8 - NON SOMIGLIO AD UNA BARBIE

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I gemelli rientrano a casa domenica sera, visibilmente stanchi, ma anche allegri e di buon umore.
Indossano vestiti puliti e Bernie mi dice di aver fatto loro anche la cena prima di riportarli.

Mi salutano con un grande abbraccio e mi dicono entrambi di aver sentito la mia mancanza, cosa su cui speravo.
Non sono egoista, ma mi riscopro gelosa.
Sì, speravo che i miei figli sentissero la mia mancanza, cosa che magari li avrebbe portati a dedurre che la mia assenza nel weekend era stata causata da una cattiva condotta del padre.
Chissà come ha presentato loro Clarissa...

«Coraggio, a fare il bagno, tutti e due!» Propongo per scacciare via qualsiasi pensiero a cui adesso non voglio dare importanza.
«Ci ha già pensato papà, ci ha fatto fare il bagno nella enorme vasca della sua enorme casa!»

Ho un fremito: non è quasi mai accaduto che Bernie facesse il bagno ai bambini.
Avevamo scelto una vasca molto grande, quando abbiamo comprato e arredato casa, una di quelle che è possibile vedere nelle riviste di arredamento, che ha anche la funzione idromassaggio.
E ne andavamo molto fieri.
Ma la cosa non incentivava di certo mio marito a darmi una mano a far lavare i bimbi.
E comunque l'idea di una vasca enorme era solo nostra... ero quindi scioccamente convinta che Bernie non avrebbe mai comprato una vasca enorme anche per lui e Clarissa.
Avrebbe almeno dovuto evitare per il fatto che la cosa gli avrebbe ricordato noi due.

«Beh... sorpresa! Oggi doppio bagno!» Dico allora dandomi una scrollata di spalle.
I bambini prendono a saltellare allegramente andando verso il bagno, mentre iniziano anche a svestirsi.
Mi piace il momento del bagnetto. I bambini, impegnati a giocare con la schiuma, in genere sono più inclini a parlare, e io muoio dalla voglia di sapere come è andato il loro weekend.

Però non posso che pensare, ancora una volta, che Bernie è stato davvero meschino... Si sta comportando da padre perfetto, facendo cose che, quando abitava qui, non gli passavano neanche per la testa. Non accadeva mai che mi desse una mano in qualcosa, neanche se mi vedeva particolarmente stanca o indaffarata.
Invece adesso sta dando il meglio di sé... probabilmente per impressionare Clarissa.
Già, non credo proprio lo stia facendo per farsi notare da me.

«Papà avrà un nuovo bambino,» mi dice Malcom non appena entro anche io in bagno e apro i rubinetti dell'acqua, controllandone la temperatura con una mano.
Quasi salto sul posto per la sorpresa: Bernie ha davvero avuto bisogno di un solo weekend per confessare tutto ai nostri figli?

«Davvero?» Chiedo fingendomi tranquilla.
Dentro, però, mi sento morire.
Vorrei scappare in un'altra stanza e urlare.
Malcom annuisce con aria fiera, io inizio ad ingoiare saliva a più non posso, rendendomi conto che quasi mi manca l'aria.
«Ma papà come fa ad aver fatto noi due con te e un altro bambino con una mamma che non sei tu?» Domanda a questo punto Brenda.
Ho già detto che vorrei mettermi ad urlare?

Prendo a scuotere il capo e fare spallucce, ma i gemelli restano immobili, nudi davanti a me, a fissarmi, in attesa che io sveli loro l'arcano.
«In effetti non lo so. Credo che dovrete chiederlo a lui.»
E lo penso davvero.
Perché spetta a me l'ingrato compito?
«Lui ha detto che lo sai tu.»
Spalanco la bocca, letteralmente.
Che stronzo.
«Lui cosa?» Urlo.
Poi prendo un profondo respiro e cerco di ritrovare la calma.

«Ho dimenticato di prendere il bagnoschiuma,» dico alzandomi e avvicinandomi alla porta del bagno.
Mi rifugio in cucina e alzo un braccio in aria, stringendo il pugno, pronta a colpire il marmo del tavolo. Stringo anche forte i denti, quasi digrignandoli, mentre mi lascio andare ad un grugnito arrabbiato.
«Ma no, mamma, era in bagno!»
Mi volto di scatto e c'è Brenda alle mie spalle.
Sorrido e il sorriso che le mostro deve essere terrificante, «perché hai quella faccia, mamma?» Domanda infatti lei.
«Io, ehm...»
«E perché hai un braccio in aria?» Domanda Malcom che ci ha appena raggiunto.
«Avevo visto un insetto e volevo ucciderlo,» mento.
«Che insetto?» Domandano i gemelli in coro.
«Avanti, in bagno!» Intimo esasperata.
«Ma abbiamo paura a restare da soli!»

Ci vuole una pazienza infinita per mantenere la calma.
I bambini, ignari del mio stato d'animo, mi fissano entrambi con aria confusa, lasciandomi intendere che devo impegnarmi di più per fingere serenità davanti a loro. Stabilità mentale, più che altro.
Torniamo in bagno e loro entrano in vasca, io verso il bagnoschiuma mentre loro, agitando le manine, iniziano a formare tanta schiuma.

Mi siedo sul bordo della vasca, «raccontatemi del vostro weekend,» li invito.
«È stato diverso dal solito. Perché tu non c'eri, mamma?»
Davvero mi domando come abbia potuto Bernie dire loro che avrà un figlio da Clarissa, se loro non hanno ancora capito che non abiteremo mai più tutti e quattro insieme.
«Mamma e papà abitano in due case diverse, per il momento.»
«Perché?» Domandano insieme.
E ora cosa posso rispondere?
Valuto velocemente qualche opzione, poi mi arrendo.
Bernie è stato meschino e bugiardo, io non farò lo stesso errore. Dirò la verità ai bambini, per quanto sia possibile farlo data la loro giovanissima età. E non lo faccio per aiutare il loro papà vigliacco, piuttosto per raccontarlo a loro in modo da non traumatizzarli.
«Perché a volte gli adulti litigano, e in quel caso è meglio che non stiano più nella stessa casa.»
«Quindi tu e papà avete litigato?»
«Sì.»
«E perché?»
Perché è uno stronzo e ha messo incinta la sua stagista ventenne.
«A volte i grandi lo fanno, tesoro. E a volte i loro litigi sono più seri e non c'è possibilità di fare pace.»
«Quindi tu non vuoi più fare pace con papà?»
Come potrei perdonarlo?
«Ci sto pensando,» mento però ad alta voce. Anche perché Bernie non sembra intenzionato a guadagnarsi il mio perdono...
Loro mi guardano e annuiscono, io mi domando se abbiano capito la verità.

«Ditemi qualcos'altro del vostro weekend.»
«Clarissa è gentile.»
Per forza. Ancora non sa in che guaio si è cacciata...
«Davvero?» Mostro un sorriso posticcio e tirato.
«Sembra una Barbie,» spiega Brenda euforica, mentre io avverto una fitta al cuore.
Piegata in due, davanti ai bimbi che giocano nella schiuma, abbasso lo sguardo posandolo sulla mia pancia flaccida, resa ancora peggiore dalla posizione piegata che ho assunto ora.
Cerco di non pensarci e prendo ad insaponare i bimbi con le loro spugne.

«Nella sua pancia c'è il bambino di papà,» aggiunge poi Malcom.
Annuisco, più per ricordare a me stessa la cosa.
«Se anche noi fossimo stati nella sua pancia adesso sarebbe stata lei la nostra mamma?»
«Cosa? No! La vostra mamma sono io, soltanto io!!»
Senza rendermene conto scatto in piedi e ho un dito puntato contro Brenda, che sembro quasi voler minacciare.
Porto subito il braccio dietro la schiena.
«Io, ehm...» farfuglio, quando Malcom, visibilmente scosso dalla mia ultima uscita, prende a piagnucolare.
«Voglio papà!» Dice, mandandomi su tutte le furie.
«Io voglio uscire dall'acqua!» Si lamenta invece Brenda. Sì, perché i miei figli hanno il super potere di lamentarsi sempre insieme, mai separatamente.

«Prendo gli asciugamano!» Dico prima di eclissarmi fuori dalla stanza.
Una lacrima scede a rigarmi la guancia nel breve tragitto fino alla camera dei bambini dove, una volta recuperati i teli, indugio qualche istante a guardarmi allo specchio.
Ho il viso stanco, la pelle spenta e i capelli in disordine.
Non somiglio ad una Barbie. Non ci somiglio affatto.
La mia mamma è brutta, la fidanzata di papà, invece, somiglia ad una Barbie.
E se dicessero questo, di me, un giorno, i miei figli?

Sbuffo, ma non ho il tempo di odiare come si deve l'immagine che mi rimanda lo specchio, perché i gemelli reclamano la mia presenza in bagno.
Bernie si sentiva trascurato... Io non ho neanche mai avuto il tempo per formulare un pensiero di senso compiuto, poiché i gemelli hanno sempre occupato tutto il mio tempo!

Quando i bambini hanno messo il pigiama e sono a letto, mi siedo sulla poltroncina della loro stanza, a far loro compagnia nell'attesa che si addormentino.
«Mamma?» Mi chiama Malcom a voce bassa.
«Dimmi, tesoro.»
«Ci saranno altri weekend con papà e Clarissa, ma senza di te?»
«Penso di sì, tesoro.»
«Perché?»
Te l'ho detto, perché tuo padre è uno stronzo e ha messo incinta la sua stagista ventenne.
«Per il momento è così, tesoro.»
Silenzio.
«Mamma?» Attacca poi Brenda, sempre parlando a bassa voce.
«Dimmi, tesoro.»
«Ma il bambino di papà sarà nostro fratello?»
«Sì, tesoro.»
«E se sarà femmina?» Chiede Malcom.
«Allora sarà vostra sorella.»
Silenzio, di nuovo.
Ma la mia curiosità è troppa.
«Siete contenti di avere un fratellino o una sorellina?»
«Sì, ma vogliamo stare con te e papà insieme.»
Fitta al cuore: forte, dolorosa e profonda.
Però sorrido...
...uno a zero per me, Bernie.

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