Capitolo 18 (prima parte)

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Puoi andare verso il futuro, quando il passato è ancora presente?

(Carrie Bradshaw - Sex and the City)


Nei giorni seguenti non ci furono altre occasioni di concederci qualche altra sveltina, un po' perché non avevamo avuto un momento libero – quando io ero in pausa lui aveva da fare e viceversa – e un po' perché mia madre non aveva ricevuto chiamate urgenti. Ci eravamo scambiati tanti messaggi in chat, in compenso. La maggior parte a doppio senso, segno che questa cosa degli amici-fin-troppo-in-confidenza ci stava un tantino sfuggendo di mano. Ogni volta che mi capitava di incontrarlo o vederlo di sfuggita venivo scossa da un brivido dopo l'altro e pervasa dai ricordi di noi due mentre facevamo sesso. Durante quel breve periodo di lontananza avevo riscoperto il Chan "confidente" con il quale potevo parlare di tutto, senza essere giudicata o derisa. Il nostro rapporto di confidenza non era cambiato, aveva soltanto subito un'evoluzione: non era più un semplice rapporto fatto di parole, ma di molto altro, compresa una gestualità che prima non c'era, fatta di abitudine, di intimità, come potevano esserlo le carezze, gli abbracci, il suo tocco gentile su di me e i baci rubati che ci scambiavamo ogni volta che la sera passavo da casa sua a prendere Buzz.

La prima domenica di marzo mia madre mi scrisse che avrebbe tardato per cena. Occasione perfetta per rimanere da sola con Chan, ma ero in quel "periodo" del mese e quindi non andammo oltre a qualche bacio o a qualche palpatina.

La cosa più eccitante era che non sapevamo mai quando ci sarebbe stata un'altra occasione per stare insieme: poteva succedere nella stessa giornata o addirittura non capitare per giorni interi.

Tra intoppi vari erano trascorsi ben dieci giorni senza che io e Chan avessimo l'opportunità di starcene da soli. Per lui dovevano essere stati infiniti, anche se continuava a ribadire che "L'attesa aumenta la voglia". In barba alle sue stesse parole, lo avevo visto partire parecchie sere di fila a bordo della sua auto diretto chissà dove, forse per raggiungere i suoi amici in qualche bar. Magari avrebbe rimorchiato qualche ragazza per togliersi lo sfizio e placare le sue di voglie. La mia invece era sempre lì.

Mi dava un po' fastidio pensare che potesse fare le stesse cose che faceva con me con altre, ma io e lui non stavamo insieme; insieme come possono stare due fidanzati o due innamorati, con gli stessi vincoli e le stesse promesse scambiate, per cui era libero di fare ciò che voleva. Quella situazione gliela avevo proposta io ed era giusto così.

Visto che avevamo diminuito i nostri incontri ne avevo approfittato per dedicare il mio tempo libero ad altro, come ai compiti, a fare i conti e a Buzz che cresceva a vista d'occhio: di questo passo non sarei più riuscita a prenderlo in braccio neanche dopo la dieta ferrea imposta da mia madre per tenerlo in forma. Ogni tanto si divertiva a fare qualche pasticcio mordendo qua e là l'arredamento già usurato e scarno di casa, ma almeno aveva imparato a trattenere la pipì. Ed era diventato timido perché la faceva soltanto nel solito posto, ovvero all'inizio della boscaglia dietro alla casetta di Chan.

E a proposito del mio confidente, giovedì sera lo trovai che scendeva dalla sua auto con un paio di sacchetti di cibo d'asporto.

«Ehilà, straniero», lo sorpresi alle spalle. Trattenni con due mani il guinzaglio perché Buzz appena lo vide scattò in avanti come a volergli saltare addosso per fargli le feste. E Buzz non era l'unico che voleva saltargli addosso, in quel momento.

«Ciao Buzz», non si chinò ad accarezzarlo perché aveva le mani occupate. Gli rivolse comunque un po' della sua attenzione e tornò con lo sguardo su di me. I suoi occhi blu erano scintillanti alla fioca luce dei fari all'esterno che illuminavano l'ingresso dei garage. Indossava un parka leggero di un verde militare, con un paio di jeans e gli scarponi color ocra. Si era pettinato i capelli all'indietro lasciando un ciuffo sbarazzino che gli ricadeva sulla fronte. «Stavo giusto per venire da te a chiederti se volevi cenare insieme a me».

Mai innamorarti del tuo confidente (Confident #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora