Capitolo trentuno- una canzone per te

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« Allora ragazzi, come vi dicevo la Vena Cardiaca magna si trova qui, inizia dalla punta del cuore e percorre tutta la faccia sternocostale risalendo nel solco longitudinale anteriore dove riceve i suoi confluenti dal setto e dai ventricoli...»

Il professore di Anatomia I era un uomo piuttosto strano. Come ve lo immaginereste voi un professore del primo anno di Medicina?

Nella mia testa avevo pensato a qualsiasi cosa, tranne un uomo con dei pantaloncini fucsia e una camicia blu notte. Il suo papillon era ciò che faceva più scalpore, era a pois fucsia e riprendeva la stessa fantasia della sua giacca. I suoi baffetti erano lunghi e rivolti all'insù.

Sembrava un elfo uscito da qualche film di fantasia.

Come potevo non riderci su? La mia attenzione era interamente rivolta al suo modo di fare, di parlare, di muoversi con quella bacchetta lunga e affilata mentre indicava il percorso che faceva la vena del cuore fino ai ventricoli.

Ciò che faceva più ridere di qualsiasi cosa però, era il suo cognome. Il Professor Papillon, ma noi lo chiamavano comunemente Professor papilloma virus. Che gran bella pensata. Infondo, contro ogni cliché anche gli studenti di medicina sapevano divertirsi.

«Quindi ricapitoliamo, in alto abbandona questo solco e si inserisce in quello coronario, ricevendo rami dal ventricolo destro e dall'atrio sinistro.»

Tic tac, era il rumore che faceva l'orologio sopra alla lavagna. Tutti gli studenti avevano lo sguardo rivolto verso Papillon, ma in realtà ciò che guardavano erano le lancette. Eravamo lì da ben due ore, mancavano gli ultimi quindici minuti e finalmente saremmo stati liberi da quella giornata infernale.

«Pss.» mentre provavo a ricopiare gli appunti e ciò che c'era scritto sulla lavagna, un bigliettino accartocciato mi piombò proprio sopra il mio banchetto.

Agrottai la fronte, chi diamine mi aveva lanciato quella pallina? Mi voltai verso sinistra, Debora e Felice dormivano.

Anzi, Debora aveva il viso rivolto sul banco totalmente spiaccicato contro il quaderno, Felice le stava disegnando qualcosa sulla faccia.

Risi e poi mi voltai dall'altro lato.

C'era Luke che con un cenno della mano mi invitò a leggere ciò che aveva scritto.

Voltati, dietro di te c'è Daniel. Come mai segue Anatomia I anche lui?

Feci ciò che mi aveva chiesto e mi girai. Alle mie spalle c'era Daniel Miller intento a prendere appunti.

Aveva una matita incastonata nell'incavo del suo orecchio e un riccio che gli ricadeva sul viso. Tra i denti giocherellava con il tappo della sua penna.

Per un attimo, sollevò lo sguardo dal suo foglio e ci incrociammo. Come quasi ogni volta, mi sembrò di annegarci dentro.

Era la prima volta che ci vedevamo dopo il nostro bacio, alla luce del sole. Il buio di quella notte sembrava avesse modificato i nostri ricordi e fatto sprofondare ciò che era successo in un sogno. Uno di quelli più bui, più intimi e più segreti.

Ma io e lui sapevamo benissimo che quello non era stato un sogno profondo, ma ci eravamo baciati davvero.

Ma ora la domanda che mi attanagliava più di tutte era: perché anche Daniel seguiva il corso di Anatomia del primo anno? Tutti alla Columbia erano a conoscenza delle capacità di Daniel. Non sbagliava mai nulla, non rimandava mai un esame e li passava tutti a pieni voti. Non aveva bisogno di riseguire i corsi, li aveva superati tutti l'anno precedente.

HEARTS - Quel filo che ci unisceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora