Pov Dia
Ero in un negozio di lusso con Bram, uno di quei posti enormi dove si trova tutto il meglio… per chi può permetterselo. Bram voleva il massimo per suo figlio, anche se mi faceva un certo effetto sentirlo dire “suo figlio.” Non lo era, ma lui sembrava crederci davvero. Mi chiedevo se dietro ci fosse qualcosa, magari una storia complicata, un passato che non conoscevo, qualcosa che spiegasse quell’attaccamento improvviso.
Mi trovavo nella sezione vestiti per donne incinte, osservando qualche abito, mentre lui era più in là, già immerso nella scelta degli abitini per il bambino. Stavo girando tra i vestiti, tranquilla, finché non mi accorsi di Tracy e delle sue amiche. Tracy… una che non potevo soffrire e che, a scuola, si era sempre divertita a rendermi la vita difficile. Avevamo pure avuto un paio di scontri, uno addirittura finito male. Provai a fare finta di niente, ma lei mi notò e si avvicinò con quell’aria da snob.
Tracy: Ehi, tesoro! Vedo che sei un po’ più “piena” dell’ultima volta che ti ho vista.
Dia: Grazie…
Risposi con sarcasmo, sperando che capisse di levarsi di torno.
Tracy: Ho sentito che ti sei trovata uno “sugar daddy” e che è lui il padre del bambino. Incredibile, di solito i daddy non mettono le ragazzine incinte.
Dia: Puoi andare, Tracy? Non ho voglia di sentire le tue stronzate.
Tracy: Oh, vuoi farmi male? Vuoi far male al bambino? Avanti.
Dia: Fottiti, Tracy.
Tracy: Sai, mi immagino già tuo figlio a vent’anni con un padre sessantenne e una madre che non sa nemmeno cosa fare della sua vita.
Dia: Fottiti di nuovo.
Tracy mi spinse leggermente, ma non mi fece cadere. In quel momento, vidi Bram avvicinarsi, con uno sguardo che non avevo mai visto.
Bram: Che diavolo sta succedendo qui?
Dia: Sto bene.
Bram fissò Tracy con una calma glaciale.
Tracy: Io… io non ho fatto nulla.
Bram: Ti ho visto, e adesso hai due opzioni. O ti scusi subito e fai una figura da ridicola, o chiamo i tuoi genitori e gli racconto cosa stavi facendo.
Tracy: Non hai il numero dei miei.
Bram: Fidati, posso procurarmelo. E posso renderti la vita un inferno.
Tracy sbiancò, sembrava quasi pentita.
Tracy: Va bene, mi dispiace.
Fece un cenno con la testa, poi se ne andò di corsa.
Bram: Stai bene?
Dia: Sì, tutto a posto.
Bram: Resta accanto a me, adesso.
Dia: D’accordo.
Bram mi posò una mano sulla pancia, e in quel momento il suo volto sembrava quasi protettivo.
Bram: Se fossi stato un ragazzo, a quella non avrei risparmiato un pugno.
Si chinò e baciò la mia pancia, e quella sensazione mi lasciò senza parole. Mi prese la mano e insieme continuammo a girare per il negozio, più uniti ma anche più silenziosi.
Bram: La conoscevi?
Dia: Sì, una cretina della mia scuola.
Bram: Ti bullizzava?
Dia: Sì.
Bram: Dimmi il suo nome.
Dia: Non serve, Bram. Non è niente. È solo una povera idiota che tra qualche anno sarà infelice di suo.
Bram: Lo sarà… se mi dici il suo nome.
Dia: No, Bram. Lasciala stare.
Bram: Lo scoprirò, allora.
Dia: Bram, fai sul serio? Non è così importante.
Bram: Per me sì. Chi tocca te e il bambino, deve pagare.
Dia: Davvero, non farne un dramma.
Bram: D’accordo. Ma la prossima volta decido io.
Non potei fare a meno di provare una punta di inquietudine. Bram era potente, e sapevo che non scherzava. Bram rimase di cattivo umore per tutto il resto della giornata, infastidito dal fatto di non poter fare nulla per punirla. E per la prima volta, mi chiesi cosa significasse davvero essere al suo fianco.Arrivati a casa, Bram si lasciò cadere sul divano e sospirò profondamente, come se stesse lasciando andare tutta la tensione della giornata. Mi guardò, poi mi fece cenno di avvicinarmi.
Bram: Vieni, Dia.
Mi avvicinai, un po' incerta. Bram mi prese le mani e le strinse con una dolcezza che non gli avevo visto spesso.
Bram: Tu e il nostro bambino siete la cosa più importante per me. Niente al mondo conta di più.
Si avvicinò lentamente, e prima che potessi realizzare, le sue labbra sfiorarono le mie. Mi diede un bacio ,era disgustoso
Quando si staccò, mi guardò con uno sguardo serio, quasi tagliente, e il suo tono si fece scuro.Bram: Se qualcuno farà del male a te o al bambino… giuro che troverò il modo di farlo sparire. Ricordalo.
Per un istante, quel tono mi scosse. Non avevo dubbi che lo dicesse sul serio, che quel suo bisogno di proteggere fosse intenso, ma c'era qualcosa di inaspettatamente feroce nelle sue parole. Un lato che non conoscevo. E che, forse, non avevo mai voluto conoscere davvero.

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infertilità
Chick-LitBram Vogel è uno degli uomini più ricchi di New York. Ha tutto tranne un bambino, visto che è sterile. Un giorno, uscendo da un ristorante, incontra Dia, una donna ispanica incinta e povera. Dopo quel incontro, decide che avrà il suo bambino e che l...