capitolo 20

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POV LANDO

Le qualifiche sono uno dei momenti più intensi del weekend. È il punto in cui tutto ciò che hai fatto finora deve convergere in pochi minuti perfetti. O tutto o niente.

Entro in macchina con la concentrazione al massimo. Il paddock svanisce, il pubblico diventa un rumore di sottofondo. Tutto ciò che conta è il circuito, la macchina e il tempo. Le FP3 erano andate bene, ma Suzuka è un circuito che non perdona. Qualsiasi errore può costarti tutto.

Il mio ingegnere inizia a parlare via radio, e la tensione cresce. Il primo tentativo è buono, ma non perfetto. Lo capisco dal tono della voce del team. So che devo fare qualcosa di speciale.

Esco per l'ultimo giro, con il cronometro che si avvicina alla bandiera a scacchi. "Dai, Lando," mi dico sottovoce. La pista sembra quasi vuota, ogni curva è solo per me. La macchina risponde a ogni comando, e sento che sto spingendo oltre il limite, ma è un rischio che devo correre.

Quando taglio il traguardo e sento l'urlo del mio ingegnere nelle cuffie, mi rendo conto di avercela fatta. Pole position. Suzuka. Una pista leggendaria.

Scendo dalla macchina e vedo il team esplodere di gioia. Li raggiungo correndo, saltando nelle loro braccia. La sensazione di aver dato tutto e di essere stato ricompensato è indescrivibile. I meccanici mi abbracciano, mi battono sulla schiena, e per un attimo dimentico tutto il resto.

Poi, con la coda dell'occhio, vedo Elena. È in disparte, con le cuffie intorno al collo e un sorriso tranquillo sul viso. Non si avvicina, ma è lì, a guardare. Mi piace come riesce a rimanere discreta anche in momenti come questo.

Un paio di meccanici la notano e iniziano a chiamarla. Lei scuote la testa, ridendo nervosamente, ma loro non le danno scelta. Prima che possa protestare, la sollevano di peso e la portano da me.

"Elena!" esclamo ridendo, mentre i ragazzi la mettono giù. Lei arrossisce leggermente, cercando di sistemarsi la maglia.

"Non potevo mica restare lì per sempre," dice, fingendo di essere infastidita, ma il sorriso che le illumina il viso dice il contrario.

Senza pensarci troppo, la abbraccio. "Grazie," le sussurro. Non so nemmeno per cosa esattamente, ma in quel momento mi sembra la cosa giusta da dire.

Lei non risponde subito, ma mi stringe per un attimo. Poi si stacca, guardandomi con un'espressione seria. "Hai fatto un giro incredibile. Ma non ti montare la testa, eh."

"Mai," rispondo con un sorriso furbo.

Il team continua a festeggiare intorno a noi, ma per un attimo sembra che il mondo si sia fermato. Poi, come sempre, la realtà torna a bussare: interviste, foto, analisi. Ma so che questo momento resterà con me, perché l'ho condiviso con chi conta davvero.

Dopo la pole position, l’adrenalina continua a scorrere. È stata una giornata incredibile, e l’unico modo per concluderla degnamente è festeggiare. "Ragazzi, offro io," annuncio ai piloti durante una pausa nel paddock, allargando le braccia con un sorriso.

Oscar, Charles, Carlos, George, Pierre e Max accettano subito. Non c’è bisogno di dirlo due volte. Le loro ragazze, Alex, Kika, Kelly, Carmen e Rebecca, sono altrettanto entusiaste, pronte a godersi una serata leggera dopo l’intensità delle qualifiche.

Elena accetta di venire, ma con una condizione: "Vengo, ma resto poco e niente alcol. Non ho ancora studiato oggi, e sono già in ritardo sulla tabella di marcia."

"Va bene," le rispondo, alzando le mani. "Promesso, niente pressioni."

Ci ritroviamo tutti in un locale vicino al circuito. La musica è allegra, le risate riempiono l’aria, e per un po’, sembra che il mondo delle gare non esista. Offro un giro di bevande a tutti, e anche Elena accetta un succo di frutta, sorseggiandolo tranquillamente mentre osserva il caos intorno a noi.

Passiamo un paio d’ore a chiacchierare e ridere. Elena resta con noi per un’ora, ma poi si alza per andare in camera a studiare.

