Dia povEro lì, seduta accanto a Cleo, mentre Niklas e Bram erano in cucina, probabilmente intenti a parlare di me, a giudicare o a ridere della mia inadeguatezza. Cleo continuava a parlare, stringendomi le mani con quell’aria da futura nonna conservatrice, osservandomi come fossi solo una custodia temporanea per il loro "perfetto" nipote.
Cleo: "Se vuoi, posso spiegarti cosa succederà al tuo corpo dopo la maternità. Avrai molte smagliature, e… be', diciamo che la tua vagina non sarà più la stessa. Enorme e dolorante per un po’, ma non preoccuparti, il dolore passerà. Certo, il parto è una tortura. Potresti fare l’epidurale, ma ti avverto: quella puntura è terribile, te la fanno proprio nella spina dorsale. Ma aiuta, anche se solo in parte. Speriamo magari in un cesareo… Comunque, è bellissimo essere madre, fidati, e poi sei ricca ora, sarà tutto più facile."
Parole che mi mettevano addosso un’ansia sottile e gelida. Non mi piace parlare del futuro; il presente mi sembra già soffocante a sufficienza.
Cleo: "Tu hai fratelli o sorelle?"
Dia: "Sì, due sorelle e due fratelli."
Cleo: "Capisco. Bram invece ha solo un fratello e una sorella. Jozeph, suo fratello, è un avvocato prestigioso e nel tempo libero dipinge scene ispirate al ciclo bretone. Sua sorella Odelia, invece, è una dottoressa e gestisce un blog di moda."
Ogni parola che diceva mi faceva sentire più piccola, come se il confronto fosse inevitabile e voluto. Mi domandavo quanto tempo sarebbe passato prima che mi trattassero apertamente come un'estranea, una pezzente, qualcuno che non dovrebbe mai appartenere alla loro “perfetta” famiglia.
Cleo: "Sai, manderemo tuo figlio in una scuola prestigiosa. Lui starà benissimo, avrà un futuro brillante."
Dia: "I miei genitori vorrebbero vederlo, sa, quando nascerà."
Cleo: "Ma certo! E sarà bellissimo conoscere anche loro."
Il suo sorriso era un'ombra di cortesia. Poi si voltò, appoggiandomi la mano sulla pancia, quasi con più familiarità di quanto io stessa sentissi.
Cleo: "Che carina, così rotonda. Ma dimmi, come vi siete conosciuti tu e Bram? Eri già maggiorenne, vero? Lui era forse un tuo mentore? Un amore nato in circostanze particolari?"
Dia: "Ci siamo incontrati in un periodo difficile per me… lui ha iniziato a frequentare il pub dei miei genitori, così abbiamo fatto amicizia e ci siamo avvicinati."
Cleo: "Che romantico."
Tutto di lei sembrava falso, meccanico, persino questo tentativo di sembrare gentile.
Cleo: "Io e Niklas, sai, abbiamo una storia d'amore altrettanto romantica. Ci conosciamo da sempre, ma ero fidanzata con un tipo stravagante, un hippy, prima che Niklas mi “salvasse”. Mi sono innamorata di lui subito… è stato tutto così speciale."
Dia: "Bella storia."
Cleo: "E quando è nato Bram… era il nostro tesoro. Niklas mi regalò un set di rose blu, le mie preferite. Lo abbiamo chiamato Bram, in onore di Bram Stoker, sai, l'autore di Dracula. Niklas adora quel libro."
Proprio in quel momento, Niklas e Bram tornarono dalla cucina.
Niklas: "Di cosa stavate parlando, voi due?"
Cleo: "Oh, stavamo ricordando la nascita di Bram."
Bram: "Mamma, mi metti in imbarazzo."
Cleo: "Ma no, caro, è importante conoscere le radici della famiglia!"
Niklas: "Comunque, Dia, dove lavorano i tuoi genitori?"
Dia: "Mio padre lavora in un pub, mentre mia madre è casalinga."
Niklas: "Interessante…"
L’aria di sufficienza e lo sguardo snob che mi rivolse mi facevano sentire come un’estranea sotto giudizio, mai abbastanza. Bram, forse intuendo il mio disagio, mi prese la mano in modo affettuoso, o almeno così sembrava, anche se sapevo che per lui era solo parte di una recita.
Niklas: "E come vi siete conosciuti, voi due?"
Bram: "Ci siamo incontrati in un momento difficile per lei, quando era smarrita, e l’ho aiutata a rimettersi in piedi."
Niklas: "Ah, vedo quanto l’hai “aiutata”!"
Rise con una freddezza che mi fece gelare il sangue.
Cleo: "Oh, Nik, basta!"
Niklas: "Va bene, va bene."
Ogni parola, ogni sguardo era una conferma di quanto io non appartenessi a questo mondo e di quanto mi stessi lentamente allontanando da tutto ciò che conoscevo, accettando che il loro modo di trattarmi sarebbe stato sempre così: con quel disprezzo celato appena dietro le parole.
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infertilità
ChickLitBram Vogel è uno degli uomini più ricchi di New York. Ha tutto tranne un bambino, visto che è sterile. Un giorno, uscendo da un ristorante, incontra Dia, una donna ispanica incinta e povera. Dopo quel incontro, decide che avrà il suo bambino e che l...