Un abito dovrebbe essere stretto abbastanza per mostrare che sei una donna e sufficientemente morbido da provare che sei una signora.
(Edith Head)
«Chiamiamolo Buzz», insistette Channing. «È un maschio e guarda un po'? Ha il pungiglione», mi avvicinò la belvache stringeva tra le mani per farmi notare quel dettaglio. Come se non lo avessi già capito quando in casa mia aveva alzato goffamente la sua gambetta e aveva innaffiato la borsa che avevo lasciato incustodita per un attimo – al massimo cinque secondi – ai piedi del tavolo. «Buuzzzz», imitò il verso di un'ape agitando il cucciolo in aria come se stesse volando dritto in faccia a me.
Mi scansai. «Perché non un nome più normale? Che ne so...», mi guardai intorno per cercare qualcosa che accendesse la mia fantasia ormai morta e sepolta da mesi. Erano le sei del mattino e il cielo era pieno di nuvole rigonfie e grigie. Trovato! «Tipo Nuvola o Batuffolo».
Contrasse il volto in una smorfia schifata. «Ti sei impegnata molto nella ricerca, complimenti».
«Schizzo?». Al pronunciare quel nome, il cagnolino guaì, contrariato. Però gli si addiceva.
«No, non gli piace, mi sa». Chan fece schioccare la lingua e scosse la testa. Aveva i capelli spettinati, non perché si fosse appena svegliato. Non nel suo letto almeno. Avevo bussato alla porta della casetta di legno per cinque minuti di fila per poi scoprire che lui non solo non c'era, ma stava rientrando proprio in quel momento da chissà dove, dopo una notte infuocata con chissà chi. Sotto la giacca riuscivo a intravedere l'etichetta del maglioncino che per la fretta doveva aver indossato al rovescio. Le sue occhiaie confermavano che non aveva dormito granché quella notte. Nemmeno io, ma non per lo stesso motivo. «Buzz», quel traditore ebbe il coraggio di agitare una zampa come per confermare il suo gradimento. «Vedi?». Chan si mise a ridere. «Gli piace. Buzz». Ripeté ad alta voce, ottenendo lo stesso risultato. «Gli piace, eccome!».
«Basta, mi arrendo», alzai le mani. «Vada per Buzz». Così era contento e mi avrebbe lasciata in pace. Sorrise tutto soddisfatto e si strinse Buzz al petto. «Attento che spruzza». Lo avvertii.
«Eh?». Mi rivolse uno sguardo da tonto.
«È piccolo e se lo spaventi si fa la pipì addosso. Come i bambini».
Lo scostò subito dal giubbotto di pelle nera. «Buono che mi è costato una fortuna». E me lo puntò contro in modo da indirizzare un ipotetico spruzzo verso di me. Mi scansai di lato affiancandolo.
Channing tossicchiò. «Allora, cos'è questa storia che ti hanno già punta?».
Sbuffai. «Oh, la vuoi finire con questi riferimenti alle api, per favore?», gli scoccai un'occhiataccia. «Mi dai sui nervi».
«Scusa», lo disse solo per tenermi contenta. «Ti rifaccio la domanda senza il riferimento: cos'è questa storia che hai già fatto sesso? Non me lo avevi detto».
Alzai le spalle facendo sussultare lo zaino con il quale avevo rimpiazzato la mia borsa a tracolla. «Dovevo scrivermelo in fronte?»
«No, ma visto il tuo stile di vita puritano, non lo avevo capito». Non gli risposi e continuai a guardarlo negli occhi: quella mattina erano di una sfumatura più scura, colpa dei nuvoloni grigi che non lasciavano filtrare la luce solare. «Con il tizio con cui stavi? Il ragazzo della tua amica?». C'era per forza bisogno di specificarlo?
«Purtroppo». Mi limitai a dire.
«Perché purtroppo?», si incuriosì. Nel frattempo si mise a fare i versacci a Buzz.
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Mai innamorarti del tuo confidente (Confident #1)
Teen FictionLa vita di Ash Foley viene sconvolta dalla fuga del padre, titolare di una nota agenzia di assicurazioni con base a Hurricane, nel West Virginia. Accusato di frode ai danni di decine di persone, sparisce chissà dove lasciando Ash e sua madre a racco...