Inizio a sentirmi in colpa a lasciare Elena da sola così mi viene un'idea folle. "Ragazzi, le che ne dite se stasera diventiamo studenti di medicina. Andiamo da Elena e diamole una mano a studiare. "

"Se è per aiutare Elena, ci sto," dice Carlos, ridendo. Rebecca lo guarda sorpresa, ma poi annuisce. "Anch'io."

"Anche noi," aggiungono Alex e Kika, seguite a ruota da Charles, Pierre e Max.

Oscar ci osserva scettico. "Non so quanto posso essere d’aiuto, ma ci provo."

Quando arriviamo nella stanza di Elena, la troviamo immersa nei suoi libri e appunti. Alza lo sguardo e ci osserva, sorpresa. "Che ci fate qui?"

"Stuadiamo con te medicina," scherza Charles, facendo l’occhiolino.

"Come possiamo aiutarti?" chiede Carlos con un sorriso sincero.

Elena si passa una mano tra i capelli, visibilmente perplessa, ma poi sospira e sorride. "Va bene. Ho preparato delle flashcard con i sintomi delle patologie. Potreste farmi le domande e io cerco di rispondere."

Ci divide le flashcard, spiegandoci velocemente come funziona.

Max, sempre il primo a volersi mettere alla prova, si alza per fare la prima domanda. “Quali sono i segni clinici di un'emorragia subaracnoidea?”

Elena risponde senza esitazione, e devo dire che mi impressiona. “Cefalea improvvisa e forte, rigidità nucale, fotofobia, e a volte perdita di coscienza. Spesso c’è anche nausea e vomito.”

“Wow, brava!” esclama Oscar, sorpreso. “Questa è difficile, ma l’hai centrata in pieno.”

“Ok, tocca a me,” dice Charles, con il suo solito sorriso complice. “Che mi dici dei sintomi di un ictus ischemico?”

Elena non perde tempo e risponde con calma, quasi senza pensarci. “Emiparesi, afasia se coinvolta l’area del linguaggio, e disartria. Se il flusso sanguigno non viene ripristinato rapidamente, il danno neurologico aumenta.”

Charles scuote la testa, impressionato. “Giusto! La nostra Elena sta facendo una figura da esperta.”

Pierre ride e poi fa la sua domanda: “E la triade di Beck? Quella per il tamponamento cardiaco?”

Mi guardo intorno, curioso di vedere come risponderà. Lei non si fa pregare. “Ipotensione, turgescenza jugulare, e suoni cardiaci ovattati.”

“Giusto!” dice Charles, ammirando la risposta di Elena. “Ok, ragazzi, possiamo chiudere la sezione delle domande difficili, non voglio farmi umiliare troppo!”

“Volete una domanda veramente difficile?” dice Max, divertito. “Come si manifesta una pancreatite acuta?”

Elena ci pensa un attimo e poi risponde con sicurezza: “Dolore epigastrico improvviso e intenso, che può irradiarsi alla schiena. Spesso ci sono nausea, vomito, febbre e aumento dei livelli degli enzimi pancreatici nel sangue.”

Carlos, che è sempre stato uno dei più scettici riguardo a tutto ciò che riguarda la medicina, alza le mani in segno di resa. “Ok, Elena, direi che sei pronta per l’esame, non c’è bisogno di continuare!”

“Dai, Carlos, non fare il timido,” dico, ridendo. “Mettiamola alla prova con una domanda ancora più difficile!”

Carlos ride anche lui e decide di fare la domanda finale. “Che ne dici di ascite? Quali sono le cause e i segni clinici?”

Elena non perde tempo a riflettere. “La causa principale è la cirrosi epatica. I segni clinici includono epatomegalia, splenomegalia, vene dilatate, e, in alcuni casi, il segno di Cullen o di Grey-Turner.”

“Perfetto!” dice Carlos, soddisfatto. “Ok, ragazzi, penso che non ci sia più bisogno di fare altre domande. Elena, sei un genio!”

Tutti ridiamo, e io non posso fare a meno di sentirmi davvero orgoglioso di lei. Sembra che non ci siano cose che non sappia. Mi avvicino a lei e la abbraccio brevemente. “Non avevo dubbi. Sei una delle migliori, anche senza il nostro aiuto.”

Elena sorride, apprezzando davvero l’aiuto che le abbiamo dato. “Grazie ragazzi, siete stati fantastici.”

"Beh," le dico, avvicinandomi, "avevi ragione, meritavi un aiuto. E poi, è stato divertente."

Elena ride, scuotendo la testa. "Siete un gruppo strano."

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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Amore sotto i riflettori // Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora