Trascorro l'intera notte sveglia, incapace di abbandonarmi al sonno.Non meriti una vita in secondo piano, Julia. Non la meriti affatto.
Le parole di Christian mi hanno spiazzato, è vero, ma mi hanno soprattutto fatto riflettere.
Per tanto, troppo tempo, ho inconsapevolmente accettato una vita vissuta da spettatrice, al servizio delle necessità di un marito prepotente e narcisista.
Andavo avanti soffocata da impegni e responsabilità, senza mai fermarmi a ricordarmi che esistevo anche io.Perché l'ho fatto?
Perché credevo fosse normale.
Perché sono abituata a tenere duro, a non mollare.
Per i miei figli.
Per il loro benessere e la loro felicità.Ma meritavo anche io di essere felice, altrimenti non sarei neanche stata in grado di rendere al massimo.
Mi ero trasformata in una macchina senza sentimenti, che andava avanti per inerzia accontentando tutti, tradendo e trascurando se stessa.
E non me ne ero accorta fino a quando le parole di Christian non hanno messo in luce la verità.Non meriti una vita in secondo piano, Julia. Non la meriti affatto.
Quando la sveglia suona, il mattino successivo, mi sento stanchissima.
Avrò dormito sì e no un paio di ore, impiegando il resto del tempo a riflettere e piangermi addosso.Invio un messaggio a Marc spiegandogli che farò tardi in laboratorio, poi sveglio e preparo i bambini per la scuola.
Quando Amy passa a prenderli li saluto e poi ritorno a letto, sfiancata per la notte in bianco.
Ho intenzione di recuperare un po' di sonno, anche perché ho diversi impegni oggi e proprio non potrei affrontarli senza aver dormito a dovere.
E poi ultimamente devo ammettere che mi piace prendermi del tempo solo per me.Per tanto, troppo tempo, ho desiderato avere più momenti da dedicare a me stessa, devo ammettere che averne proprio ora che invece la mia vita dovrebbe essere più incasinata è un lusso che sono ben felice di concedermi.
Ma il mio sonno viene interrotto un paio di ore dopo dal suono del campanello.
Non aspetto nessuno, ma non sono il tipo di persona che riesce ad ignorare la cosa, quindi recupero la vestaglia e, dopo averla indossata, mi dirigo alla porta di ingresso.
Passando vicino ad uno specchio mi ci guardo velocemente: ho i capelli arruffati e il viso stanco e provato, ho ancora delle macchie di trucco in viso e il mio aspetto generale può definirsi disastroso.Quando apro la porta mi sorprende trovare Bernie dall'altro lato.
Ha l'aria smarrita ed è sudato, indossa un completo elegante ma la camicia è sgualcita e anche macchiata.«Bernie! Cosa ci fai qui?»
«Ciao, Juju. Posso entrare?»
Ha il fiatone e la sua espressione diventa ancora più smarrita dopo questa primissima frase.
Apro di più la porta e indietreggio per lasciarlo passare.
«Va tutto bene?»
Sembra davvero sconvolto, continua a fissarmi con uno sguardo che definirei impaurito e inizia anche ad allentarsi il nodo alla cravatta, che infine scioglie.«Clarissa sta bene?»
Mi sento male a fare queste domande, ma ho paura che sia successo qualcosa al bambino.
Bernie sospira allargando le braccia, ma non risponde.
«Beh?» Insisto.
«Non riesco a parlarne...»
Lo guardo stranita, strofinandomi anche gli occhi.
«Cosa è successo, allora?»
Nessuna risposta. Bernie mantiene il suo sguardo smarrito e preoccupato.
«Cosa ci fai qui?»
Lui pondera le parole, o forse la stessa eventualità di rispondere alla mia domanda.«Clarissa è... è impossibile, Juju.»
Impossibile?
«Spiegati meglio.»
«Pretende troppo... vuole troppo! Lei rende tutto così...»
Si interrompe e sospira ancora, mostrandomi uno sguardo perso.
Una piccola Julia dentro di me esulta trionfante.Lo sapevo.
Sì, lo sapevo.
Bernie non è in grado di gestire tutto questo.
Non lo è mai stato con me, anni fa, quando la nostra avventura come famiglia è iniziata, figuriamoci adesso, che ha meno pazienza e molti più anni.
Ma, nonostante questo, devo ammettere di sentirmi sorpresa per questa confessione.
Bernie non ci ha messo molto a mettere me e i nostri figli da parte per Clarissa... ora invece è pentito di questa scelta?Poi, inaspettatamente, Bernie si avvicina a me.
«Mi manchi, Juju.»
Sgrano gli occhi, ammutolendo.
Lui si avvicina ancora, «mi manchi così tanto!»
Bernie è a pochi centimetri da me e io sono paralizzata dalla paura.
Non so che fare, non so gestire questo momento.«Dimmi che anche io ti manco.»
Cosa dovrei rispondere?
Non è lui a mancarmi, ma la sicurezza che avevo sapendo di aver trovato il mio posto nel mondo, con la mia famiglia.
La consapevolezza che saremmo durati per sempre, nonostante l'eventualità che le cose fra me e lui sarebbero potute cambiare, diventando più monotone.
Monotone, sì, perché non sono un'ingenua, non ho mai pensato che l'amore potesse rimanere sempre lo stesso e non cambiare: il tempo, le difficoltà e anche l'arrivo dei figli, scombussolano e modificano gli equilibri di una coppia, e di certo non mi aspettavo che per noi sarebbe stato diverso.
E poi adesso, che vedo tutto il nostro passato insieme in maniera leggermente più distaccata, mi rendo davvero conto del peso che ha avuto su di me l'idea di dovermi costantemente mettere in secondo piano, per permettere a Bernie di crescere e sentirsi importante e realizzato.«I-io... in verità io...»
«Lo sapevo! Me ne sono accorto l'altra sera che anche per te è così, mentre mi cambiavo la camicia!»Poi Bernie azzera totalmente la distanza fra i nostri corpi e mi bacia.
La foga con cui preme le labbra sulle mie è spiazzante e totalizzante.Io resto immobile, ancora indecisa su cosa fare.
Ma Bernie non lascia spazio a fraintendimenti, palesando le sue intenzioni e soprattutto la sua passione.
Una passione che non mostrava da anni.
La stessa con cui mi ha conquistata, ormai venti anni fa.
Non era così da un po'.
Un bel po'.Il sesso fra noi era diventato monotono, oltre che raro, ultimamente. Era quasi meccanico.
Probabilmente Bernie si dava già troppo da fare con Clarissa per potersi dedicare anche a me con la stessa passione.Ci rimanevo male all'inizio... mi facevo delle domande.
Ma mai avrei immaginato che dietro la sua pigrizia ci fosse un'altra relazione.
Ora, invece, Bernie sembra tornato quello di quando ci siamo conosciuti, focoso e passionale.Non provo neanche a divincolarmi, mentre le sue mani iniziano ad esplorare e cercare l'accesso al mio corpo, sfiorandone angoli nascosti che lui conosce alla perfezione.
Azzero i pensieri e torno indietro nel tempo, a venti anni fa.
Avvinghio le braccia intorno al suo collo e Bernie interpreta questo gesto come un tacito consenso, quindi avanza, conducendomi in camera da letto.
Qui mi spoglia con fretta e bramosia, senza mai staccare le labbra dal mio corpo.
Se inizialmente ero confusa, ora mi riscopro affamata di lui e di noi, prendendo a mia volta a baciarlo e togliergli i vestiti.
Non ho dimenticato nulla di quello che ho realizzato di recente, dopo la scoperta del suo tradimento, ma sento ancora forte, dentro di me, la speranza di poterci ritrovare come famiglia, la possibilità di dimostrare ai nostri figli che io e Bernie, insieme, possiamo ancora vincere.
Ma, più di ogni altra cosa, mi sento al sicuro, lontana dall'eventualità di dover pensare di fare sesso con una persona diversa da mio marito.
Fra le braccia dell'uomo che ho sempre amato e supportato, nell'esatto posto in cui ho promesso di voler restare per sempre nel giorno in cui io e Bernie ci siamo sposati.E credo che anche per lui sia così.
Quando lo guardo, fra un bacio e una carezza, leggo nostalgia nei suoi occhi, come se io fossi il posto più sicuro che conosce.
Bernie non fissa mai lo sguardo nel mio, cosa che sulle prime mi lascia dubbiosa... si concentra invece sul mio corpo, sui punti che conosce alla perfezione e che sa come accendere, regalandomi piacere.Facciamo l'amore come i primi tempi, come quando ci siamo conosciuti e ci sembrava di non averne mai abbastanza l'uno dell'altra.
Sudati e ansimanti, corriamo insieme verso una meta che mi regala di nuovo una sensazione familiare, che credevo ormai sepolta: io e Bernie siamo una sola cosa, siamo destinati a stare insieme per sempre.
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Fractured - quello che non vedi
RomanceQual è l'impatto che una notizia inaspettata ha su un'intera vita costruita sulle certezze e la stabilità? E quanto è faticoso doversi ricostruire dei punti fermi dopo aver realizzato che quelli che avevamo sono persi per sempre? Con queste domande...