36 - PUNTO D'INCONTRO

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Apro l'armadio in cerca di qualcosa di carino da indossare.
Per prima cosa mi svesto completamente, restando nuda, e rivolgo lo sguardo nel cassetto della biancheria, dove, senza motivo, spero di poter trovare qualche completino intimo da poter indossare.

Non ce n'è neanche uno e lo sapevo già... ma poi perché mi sto concentrando su questo?
Non è detto che io e Christian finiremo a fare sesso, molto probabilmente litigheremo ancora... cioè, sarà lui a litigare con me, visto il modo in cui l'ho mandato via l'ultima volta.
Oppure forse non sarà proprio in casa...

Non so neanche dove abita.
E se lo trovassi in compagnia di qualcun'altra?
Magari una ragazza giovane e attraente come Clarissa...
Scuoto il capo, decisa a non pensare a questa eventualità.
Poi il mio sguardo ricade su un vestitino verde appeso nell'armadio.
Non l'ho mai indossato, l'ho comprato per una festa a cui non ho più partecipato poiché uno dei gemelli era influenzato.
Lo prendo e lo indosso, dimenticandomi completamente della biancheria.
Mi guardo poi frettolosamente allo specchio e decido che tutto sommato il mio aspetto è passabile, quindi mi fiondo fuori casa.
Se mi intrattenessi solo un altro paio di minuti dentro, infatti, l'adrenalina di questo momento scemerebbe e non sarei più capace di un simile gesto.

Mi sento in preda ad un'eccitazione mai provata prima, dettata da un sentimento ancora più nuovo, o meglio, dimenticato: la paura di non avere più tempo. Che Christian non mi voglia più.
Questa sensazione mi spiazza: come posso già provare qualcosa di simile per lui? E perché, quindi, l'altra volta l'ho mandato via in malo modo?
Basta pensarci, ora mi tocca scoprire dove abita Christian.

Mi ha detto di vivere in una villetta poco distante dalla mia, e in effetti quando è capitato di incontrarlo davanti la pasticceria proveniva sempre dalla mia stessa direzione.
Che è quindi quella che prendo.
Cammino abbastanza velocemente, ma non è questo l'unico motivo per cui inizio a sudare.
Sono in agitazione, ho bisogno di chiarire questa storia con lui al più presto.

Forse mi ha mandato in tilt il fatto di ritrovarlo a casa mia, nei miei spazi.
Nello stesso ambiente in cui ho vissuto con Bernie per tanti anni.
Deve essere stato questo a destabilizzarmi, poiché in fondo Christian non ha fatto nulla di male.
Anzi, ha rispettato i miei tempi e le cose che avevo messo in chiaro durante il nostro primo incontro.
Sono stata io a chiedergli di restare.

Forte di queste nuove consapevolezze aumento il passo, e in breve sono davanti una villetta poco distante da casa mia.
Qualcuna l'ho volutamente saltata, perché conosco già le persone che vi abitano e sarebbe quindi inutile cercare Christian lì.
Quando busso alla prima porta inizio a sentire il cuore subire un'accelerata.

Una signora anziana viene ad aprire, ma non spalanca completamente lo stipite.
Mi fissa studiandomi da capo a piedi, cosa che mi fa improvvisamente ricordare che non indosso le mutandine.
Chissà se questo vestito è abbastanza coprente...

«Non mi serve niente!» Esclama poi la signora prima di sbattere violentemente la porta per richiuderla, lasciandomi con le parole ancora da formulare, fra le mie labbra.
Resto interdetta e immobile per qualche secondo, poi decido di proseguire il mio giro di ricerca.

Nella villa affianco non sembra esserci nessuno, busso un paio di volte ma non avverto rumori dall'interno e dalle finestre noto che le luci sono tutte spente.
Provo a fare un rapido giro della casa e ho quasi l'impressione che questa sia disabitata: il prato non viene tagliato da un po', sull'ingresso ci sono diversi giornali lasciati alle intemperie... No, direi che Christian non abita neanche qui.

Mi sposto sull'ingresso della villa successiva, speranzosa che sia quella giusta, e busso energicamente alla porta.
Viene ad aprirmi una ragazzina bionda, minuta e dall'aria allegra.
«Ciao! Chi sei?» Domanda.
Sorrido, ma prima ancora che possa parlare arriva una donna a tirare bruscamente la bambina per un braccio, «ti ho detto che non devi aprire la porta senza prima domandare chi sia!» Urla strattonandola via.
Cerco di affacciarmi prima che la porta si chiuda, «mi scusi...»
Ma la donna non mi sente.
Aspetto un po', indecisa se provare o meno a bussare di nuovo.
Poi desisto, convinta che Christian non abiti qui.
Non può avere una moglie e una figlia e non avermene parlato, giusto?

Fractured - quello che non vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora