Capitolo 12

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Se la risposta non ti soddisfa, cambia la domanda! 

(Dr. Larry Fleinhardt – Numb3rs)


Stavo lavorando alla stazione di servizio da quasi mezz'ora, ormai. Ero arrivata di volata in bicicletta e, dato che avevo preso in pieno un acquazzone in stile tempesta, avevo perso tempo ad asciugarmi alla meglio e a cambiarmi i vestiti zuppi, indossando quelli da lavoro. Avevo ignorato del tutto anche Channing quando ero passata davanti all'officina, ma lui non se ne era accorto perché era impegnato. A ogni modo si fece sentire lui in chat a metà pomeriggio. Doveva avermi vista da lontano e mi aveva inviato un messaggio per informarsi sulla tesina che avevo finito di battere al computer e stampata a scuola.

Channing: Consegnata?

Ash: Sì, grazie!

Channing: :-) Mi devi un favore.

E ti pareva!

Channing: Più tardi. 

La cosa si faceva interessante.

Ash: Che devo fare?

Channing: Quando ti chiamo invece di rispondere, vieni qui direttamente.

Chissà cosa voleva. Magari aveva intenzione di continuare il discorso della sera prima. Da non sottovalutare anche il fatto che fosse San Valentino, però escludevo che avesse intenzione di passarlo con me perché non stavamo insieme. Ci eravamo baciati, ma questo non significava niente. Giusto?

Ash: Okay. 

Gli risposi con quel breve messaggio perché era appena arrivato un furgone e Cullen aveva iniziato a brontolare con la sua voce roca e acida: «Lo vuoi mettere in tasca quel cazzo di cellulare? Stai lavorando», gracchiò. «Sennò ti trattengo i soldi dalla paga per il tempo che perdi». Per carità, ché erano già pochi.

La conversazione con Channing per il momento era conclusa, quindi potei tranquillamente tornare a lavorare. Era una giornata particolare, nel senso che o arrivavano tutti insieme a fare benzina o gasolio, oppure non arrivava nessuno. Proprio nel momento di maggior affluenza, in cui stavo aiutando Cullen a riempire delle taniche per uno sventurato che era rimasto con il camper a secco, ecco che il cellulare cominciò a squillare.

«Non ci provare, ragazzina», tuonò Cullen. «Quando hai finito qui lo richiami, chiunque sia».

«Potrebbe essere mia madre», supposi. «E si preoccupa sempre quando non le rispondo», provai a dissuaderlo e lui mi rivolse uno sguardo arcigno accompagnato da un ringhio adirato in risposta. Dovetti aspettare una decina di minuti prima di liberarmi, dato che Cullen mi diede l'incarico di aiutare il proprietario del camper a caricare le taniche nella sua auto usata come trainar. Durante questo tempo il mio cellulare squillò altre due o tre volte; Chan doveva proprio avere una certa premura per cercarmi con così tanta insistenza.

Colsi l'occasione del breve momento di pausa per allontanarmi con nonchalance, facendo finta di chiamare mia madre. Una passeggiata lunga un centinaio di metri. A metà percorso avevo notato un'auto sportiva parcheggiata davanti all'officina. Non era la Mustang di Channing, bensì una più piccola e più aggressiva grazie allo spoiler sopra al bagagliaio, il blu elettrico della carrozzeria e le gomme larghe. L'avevo già vista e apparteneva a Pepper, la fiamma occasionale di Channing. Che cavolo ci faceva lì?

Lei era poco più in là, accanto a Chan che indossava ancora la tuta da lavoro. Pepper era indecente con quei jeans, peggio di me quando mi ero messa quelli slim-fit. A parte che lei era piena di curve e il culo le si notava anche senza bisogno di indossare un paio di pantaloni di due taglie in meno. Non aveva i capelli sciolti come l'ultima volta che l'avevo vista, ma li aveva raccolti in uno chignon improvvisato come a voler far capire di essere uscita di casa così com'era; aveva più trucco in faccia che vernice sulla sua auto, per cui il tentativo di apparire come la classica ragazza acqua e sapone era andato a farsi benedire.

Mai innamorarti del tuo confidente (Confident #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora