26 - SO QUELLO CHE FACCIO

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Sono nella platea del teatro, ad assistere ad una nuova lezione di Malcom.
Ma in realtà sto trascorrendo il tempo ad ascoltare Christian. A studiare le sue espressioni, a bearmi di esse, delle sue parole e delle sue movenze eleganti e decise.
Sono totalmente rapita da lui.

E non faccio che ripensare al nostro bacio... a sentire mille brividi percorrermi la schiena al ricordo di quel momento fugace vissuto fuori la porta di casa mia...

Devo parlare con lui dopo la lezione.
Peccato solo che, come al solito, lui non mi abbia degnata di un solo sguardo, da quando la lezione è iniziata.
Sarà arrabbiato con me.
Cioè, forse proprio arrabbiato no, ma non si può proprio dire che durante il nostro ultimo incontro io gli abbia mandato segnali incoraggianti.
Più che altro l'ho confuso, disorientato.
Ma una parte di me crede che ci sia ancora modo di risollevare la situazione.

«Dopo la lezione usciremo tutti insieme,» mi dice Melanie avvicinandosi e mostrandomi un sorriso orgoglioso.
Questa donna mi confonde... la maggior parte delle volte sembra odiarmi. Raramente mi rivolge la parola o mi saluta.
Poi ci sono momenti come questi, in cui sembra quasi volermi sbattere in faccia le cose.
Ad esempio questa rivelazione che mi ha appena fatto.
Io non ne sapevo niente. Io e Malcom non siamo stati coinvolti o invitati nell'uscita di cui mi ha appena confessato.

«Ma che bello,» rispondo mostrandole quindi un sorriso tiratissimo. Ce l'ho messa tutta per sembrare naturale, ma proprio non sono riuscita a fare di meglio.
«Non ne sapevi niente?»
Scuoto il capo, «ha organizzato Christian... strano che non ti abbia invitato... deve essersi dimenticato di te!» Dopo questa affermazione, Melanie tira fuori una risata nervosa e rumorosa, che fa voltare verso di noi altre mamme sedute più avanti.

Non rispondo nulla, mentre d'istinto mi porto una mano sulle labbra e le accarezzo, ricordando per l'ennesima volta il bacio fra me e Christian.
Inizio quindi a sorridere piano e Melanie ora mi mostra un'espressione confusa.
«In realtà io dopo ho un impegno,» dico frettolosamente per liquidare lei e la sua aria orgogliosa.

Melanie però non molla.
«Voi due avete litigato?»
Questa donna è senza vergogna.
Ma per fortuna un'altra mamma arriva in mio soccorso.
Qualcuna seduta nelle prime file, infatti, si volta ad intimarci di fare silenzio, cosa che fa alzare Melanie che, senza neanche salutarmi, si allontana e va a sedersi altrove.

Finita la lezione, raccolgo le mie cose e soprattutto il mio coraggio, avvicinandomi a Christian, al solito impegnato davanti alla scrivania sotto il palco a mettere in ordine dei documenti.

«Ciao, Christian.»
Lui si volta a guardarmi con aria meravigliata.
Però un istante dopo si scioglie in un sorriso dolcissimo.
«Ciao,» dice semplicemente.
«Noi siamo tutte pronte, Christian!» Gracchia Melanie alle mie spalle.
Mi volto quanto basta per vedere gli occhi dolci che sta facendo a Christian in questo momento.
«Aspettatemi fuori il teatro, ci metterò pochi minuti.»
Melanie non risponde, ma sulle prime non si allontana, restando invece a fissarci con aria curiosa.
Mi volto a lanciarle un'occhiataccia di sfida, che lei accoglie quasi spalancando la bocca per la meraviglia.
Mi volto di nuovo verso Christian, ignorandola, ma sento che lei a questo punto si allontana, spero con aria sconfitta.

