le persone in questo modo!" sentii la mia voce incrinarsi leggermente mentre la frustrazione si trasformava in disperazione. "Elena non ha chiesto niente di tutto questo, e non ha alcun motivo per accettare. Se le importa un minimo di sé stessa, rifiuterà."
Charlotte sospirò, incrociando le braccia. "Elena non è stupida, Lando. Sa che ci sono benefici anche per lei. E se decide di accettare, sarà stata una sua scelta. Ma dobbiamo essere realistici: la tua immagine ha bisogno di un aiuto, e rapidamente."
Rimasi in silenzio per un momento, il petto che si sollevava e abbassava rapidamente per la rabbia. "E cosa succede se rifiuta? Cosa facciamo allora?"
Charlotte mi guardò negli occhi, mantenendo il controllo. "Allora troveremo un'altra soluzione. Ma speriamo che non ce ne sia bisogno."
Non potevo crederci. Mi sentivo come se fossi stato tradito, non solo da Charlotte, ma da tutto il sistema che mi circondava. Loro vedevano solo numeri, statistiche e strategie. Io vedevo una persona reale, coinvolta senza colpa in una rete di manipolazioni.
"Non posso credere che sia arrivato a questo punto," sussurrai, abbassando la voce mentre la rabbia iniziava a dissiparsi, lasciando spazio a una profonda stanchezza. "Non posso crederci."
Charlotte non rispose subito. Lasciò che le mie parole riecheggiassero nella stanza, forse rendendosi conto che la situazione era più complessa di quanto avesse immaginato. "Lando, non è mai facile prendere queste decisioni. Ma ricorda che siamo qui per aiutarti."
Scossi la testa, ancora incredulo. "Aiutarmi? A che prezzo? Non voglio diventare una di quelle persone che sacrificano tutto e tutti per la carriera. Elena non merita questo, e nemmeno io."
Charlotte mi fissò per un lungo momento, poi annuì leggermente. "Capisco il tuo punto di vista, Lando. Ma voglio che tu sappia che non stiamo facendo nulla che non pensiamo sia nel tuo miglior interesse. Tuttavia, se hai un'altra idea, siamo disposti a sentire le tue proposte."
Questa volta fui io a restare in silenzio, combattuto tra la voglia di mandare tutto all'aria e la consapevolezza che, forse, non avevo una soluzione migliore. Era una trappola, e in fondo lo sapevo.
Charlotte continuò, il tono più morbido. "Parla con Elena. Se rifiuta, accetteremo la sua decisione. Ma potrebbe anche vedere questa come un'opportunità per lei, non solo per te. Dalle il tempo di riflettere."
Non avevo più energie per continuare a discutere. Annuii semplicemente, ma dentro di me sentivo che qualcosa era cambiato. Questo non era il mondo in cui volevo vivere, e non ero sicuro di poter accettare le regole che sembravano governarlo.
Mentre la riunione si scioglieva e le persone cominciavano a lasciare la stanza, rimasi lì per un po', in silenzio, cercando di capire come affrontare la situazione. Avevo bisogno di parlare con Elena, di scusarmi, di spiegarle che non era quello che volevo, che non ero io a volerla coinvolgere in questo.
Ma soprattutto, dovevo trovare un modo per uscire da questa situazione senza compromettere chi ero e chi volevo essere. E forse, dovevo farlo senza seguire i consigli di chi diceva di voler proteggere la mia carriera, ma che sembrava dimenticare che dietro al pilota c'era anche una persona.
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Amore sotto i riflettori // Lando Norris
FanfictionQuando l'immagine di Lando Norris, pilota di Formula Uno, viene minacciata da scandali, la sua squadra di PR propone a Elena Harrison, una giovane studentessa di medicina, di fingere una relazione romantica con lui per risollevare la sua reputazione...