14 - NON HO SCAMPO

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Resto senza parole e prendo a deglutire saliva a più non posso: Christian è un insegnate di recitazione.

Le luci si spengono, quindi adesso lui e i bambini, se guardassero verso la platea, non potrebbero individuare il viso delle persone.
Mi sento tesa per Malcom, pensando che avrà sicuramente bisogno di individuarmi ogni tanto fra la folla, ma mi sento anche segretamente sollevata: Christian potrebbe pensare che sia venuta qui di proposito per incontrarlo e non è così.

Una donna bruna seduta nella fila avanti alla mia si volta a guardarmi, «primo giorno?» Domanda sorridendo.
Annuisco, «quello è il maestro?» Chiedo.
«Beh, sì. Christian è bravissimo e ci  sa davvero fare coi bambini. Non lo trovi fantastico?»

Deglutisco ancora.
Sì, decisamente.
Ora che lo vedo sul palco, impegnato a sorridere e socializzare con dei bimbi tanto piccoli dimostrando di avere un lato tenero e creativo, Christian ha sicuramente guadagnato dei punti.

Faccio una rapida panoramica delle altre mamme sedute nella platea e tutte hanno un'aria sognante e occhi che brillano.
Stanno tutte fissando Christian e sono come ipnotizzate dalle sue parole e dal modo in cui interagisce coi bambini.
Ecco perché non c'è nessun papà che ha accompagnato qui il suo bambino...

«Io sono Melanie, la mamma di quella bimba con i capelli rossi. Tu come ti chiami?» Mi allunga anche una mano, mentre mantiene il contatto visivo e un gran sorriso stampato in viso.
Stringo la sua mano, «io sono Julia,» dico titubante.
Melanie la stringe energicamente, «ok, Julia, benvenuta nel club. E mi raccomando, non innamorarti di Christian. Qui c'è già una fila chilometrica per lui!»
Sgrano gli occhi e arrossisco, «cosa... come?» Domando in totale agitazione.
Melanie scoppia a ridere, «tranquilla, Julia. Scherzavo!»

La lezione dura poco più di un'ora, durante la quale mi sorprende e inorgoglisce notare che Malcom sembra davvero a suo agio.
Ricordo ancora il suo primo giorno di scuola, quando aveva tre anni: lo trascorse tutto stando abbracciato alle gambe della maestra, ansioso di avere un punto di riferimento costante.
Mi ero quindi già immaginata la scena di me al centro del palco, illuminata da un potente fascio di luce, contornata da tanti bambini e con Malcom in braccio, a seguire con lui la lezione supplicandolo di lasciarmi andar via per tornare nella platea.
Invece il mio bimbo ha sorpreso ogni mia aspettativa, e devo ammettere che il merito è anche di Christian: è davvero bravo a metterlo a suo agio, alternando momenti più seri a intervalli in cui gioca e scherza con tutti i piccoli.

Guardarlo è davvero emozionane, oltre che un piacere per gli occhi. Il modo in cui si confronta con i bambini è speciale e denota che deve essere un ragazzo davvero premuroso e sensibile.

Malcom mi sembra così rapito da lui che mi sento sicura a lasciare per un attimo la platea per provare ad informarmi sul corso. Meglio farlo adesso che Christian è impegnato, piuttosto che dopo. Già, non so perché,
ma mi imbarazza l'idea di parlare con lui in questo frangente.
Potrebbe credere che lo sto in qualche modo pedinando e non è così...
Meglio che mi metta alla ricerca dell'altra ragazza, quella che prima è uscita fuori per annunciare l'inizio della lezione.
Lei saprà darmi le informazioni che cerco.

Fermi tutti: e se fosse la sua fidanzata?
Maglio andare a darle un'altra occhiata, per capire che tipa è. Chissà chi è più bella fra lei e Clarissa.
Scuoto il capo dopo quest'ultimo pensiero: ma come mi salta in mente?

Non devo girare molto per trovare la ragazza, la quale mi accoglie mostrandomi un bel sorriso accomodante, che mi fa sentire in colpa per i pensieri fatti poco fa.
Mi invita ad entrare nella stanza in cui c'è la scrivania dietro cui è seduta, io subito resto affascinata dalle foto appese alle pareti: rappresentano tutte Christian.
In alcune sta recitando, in altre posa con gruppi diversi di bambini.
Le osservo una ad una prendendomi del tempo e sorridendo ad ogni scatto, poi il rumore della ragazza che si schiarisce la voce mi riporta alla realtà.

Quasi sussulto, rendendomi conto che mi ero totalmente e immotivatamente assentata.
Spiego quindi che intendo iscrivere Malcom al corso e mi informo sulle varie opzioni.
Sarà meglio sceglierne uno che non è tenuto da Christian?
Però lui è così bravo coi bambini...
Solo che mi vergogno troppo per questa coincidenza.
Comunque non c'è molto che io possa fare, poiché la ragazza mi spiega che i corsi sono tenuti tutti da Christian.
Insomma, non ho via di fuga.
Solo le luci spente in platea durante le lezioni potranno aiutarmi, forse...
Ma che  ci penso a fare? Ho un matrimonio incasinatissimo e forse agli sgoccioli con Bernie ed è su questo che devo concentrarmi adesso!