«Non ti chiederò scusa per quello che è successo durante il nostro ultimo incontro, Julia,» mette subito in chiaro Christian.
Mantiene la testa alta e lo sguardo puntato nel mio.
Questa sua uscita mi spiazza... certo che è proprio uno che non si arrende. Ma mi sento anche elettrizzata... non speravo di certo che mi chiedesse scusa, anzi.

«Non c'è bisogno che tu lo faccia.»
Lui non risponde, quindi io mi avvicino di un passo.
«Mamma!» Sentiamo poi esclamare alle mie spalle.
Mi ero completamente dimenticata di Malcom.
«Andranno tutti cena fuori, mamma, perché noi no?»
Mi volto e sorrido a Malcom, «noi abbiamo un altro impegno, tesoro.»

«Non vi hanno avvisato?» Domanda però Christian.
Scuoto il capo, ma cerco di suggerirgli con lo sguardo che non voglio che Malcom capisca la verità.
«È stata quella Melanie ad organizzare...»
Era prevedibile che non mi avrebbe invitata.

«Ma che impegno abbiamo?» Insiste Malcom.
«Devo parlare un momento con Christian!» Esclamo di getto guardando mio figlio.
Lui corruga la fronte... credo sia oltremodo stranito per il fatto che ho chiamato per nome il suo maestro.
«Tesoro, aspettami un attimo fuori, devo dire una cosa al maestro e ti raggiungo,» provo quindi a riformulare.
«Una cosa che riguarda me?»
Mi volto a fissarlo con espressione un po' esasperata.
È già difficile riuscire a stare in piedi davanti a Christian senza che il mio autocontrollo vacilli, resistere anche a tutte queste domande di Malcom sta rendendo la situazione davvero insopportabile.

«Una cosa che riguarda il corso. Mi aspetti un istante fuori? Senza allontanarti!»
Malcom si allontana, quindi io riporto lo sguardo in quello di Christian.
Lui sta scuotendo il capo mentre trattiene una risata, «non vi hanno avvisati... deve essere proprio palese a tutti...» sento che farfuglia, ma non mi preoccupo di chiedergli cosa intende dire.

«Christian, credo di dover essere io quella che deve scusarsi. Da quando tutta questa storia ha avuto inizio, sono più confusa che mai. Tu sei stato chiaro da subito, invece. Sei stato coerente e fermo sulla tua posizione... sono io che non so di preciso cosa voglio.»

Lo sguardo di Christian sembra diventare deluso.
«Mi sembra di avere le idee più chiare, adesso. Ma ho molta paura. Tantissima. E ho anche paura di farti del male.»
Ora fa un profondo respiro, «ci penso da solo, ai miei sentimenti,» mi fa notare.
Come dargli torto?

Poi si avvicina ancora e io mi ritrovo i suoi bellissimi occhi scuri puntati addosso.
Esprimono forza, coraggio, felicità.
Intuisco che l'uomo che ho davanti non ha paura di niente, che è pronto a lanciarsi in una improbabile quanto indefinita relazione con me, costi quel che costi.

«Dammi la possibilità di farti scoprire chi sono, Julia,» mi dice infatti.
Sento le guance avvampare e ogni mio muscolo irrigidirsi.
E sento forte l'impellenza di protendermi verso di lui, per rubargli il resto di quel bacio frettoloso che ci siamo scambiati fuori casa mia.

Ma ovviamente metto a freno qualsiasi fantasia e istinto.
Annuisco, «se proprio te la senti...»
Lui scoppia a ridere.
«Ma sì, Christian... sono un disastro, un vero e proprio disastro. Non dovresti puntare su tutto questo,» continuo indicandomi da capo a piedi.
Viva la sincerità.
Beh, almeno l'ho messo in guardia.

Christian piega la testa di lato e mi mostra un lievissimo sorriso, tenero e rassicurante.
«Fidati di me, Julia, so quello che faccio,» promette poi mantenendo il suo sguardo sicuro fisso nel mio.

Fractured - quello che non vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora