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Esplorazione Gran Ghiacciaio II: Vincolo

L'avventura al Gran Ghiacciaio era ufficialmente incominciata, ma non nel migliore dei modi come tutti si aspettavano. Certo era piuttosto prevedibile che non sarebbe stata una passeggiata ma una valanga così improvvisa era davvero imprevedibile. Il Pokemon Luce Lunare era riuscito a dare una spiegazione abbastanza logica, dovuta al cambiamento di paesaggio avvenuto fuori dal dungeon. Una scoperta pressoché epocale, quasi come se quel luogo fosse dotato di una propria coscienza. Una valanga può avvenire casualmente oppure "manipolata", in questo caso quando si alza troppo la voce oppure quando è la terra a causare anche in merito a scosse di terremoto.

Questa situazione aveva preso alla sprovvista tutti, che erano riusciti a rifugiarsi in una piccola grotta prima di essere travolti dalla valanga. Grazie ai nastrimeteo che indossavano, non riuscivano ad avvertire il freddo e quindi erano riusciti a trascorrere una tranquilla nottata, anche se molti facevano davvero fatica a dormire. Lo stesso Orin si sveglio nel cuore della notte, guardando percettibilmente la luna, chiedendosi cosa si sarebbero potuti aspettare da quel momento in poi. Successivamente guardò tutti i suoi compagni di squadra, era felice di essere lì con loro, sentiva delle strane sensazioni provenire dal suo cuore.

Era da un po' di tempo che non aveva quei pensieri così genuini, infondo nell'ultimo periodo erano successe tantissime cose e non aveva avuto modo di pensare a quanto fosse fortunato ad avere di nuovo una vita, anche se nemmeno lui sapeva il perché di quelle sensazioni. Magari era successo qualcosa nella sua vita da essere umano ma in questo momento non ricordava proprio nulla. Gli era impossibile ricordare ogni cosa. Eppure una cosa la ricordava, quello che è avvenuto alla valle del Pianto, quando gli è sembrato di parlare con la parte malvagia di se. Non ne aveva parlato con nessuno fino a quel momento e non lo considerava adeguato, magari lo potevano prendere per un pazzo, anche se era sicuro che anche gli altri avevano ricevuto il suo stesso trattamento da parte di quel misterioso dungeon.

Lui sospirò leggermente. Inutile dirlo, nel cuore pensava al motivo per il quale era stato portato in quel mondo così bello, magari per una missione? E quale missione poteva essere che includeva quella di salvare il mondo? Quelle parole continuavano a rimbombare nella sua mente senza una vera e propria spiegazione

<<Ti prego...aiutaci! Salva il mondo... Il mondo dei Pokemon!>>

Era inutile scervellarsi in quel momento, doveva aspettare il momento in cui Munna sarebbe stata in grado di contattarlo, era l'unico mondo sia di salvare olei, sia di scoprire tutti i collegamenti che lo legavano alla sua trasformazione in Pokemon, era certo che lei deteneva la risposta da lui tanto sperata. Bisognava solo aspettare e, fino a quel momento, godersi tutte le avventure in quel luogo misterioso e affascinante allo stesso tempo. Nonostante la preoccupazione che doveva avvertire per la Pokemon che lo aveva contattato, che era cacciata da un drago a te teste, lui si sentiva rilassato soprattutto con se stesso, come se tutto quello è ciò che avesse desiderato per tutto quel tempo, non gli importava essere semi bloccato in una grotta in un posto sperduto dopo una valanga anzi era la cosa che in quel momento lo faceva sentire ancora più vivo.

In quel momento però anche un altro Pokemon del gruppo si svegliò. Alla fine nessuno di loro erano abituati a riposare in un posto così particolare.

<<Orin... Sei sveglio?>> Gli chiese il Dunsparce sbadigliando leggermente per non svegliare anche gli altri.

<<Mi sono svegliato e non riesco più a dormire>>

Ammise lo schiumorana e da quel momento passarono svariati secondi di assoluto silenzio.

<<Senti Dunsparce... Perché per molto tempo hai cercato di inseguire la forza? Non potevi semplicemente aiutare i Pokemon in altri modi?>> Domandò pensieroso Orin, che voleva trovare un senso anche alla tranquillità che lo avvolgeva, voleva sentire il parere di un Pokemon che ha avuto tanta difficoltà con se stesso, ma non per sminuire ma per comprendere.