Ero in camera, piangevo. Avevo tutto quello che chiunque potrebbe desiderare – vestiti nuovi, una casa enorme, la sicurezza di un futuro per il mio bambino. Eppure, non mi sentivo più libera. Carezzavo la mia pancia, sussurrando al bambino, mentre mi arrivò una chiamata da mio fratello, Arturo.
Dia: "Pronto?"
Arturo: "Ehi, sorellina. Come va nella reggia di Bram?"
Dia: "Vorrei solo tornare a casa."
Arturo: "Non dire sciocchezze! Ora stai bene, sei ricca. Che altro vuoi?"
Dia: "Lo so, ma… non lo amo."
Arturo: "Non importa. È un uomo rispettabile, no? Non come quei ragazzini del quartiere. Smettila di lamentarti."
Dia: "Sì, però… è come se mi fossi persa. Non so nemmeno se sarò più io, qui."
Arturo: "Senti, basta con questi pensieri romantici. Siamo nella vita vera, non in un film Disney. Pensa a tuo figlio."
Senza rispondergli, riattacco. Era inutile: nessuno sembrava capire. Tutti erano abbagliati dai soldi, tutti pensavano solo a quello. Nessuno vedeva me, quello che provavo. So che ho fatto la scelta giusta per il bambino… ma per me? Ero sicura di aver perso qualcosa, come se una parte di me stesse lentamente morendo in quella casa dorata.
Scendo in cucina, sentendo un’ombra dietro di me. Non ci faccio caso, apro un cassetto e vedo solo cibi "nobili", proteici e pregiati. Nessun pacco di Pringles, niente che ricordasse anche vagamente una merenda normale. Che desolazione. Inizio a canticchiare una canzone di Shakira, per farmi coraggio. Ma le domestiche mi guardano male, come se fossi fuori posto anche lì. Smetto.
Dopo qualche giro inutile per la casa, Bram appare all’improvviso.
Bram: "Ecco i miei due amori."
Lo detestavo quando parlava così.
Dia: "Ciao…"
Bram: "Che fai, esplori la casa?"
Dia: "Sì… solo un po’."
Lui mi tocca la pancia, con quella delicatezza che sembra quasi un possesso.
Bram: "Il mio amore più grande… Il mio figlio perfetto. Diventerai bello come tua madre, e avrai un milione di ragazze ai tuoi piedi."
Dia: "Sarà difficile non montargli la testa, con tutto questo…"
Bram: "Io so cosa è meglio per lui. Gli darò tutto quello che desidera."
Le sue parole mi rimbombavano nella testa. Una promessa di un futuro programmato, già deciso. Mi chiesi se sarei mai stata capace di contraddirlo, di fermarlo. Bram sembrava vedermi già come una semplice parte del progetto, come una figura muta accanto al suo "figlio perfetto". Era una vita fatta di decisioni già prese, nomi già scelti.
Bram: "Stavo pensando a qualche nome… Claude, Ludwig, Gerald, Vernon. Cosa ne dici?"
Tutti nomi antichi, lontani da me. Mi facevano sentire fredda, distante. Ma non osai contraddirlo.
Dia: "Sì… bei nomi. Ma vorrei darglielo quando lo vedo, il nome."
Bram: "Capisco, tesoro. Come vuoi tu."
Ma lo sguardo che mi lanciò non diceva lo stesso.
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infertilità
ChickLitBram Vogel è uno degli uomini più ricchi di New York. Ha tutto tranne un bambino, visto che è sterile. Un giorno, uscendo da un ristorante, incontra Dia, una donna ispanica incinta e povera. Dopo quel incontro, decide che avrà il suo bambino e che l...