Dia 11

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Pov Dia

Ero immersa nella vasca da bagno, lasciandomi cullare dall’acqua calda e dai miei pensieri. Mi chiedevo se i bambini, stando nel liquido amniotico nella pancia, sapessero "respirare" nell'acqua, e perché poi noi, una volta nati, perdiamo questa capacità. Era una riflessione stupida, forse, ma continuava a ronzarmi in testa.

All’improvviso, la voce di Bram interruppe i miei pensieri attraverso la porta.

Bram: "Farò venire una ginecologa solo per te. Sarà privata, così potrà spiegarti tutto sul parto. Ok?"

Dia: "Va bene."

Bram: "Perfetto."

Sentii i suoi passi allontanarsi mentre restavo a fissare la superficie increspata dell’acqua, persa di nuovo nei miei pensieri. Dopo un po', mi alzai, mi avvolsi nell'asciugamano e tornai in camera. Bram era lì, seduto, intento a leggere qualcosa.

Dia: "Ciao."

Bram: "Ciao."

Mi tolsi l'asciugamano per vestirmi, e sentii per un attimo il suo sguardo su di me.

Bram: "Guarda la tua pancia... è così grande."

Mi si avvicinò, accarezzandola con una delicatezza che non gli avrei mai attribuito.

Bram: "È bellissima. E la mamma è ancora più bella."

Sorrisi, ma dentro di me mi chiedevo se lo dicesse solo per farmi piacere o se mi trovasse davvero bella. Bram si chinò e iniziò a baciarmi la pancia.

Bram: "Tutta mia. Il mio bambino... mio da proteggere."

C’era qualcosa di strano, quasi inquietante, nella sua intensità. Poi, senza preavviso, si spostò verso il mio petto. Mi toccò e, mentre stringeva, uscì qualche goccia di latte. Mi sentii a disagio, disgustata. Bram, però, si chinò e succhiò delicatamente il capezzolo.

Dia: "Basta."

Si fermò subito, alzando lo sguardo.

Bram: "Scusami, pensavo… non volevo. Mi dispiace davvero."

Dia: "Tranquillo. Non è niente."

Sospirai, cercando di minimizzare.

Bram: "Non volevo fare qualcosa che rovinasse la nostra relazione. Mi perdoni?"

Dia: "Sì, certo."

Bram: "Bene. Ora vado nel mio ufficio. Ci vediamo dopo."

Si alzò e uscì dalla stanza. Rimasi lì, in silenzio. Mi vestii lentamente, ripensando a quello che era appena successo. Mi sentivo disgustata, ma allo stesso tempo sapevo che avrei continuato a stare con lui almeno finché il bambino non fosse cresciuto. Bram aveva potere su di me, e il pensiero di perdermi mio figlio, nel caso decidessi di lasciarlo o tradirlo, mi faceva rabbrividire.

Mi distolse dai miei pensieri il telefono che iniziò a vibrare. Risposi. Era mio padre.

Eduardo: "Ciao, figliola."

Dia: "Ciao, papà."

Eduardo: "Come sta il mio nipotino?"

Dia: "Molto bene."

Eduardo: "Sono felice. Molto felice. Noi vorremmo vederti, sai?"

Sentii la voce di mia madre in sottofondo.

Fatima: "Lasciala stare, sta con il suo fidanzato. Non fare il padre troppo protettivo!"

Eduardo: "Lo so, lo so. Scusa. Ti passo i tuoi fratelli."

Carmen: "Ciao, caccolosa! Com’è lì la casa?"

Dia: "È grande. Tipo che in una stanza potrebbero starci cinquanta persone."

Carmen: "Possiamo venire a vivere lì con te?"

Brisa: "Esatto."

Dia: "No, mi dispiace. Bram ci tiene ai suoi spazi. Siete piccole, dovete rimanere con mamma e papà."

Carmen: "Ma noi vogliamo vivere lì!"

Brisa: "Sei cattiva. Sei una troia."

Arturo: "Siete solo invidiose. Anche se foste nella sua situazione, non vorreste due bambine idiote come voi tra i piedi."

Sentii Carmen sbuffare.

Carmen: "Anche io voglio un marito ricco."

Brisa: "Sì! Non capisco come Dia abbia trovato Bram. Lo voglio anch’io."

Dia: "Ragazze, la ricchezza non fa la felicità."

Brisa: "Però tu stai bene con Bram e sei felice, no?"

Dia: "Sì, ma dovete cercare una persona che vi ami per davvero, non solo per i soldi."

Carmen: "Arturo ci ha detto che per essere felici dobbiamo fare come te."

Sentire Arturo dire certe cose alle mie sorelline mi fece rabbrividire.

Dia: "Arturo dice un sacco di stupidaggini."

Arturo: "Non è vero. Io dico solo quello che è meglio per loro."

Dia: "Come vuoi."

Carmen: "Comunque, quando nasce il bambino vogliamo venire a vederlo."

Brisa: "Sì! Così vediamo anche la casa di Bram. Scommetto che è bellissima!"

Dia: "Quando sarà il momento vi avviserò. E sarete le prime a venire."

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