Peccato che questo proposito va a farsi benedire quando, dopo aver iscritto Malcom al corso, ritorno nel teatro.
Prendo posto sulla stessa poltrona di poco fa e, guardandomi intorno, noto che le varie mamme si scambiano risatine emozionate e fanno commenti veloci su Christian.

«Ci sa proprio fare coi bambini!»
«Ha una grande sensibilità!»
«Sono sicura che anche nel privato è così!»
Sono solo alcuni dei commenti che arrivano alle mie orecchie.
E in fondo hanno tutte ragione.

Mi ritorna in mente il momento in cui Clarissa, fuori dalla pasticceria, mi ha rivelato di avere una relazione con Bernie.
In quel frangente Christian venne letteralmente in mio soccorso, cosa assolutamente non scontata per qualsiasi altro passante. Il fatto che invece lui si sia preoccupato per me, un'emerita sconosciuta, denota che è davvero un ragazzo attento e sensibile.
Sorrido ripensando a quell'episodio, sentendomi immotivatamente più privilegiata delle altre donne presenti in sala.
«Te ne sei già innamorata, perciò sorridi!»
La voce di Melanie mi sorprende.
Oddio, ma è così tanto ficcanaso? Sembra Marc!

«Ma no, è che... ci sa davvero fare coi bimbi, Malcom non è così tanto estroverso, eppure mi sembra proprio a suo agio con Christian...»
Melanie mi guarda con aria stranita.
«Con il maestro, intendo...» mi correggo.
Lei sembra quasi tirare un sospiro di sollievo.
«Te l'ho detto, lui è bravo. Non ho mai visto nessun bimbo piangere in una sua lezione, e ho sempre visto mamme entusiaste.»
Beh, quest'ultima cosa era evidente.

Trascorro il resto del tempo letteralmente ipnotizzata dalla figura di Christian: registro i suoi sguardi teneri sui piccoli allievi, le parole divertenti che usa con loro, i suggerimenti e gli insegnamenti che propone.
Tutto, assolutamente tutto, in lui, trasuda fiducia e sicurezza, tanto che inizio a sentirmi da subito come tutte le altre mamme presenti in sala, che forse avranno costruito la loro opinione su di lui in più tempo.

Alla fine della lezione le luci si riaccendono sulla platea, io allora mi sento di nuovo esposta.
Le mamme prendono tutte ad alzarsi, io invece aspetto, pensando che le loro sagome, sovrastandomi, mi proteggeranno e nasconderanno.
Ma poi intravedo Christian prendere Malcom per mano e chiedergli qualcosa, quindi mio figlio alza un dito e lo punta nella direzione in cui ero seduta prima.
Probabilmente Christian gli ha chiesto dove fosse la sua mamma, per conoscerla.
Non ho scampo.

Mi alzo in piedi e mostro un sorriso imbarazzato, mentre Malcom prende ad urlare indicandomi.
Christian allora mi guarda con aria incuriosita, nascondendo un sorriso.
«Ciao, Julia,» mi dice poi quando lui e Malcom mi hanno raggiunta.
Questa semplice frase serve a far voltare verso di me tutte le altre mamme, che prendono a guardarmi in cagnesco.
Sorrido nervosamente, «sei stato bravissimo, tesoro!» Dico abbracciando Malcom e ignorando completamente Christian.
E non perché mi freghi qualcosa delle altre mamme.
Sono troppo in imbarazzo verso di lui.
Sono totalmente fuori allenamento sul fronte della socializzazione che mi sento intimorita dalla sua presenza. Continua a passarmi davanti agli occhi la sua immagine di poco fa, quando era sul palco e la luce illuminava tutti i suoi muscoli...
Christian resta fermo a fissarmi, in attesa che io dica qualcosa.
Ma non accade, poiché mi limito a fissarlo, diventando paonazza.
Lui si guarda intorno e le altre mamme prendono chi a schiarirsi la voce, chi a parlare col proprio figlio.

«Sembra portato, in effetti. Credo che ci divertiremo molto, insieme. Adesso andate a casa?»
Resto di nuovo in silenzio, fissandolo come in trance.
«Sì. Prima passiamo a prendere Brenda in pasticceria, poi andiamo a casa. E tu?» Domanda invece Malcom.
«Vado a casa anche io. Possiamo fare un tratto insieme,» propone Christian.
Malcom mostra un sorriso emozionato.
«Sì! Sì, maestro Christian, sì! Possiamo, vero, mamma? Solo fino alla pasticceria!»
Christian e Malcom mi guardano e negli occhi di mio figlio ci sono meno aspettative che in quelli di Christian.
Annuisco e Macon mi trascina quindi fuori per un braccio.
Passando davanti alle altre mamme, per uscire, incrocio solo occhi agguerriti e infastiditi.

Fractured - quello che non vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora