31 - SCOPERTE

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I momenti subito successivi al sesso, con Bernie, erano quelli che col tempo ho iniziato a definire "delle comunicazioni di servizio".
Ci vedevamo così poco nella quotidianità che usava quegli istanti per riferirmi i suoi vari impegni o commissionarmi qualcosa che voleva facessi per lui.

Chiaramente non è stato sempre così. All'inizio della nostra storia le cose erano diverse e lui più attento. C'era più tempo per noi, per parlare, per confrontarci. E quindi c'era più romanticismo, dopo il sesso.

Bernie non è mai stato tipo da coccole, e io non le ho mai neanche adorate in questi frangenti.
Ma realizzare che determinati momenti si erano ridotti ad una serie di fredde frasi di circostanza è stato comunque triste.

«Stai bene?» Mi domanda Christian interrompendo i miei pensieri.
Siamo nel suo letto, sdraiati e abbiamo entrambi ancora il fiato corto, lui con un braccio mi avvolge e con l'altra mano mi accarezza i capelli.

Annuisco piano, sospirando, lui mi deposita un leggero bacio sulla fronte.
In realtà ho un po' paura di questo momento.
Anche se il sesso con Bernie era molto abitudinario, infatti, lui rappresentava in qualche modo la mia casa, tutto quello che io conoscevo come sicuro e rassicurante.
E mai avrei immaginato di condividere qualcosa del genere con un'altra persona.
Ora che è successo, invece, inizio ad avere paura di quelle che potrebbero essere adesso le mie emozioni.

Potrebbero suggerirmi che dovrei sentirmi triste e malinconica, poiché ho appena condiviso con qualcuno diverso da Bernie momenti che pensavo sarebbero stati destinati per sempre solo a noi due.
E la tristezza potrebbe essere tanta che potrei sentire di voler fuggire via da qui...

«Vuoi bere qualcosa? Oppure hai fame?»

In realtà vorrei rifare tutto daccapo, ma con più calma.

Sgrano gli occhi realizzando che il mio istinto mi suggerisce l'esatto opposto di quello a cui stavo pensando.
Chiaramente non lo dico ad alta voce, tengo per me questo pensiero.
È che stavo osservando i nostri corpi sul letto, ancora sudati e ansimanti per quanto appena successo...

Presi da una inarrestabile frenesia, infatti, ci siamo lasciati andare ad un momento di piacere puramene fisico.
Che è stato perfetto, intendiamoci, eppure è mancato qualcosa.
Non ho assaporato come si deve la sensazione della sua pelle contro la mia. Non ne ho sentito la temperatura scontrarsi con la mia, cosa di cui solo adesso scopro di avere un assoluto bisogno.

Non rispondo nulla, ma allungo una mano sul suo petto, sperando che Christian non mi fermi, impaurita dall'eventualità che il desiderio che sto per manifestargli non corrisponda al suo.
Lui stacca la mano dai miei capelli e la muove ad incontrare la mia, incrociandone insieme le dita.
Ci giocherella un po', senza parlare, mentre il mio corpo inizia di nuovo a muoversi in modo eloquente e incontrollato, aderendo al suo.
Inizio a sentirmi agitata: da una parte non riesco a fermarmi, dall'altra immagino invece che Christian abbia bisogno di più tempo per ricominciare, o che non voglia farlo affatto.
Questo potrebbe diventare il momento più imbarazzante della mia vita.

Eppure così non è, perché Cristian, evidentemente intuendo quello che sto provando a comunicargli, sale con la mano ad accarezzare prima il mio braccio, poi la spalla.
In un istante si alza mettendosi seduto sul letto e io faccio lo stesso.
Siamo l'uno di fronte all'altra e la stanza è ancora illuminata dalla poca luce proveniente dal corridoio, ma Christian è nella posizione perfetta da cui posso ammirare il suo bellissimo corpo.
E lui non potrebbe fare lo stesso col mio, visto che sono nascosta nell'ombra, rispetto a lui.
E realizzo adesso di non aver indossato neanche biancheria intima particolarmente elaborata.

