La più grande confusione nasce quando si tenta di convincere il tuo cuore e il tuo spirito di una cosa che la tua mente sa già essere una bugia.
(Shannon L. Alder)
«Ah, questo è sicuro, Lesley», Sandy, come era ovvio che fosse, aveva monopolizzato la conversazione per tutto il resto del pomeriggio e della sera; mamma aveva avuto la brillante idea di invitare lei e suo marito a cena per discutere ancora dei particolari in vista del processo che vedeva mio padre come imputato. Non che ci fosse chissà quale strategia da attuare, perché era colpevole, aveva provato a fuggire e aveva anche opposto resistenza all'arresto tentando di scappare, senza però riuscirci. L'unica strategia possibile era quella di limitare il più possibile i danni che lui stesso aveva causato e che a noi – agli avvocati – toccava risolvere. «Il conto corrente cointestato sarà una delle cose più difficili da sbloccare, ma noi terremo duro».
Suo marito Paul stava sgranocchiando una crosta di pizza e gliela puntò contro. «Ci è già capitato», ribatté. «E ci siamo riusciti con tempistiche ragionevoli. Ti ricordi il caso Bauer?»
«Ah, giusto, giusto!», Sandy batté una mano sul tavolino e dalla sua irruenza temetti per un cedimento strutturale. «Ma lì c'era anche il problema della quasi ex moglie», gesticolò furiosamente, «che situazione. Il fatto è che questo tizio era un pezzo grosso in un'azienda...», e a quel punto smisi di ascoltarla perché avevo un gran mal di testa e non riuscivo più a seguire tutti i suoi riferimenti ai suoi millemila casi di successo.
Mi alzai da tavola con la scusa di togliere le scatole vuote del cibo cinese che avevo ordinato per festeggiare l'evento. Da quanto ero riuscita a capire, in tutto quel caos, c'era soltanto da festeggiare. Mio padre era in prigione, ma dovevamo esserne contenti. Così aveva detto Sandy, trasmettendomi un po' del suo buonumore e della sua energia. Buttai tutto in un sacchetto di plastica, poggiai il piatto con i residui della pizza che avevo diviso con mia madre sul lavabo e buttai le croste da un'altra parte. Fu in quel momento che dalla finestrella della cucina notai qualcuno che camminava nel parcheggio accompagnato da un cucciolotto tutto pelo che, da come tirava il guinzaglio, aveva tutta l'aria di avere una certa urgenza. Quel pomeriggio non avevo scritto a Channing e nemmeno lui aveva scritto a me. Sembrava un po' come se avessimo litigato, anche se non era proprio così. Se si era arrabbiato perché avevo fatto pace con Elliott non era un problema mio, anzi. Da buon confidente avrebbe dovuto incoraggiarmi o comunque dirmi di fare ciò che ritenevo più giusto, non tirare fuori ancora il discorso di quando Elliott mi aveva lasciato eccetera eccetera. Voleva soltanto mettermi in guardia dal mio ex e apprezzavo il gesto. Ciò che non tolleravo era il modo e il tono con cui mi aveva detto quelle cose, come se fosse infastidito dal fatto che volessi tornare insieme a Elliott. Non lo credevo possibile, considerato che mi aveva lasciato intendere di non avere speranze. La pacca sulla spalla e quel "È tutta tua" di incoraggiamento mi aveva fatto capire tante cose: la prima su tutte che Chan aveva ragione nel dire che le ragazze si innamorano con troppa facilità. Aveva parlato chiaro sin dall'inizio e sapevo di non avere alcuna possibilità che facesse un'eccezione per me, che si innamorasse di una ragazzina, per cui il problema non era suo ma mio. Dovevo chiarire le cose, altrimenti oltre al ragazzo con cui facevo sesso rischiavo di perdere anche il mio confidente e non ne avevo alcuna voglia.
«Mamma?», distolsi lo sguardo dalla finestra soltanto per assicurarmi che lei mi avesse sentito. «Ti dispiace se vado a fare quattro passi?», lasciai perdere l'immondizia e i piatti da lavare. «Ho bisogno d'aria», specificai. Dalla sua faccia stravolta compresi che anche lei aveva un gran bisogno di starsene un po' per conto suo. Mi fece segno con la testa di andare e mi sorrise prima di tornare ad ascoltare gli sproloqui di Sandy.
Camminai svelta, ma non troppo da suscitare qualche sospetto, e uscii all'aria fresca della sera. Dentro casa stavo quasi sudando con due felpe addosso, sia per colpa dell'agitazione sia perché le temperature rigide dell'inverno erano ormai un lontano ricordo. Una volta chiusa la porta e passata davanti alla finestra di cucina me la svignai il più velocemente possibile, scendendo le scale di corsa. Purtroppo per me dovetti rallentare dopo aver visto Dolly che si stava avvicinando al residence. Scesi gli ultimi tre scalini quasi al rallentatore.
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Mai innamorarti del tuo confidente (Confident #1)
Teen FictionLa vita di Ash Foley viene sconvolta dalla fuga del padre, titolare di una nota agenzia di assicurazioni con base a Hurricane, nel West Virginia. Accusato di frode ai danni di decine di persone, sparisce chissà dove lasciando Ash e sua madre a racco...