28 - SCOPERTE

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Il luogo dell'appuntamento con Christian è dall'altra parte della città, in un quartiere di lusso, silenzioso e con pochi locali e negozi.

Noi ci incontriamo davanti un palazzo molto signorile e curato, non è ancora sera e quindi le luci del tramonto illuminano fiocamente le strade che sono ancora abbastanza affollate.
Quando arrivo Christian mi sta già aspettando, da lontano incrocio il suo sguardo sicuro che mi fa in qualche modo sentire elettrizzata, curiosa di capire come andrà la serata.

Poi scendo ad esaminare il suo aspetto, notando che ha un abbigliamento casual composto di pantaloni scuri, scarpe sportive e camicia nei toni del verde.
Ha un'aria rilassata, al contrario di me, che mi sento agitata e sono convinta che il mio stato emotivo sia visibile anche esteriormente.

Inizio a guardarmi intorno mentre mi avvicino a lui, impaurita dalla eventualità di poter incontrare qualcuno che conosco e che ancora non sa che io e Bernie non stiamo più insieme.
Sono talmente in agitazione e ossessionata da quest'ultimo pensiero che non mi accorgo che sono davanti a Christian, quindi gli finisco praticamente addosso.

«Julia! Va tutto bene?» Domanda quindi lui, mentre io farfuglio confusamente delle scuse.
Lui sorride teneramente, «grazie per aver accettato il mio invito,» dice poi.
Ci incamminiamo quindi verso l'interno del palazzo, mentre sento che la mia curiosità inizia a farsi crescente: non mi è venuto in mente di chiedere a Christian che intenzioni avesse per la serata, quindi davvero non so cosa aspettarmi.

«Spero che quello che sto per mostrarti non ti annoi,» dice poi Christian.
Nel frattempo siamo entrati in un ascensore che, a dispetto del palazzo elegante, definire striminzito è davvero generoso.
Si tratta di un ascensore moderno e curatissimo, ma le sue dimensioni sono davvero imbarazzanti, e lo è anche il fatto che Christian, evidentemente molto sicuro di sé e padrone del momento, continua a fissare lo sguardo nel mio, scrutandomi con i suoi occhi indagatori.

Da sempre, è risaputo che il viaggio in ascensore di due persone è caratterizzato dal fatto che non ci si guarda né si parla, piuttosto ognuno prende a fissare il soffitto o la propria immagine nello specchio nei pochi secondi necessari per raggiungere il piano desiderato.
Non è così per Christian, che invece mi sovrasta con la sua imponente e perfetta figura e mantiene lo sguardo inchiodato nel mio.

«Devo ammettere di essere davvero curiosa di scoprire dove siamo diretti...» farfuglio a voce un po' bassa... come se interrompessi chissà quale momento importante.
Poi mi schiarisco la voce e prendo un profondo respiro, nel tentativo di ritrovare la calma... certo che sono proprio arrugginita sul fronte dei primi appuntamenti!

Una volta sul pianerottolo, ci ritroviamo davanti un'unica porta, di colore chiaro, che non riporta insegne o targhette.
Christian scova dalla tasca del giubbotto delle chiavi, con le quali la apre e ci ritroviamo in un ingresso che, appena lui accende le luci, è del tutto anonimo e privo di arredamento.
Faccio una rapida panoramica della stanza, ma solo per rendermi conto che mi sento disorientata.

Christian a questo punto mi prende per mano, io subito avverto la sua presa salda e la sua pelle calda e morbida.
«Di là, vieni,» mi invita incamminandosi lungo un corridoio, anch'esso spoglio e privo di arredamento.
«Qui è ancora tutto da fare, come puoi notare,» mi spiega mentre camminiamo, evidentemente deducendo le mille domande che mi sto mentalmente ponendo in questo momento.
«Ho fittato questo posto da poco, c'è ancora tanto da fare per renderlo presentabile. Ma ci tenevo lo stesso a mostrartelo.»

Ci fermiamo davanti una porta che Christian dopo qualche secondo apre.
Adesso siamo dentro un stanza di medie dimensioni, che si rivela essere una camera oscura.
Si nota, come ha appena detto Christian, che va ancora arredata e forse anche ristrutturata: quasi tutte le pareti sono in mattoncini grezzi, mentre su un solo lato ci sono delle mattonelle di forma diamantata, di colore chiaro, che partono dal pavimento e raggiungono la parte più alta della parete. Qui, su un sottilissimo filo trasparente, ci sono diverse foto appese, tutte di dimensioni abbastanza grandi.
Al centro della stanza c'è invece un bancone in metallo, stretto e lungo, sul cui ripiano sono poggiate diverse vaschette bianche. Anche sulle altre pareti ci sono fili per appendere le foto, mentre intorno a noi le luci sono tutte del tipico colore rosso intenso.

Fractured - quello che non vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora