Pov Dia
Ero in macchina con Bram, diretti alla mia vecchia scuola per salutare i miei compagni. Stavamo lasciando il quartiere elegante in cui vive Bram, un mondo che ormai mi sembrava distante anni luce dalla mia realtà di un tempo.
Dia: "Sono così emozionata. Chissà come sarà rivedere tutti..."
Bram: "Mi fa piacere vederti felice."
Mentre parlava, Bram accese il navigatore. Io, con una mano sul pancione, cercavo di immaginare come sarebbe stato tornare in quel luogo pieno di ricordi.
Bram: "Com’era la tua scuola?"
Dia: "Grande e… caotica, ma c'erano dei professori incredibili. Una volta un mio compagno ha mangiato un gessetto in classe."
Bram (ridendo incredulo): "Non si è sentito male?"
Dia: "Per niente! Lo ricordo ancora come uno dei giorni più divertenti."
Bram: "Adolescenti... pazzi e un po’ stupidi, a volte."
Risi. Bram sembrava meno rigido del solito.
Dia: "E tu? Qual è stata la cosa più folle che hai fatto da adolescente?"
Lui ridacchiò, un’ombra di nostalgia attraversandogli il volto.
Bram: "Una volta ho nascosto tutti gli assorbenti di mia sorella. Piangeva disperata e si era sporcata tutta."
Dia (ridendo): "Che cattivo!"
Proprio mentre condividevamo ricordi, il quartiere della mia vecchia scuola apparve davanti a noi. Per me era familiare, per Bram sembrava un incubo. Il suo sguardo era rigido, quasi disgustato.
Bram: "È questa la zona?"
Dia: "Sì, ci ho vissuto per anni."
Parcheggiò davanti alla scuola. L’edificio, malandato e pieno di graffiti, sembrava quasi respingerlo. Bram fissava con riluttanza la polizia all’ingresso.
Bram: "Vuoi davvero entrare?"
Dia: "Certo. Non c’è nulla di cui avere paura."
Scendemmo. Bram, visibilmente nervoso, mi seguiva da vicino.
Bram: "Non scendere da sola. Non in un posto del genere."
Dia: "Bram, ci ho vissuto qui. Non mi è mai successo nulla."
Alla porta, due poliziotti ci fermarono.
Poliziotto: "Non è un po’ tardi per entrare?"
Bram: "Non frequenta più qui, è solo un saluto ai compagni."Poliziotto 2: "Aspetta, ti conosco. Sei il Bram dei gioielli! Pensavo che tua figlia studiasse in qualche scuola privata."
Bram: "Non è mia figlia. È la mia fidanzata ed è incinta del mio bambino."
Il poliziotto restò di sasso, farfugliando scuse mentre ci lasciava entrare senza nemmeno un controllo. Bram mi prese la mano, posizionandola sul pancione in un gesto protettivo.
Bram: "Dove sta la tua classe?"
Dia: "Qui, al piano terra. Ti ci porto io."
Camminavamo lungo i corridoi, pieni di graffiti e odori familiari. Per me, un ritorno a casa. Per lui, un viaggio in un luogo ostile. Quando bussai alla porta della mia vecchia classe, fui accolta da volti sorridenti e voci piene di entusiasmo.
Dia: "Ciao a tutti!
Nora: "Stavo per addormentarmi, ma vederti mi ha rallegrata!"
Maria: "Che bello che sei qui!"
Malik: "E quanto sei ingrassata!"
La classe rise, ma Bram fulminò Malik con lo sguardo, gelando l’atmosfera. Il mio vecchio insegnante, Jamerson, si avvicinò.
Jamerson: "Che piacere vederti! Qui tutto è andato a rotoli da quando te ne sei andata."
Dia: "Mi dispiace sentirlo."
Jamerson: "Anche a me. Lui è il tuo fidanzato?"
Indicò Bram, che osservava con aria fredda.
Dia: "Sì, lo è."
Jamerson: "Beh, sono contento che qualcuno ti stia vicino."
Malik, con la sua solita irriverenza, intervenne.
Malik: "Sembra piuttosto vecchio!"
La classe rise di nuovo, ma Bram lo zittì con un tono glaciale.
Bram: "Non scherzare sulla mia età, ragazzo. Non hai idea di chi io sia."
Un silenzio imbarazzante calò sulla stanza, rotto solo dalle mie compagne che mi chiesero di toccare il pancione.
Dia: "Certo!"
Le ragazze mi circondarono con entusiasmo, accarezzando la mia pancia e chiacchierando.
Maria: "Com’è averlo dentro?"
Dia: "Strano, ma meraviglioso. Si muove, scalcia… è incredibile."
I loro occhi brillavano di curiosità e affetto, mentre Bram osservava da lontano, visibilmente a disagio.
Amelia: "Ci porterai il bambino quando nascerà, vero?"
Dia: "Certo."
Bram non sembrava convinto, ma non disse nulla.
Bram: "Andiamo."
Dia: "Va bene. Ciao a tutti!"
Uscimmo, lasciandomi alle spalle i sorrisi dei miei compagni. Bram continuava a guardarsi intorno con sospetto.
Bram: "Spero che non mi abbiano rubato la macchina."
Dia: "Non esagerare."
Quando arrivammo, la macchina era ancora lì. Bram la controllò da cima a fondo, sospirando di sollievo.
Bram: "È tutto intero."
Salimmo in macchina.
Bram: "Ti è piaciuto tornare qui?
Dia: "Molto."
Bram: "Almeno quello… Ma come hai fatto a sopravvivere in un posto simile?"
Dia: "Ci si abitua."
Bram: "Se lo dici tu…"
Ci fu un attimo di silenzio, poi Bram aggiunse con dolcezza:
Bram: "Ti amo. Voglio che tu lo sappia."
Sorrisi. Bram non capiva il mio passato, ma speravo che, col tempo, riuscisse ad accettarlo.

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infertilità
Chick-LitBram Vogel è uno degli uomini più ricchi di New York. Ha tutto tranne un bambino, visto che è sterile. Un giorno, uscendo da un ristorante, incontra Dia, una donna ispanica incinta e povera. Dopo quel incontro, decide che avrà il suo bambino e che l...