Un po' mi pento di non aver seguito il consiglio di Valery e Rachel... chissà se a Christian qualcosa di meno semplice sarebbe piaciuto. Magari sarebbe servito a distrarlo dallo spettacolo penoso rappresentato dalla mia pancia flaccida e cascante.

Come se mi leggesse nella mente, Christian inizia ad accarezzarmi piano la schiena.
Sussulto, mentre allungo una mano a toccargli il petto.
Lo accarezzo piano, fissando Christian negli occhi.
Leggo nei suoi desiderio e mi sento subito meglio, mentre sento una familiare e improvvisa sensazione di calore espandersi in tutto il mio corpo.
Poi Christian si avvicina e mi bacia piano, sfiorando appena le mie labbra, ancora turgide per quanto accaduto poco fa.
Christian scende con le labbra a baciarmi il collo, partendo dall'orecchio e poi scendendo sempre più giù, fino a raggiungere la clavicola.
D'istinto incrocio le braccia sulla pancia, sentendomi improvvisamente troppo esposta.
Che gesto infantile... che imbranata che sono!

Scuoto il capo e abbasso lo sguardo, ma non dico nulla.
Christian avvicina lentamente le mani e le porta sui miei polsi, costringendomi poi a spostare entrambe le braccia dietro la schiena.
«Sei bellissima,» dice poi e io, ancora una volta, ci credo davvero.
Deve essere per via dei suoi occhi, in cui, nonostante la penombra, io vedo comunque una luce brillare.
Un istante dopo, tenendo le mie mani ferme dietro la schiena con una mano, usa le labbra per baciare con passione le mie spalle e i seni.
Libera poi le mie mani e io le incrocio nei suoi capelli e guido i movimenti della sua testa, che porto verso le mie labbra.
Christian prende allora a baciarmi con maggiore foga, facendomi letteralmente impazzire di piacere.

I miei spasmi si moltiplicano, mentre aumenta anche la mia meraviglia: è come se non facessi sesso da anni.
Con Bernie c'era molta monotonia, è vero, ma gli intervalli fra un rapporto e l'altro non sono mai stati eccessivamente lunghi, ecco perché sono sorpresa.
È come se Christian sapesse baciarmi meglio, accarezzarmi meglio, rispondere con più prontezza e passione alla implicite richieste del mio corpo.

Sopraffatta dal piacere, mi sporgo verso Christian, quindi lui  si mette seduto poggiandosi con le spalle sulla testiera del letto.
Avvolgo le gambe intorno al suo bacino e incollo ancora le labbra alle sue, affamata di lui e del suo sapore.
Lui scende poi di nuovo a baciare il mio collo, le spalle, i seni. Poi passa a baciare le cosce mentre mi sfila gli slip, quindi riporta il viso vicinissimo al mio.
Non dice nulla, ma io intuisco quello che mi sta chiedendo.
Non parlo neanche io, ma avvicino il viso al suo alzando il mio e baciandolo ancora, quindi Christian entra lentamente dentro di me, ansimando.

Intuisco che il suo desiderio è grande quanto il mio e accompagno i suoi gemiti con i miei in un istante che mi sembra eterno e fermo nel tempo.
Ma è assurdo, è fuori da ogni logica, proprio come ho già pensato pochi istanti fa.
So così poco di questo sconosciuto, potrei persino non vederlo più...
Eppure tutto questo mi sembra così giusto, così vero.
I nostri corpi si muovono insieme, allo tesso ritmo, e ci ritroviamo sudati e affannati a correre verso l'apice di questo momento perfetto, raggiungendo infine una meta che non è puramente fisica.
È qualcosa di diverso, di più profondo, che mi sconvolge e mi destabilizza.
È qualcosa che non speravo più di meritare o poter vivere, qualcosa che ha a che fare con la libertà, con la maturità e la  consapevolezza.
Non so ancora dare un nome alla sensazione che provo, ma mi sento grata per aver accettato di lanciarmi nel buio con questo sconosciuto, un uomo perfetto che ha risvegliato una cosa con cui non avevo a che fare da anni: la passione più vera, profonda e primordiale che esista.

Fractured - quello che non vediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora