Bram 9

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POV Bram

Finalmente era lì, tra le mie mani. Mio figlio, il mio sogno, il mio unico scopo. Piangeva mentre i medici tagliavano il cordone ombelicale e poi lo porgevano a Dia. La sua piccola figura sembrava fragile e perfetta al tempo stesso, un pezzo di me e di lei che respirava per la prima volta il nostro mondo.

Dia: "È bellissimo..."
La sua voce era colma di emozione. Quel momento era nostro.

Dia: "Lo chiamerò..."

La interruppi con dolcezza.
Bram: "Voglio chiamarlo Vernon, se ti piace."

Lei esitò.
Dia: "Avevo pensato a Ernesto, ma... Vernon va bene."

Ernesto. Che nome orribile, carico di storie che non volevo per mio figlio.

Bram: "Posso tenerlo?"
Dia: "Certo."

Lo prese con cura e me lo passò. Mi tremavano leggermente le mani mentre lo stringevo contro il petto.
Bram: "Il mio bambino... sei perfetto, lo sai? Bello... bello."

Intanto Dia prese il cellulare per chiamare la sua famiglia.
Dia: "Mamma? . È nato, si chiama Vernon. Siamo nella stanza 12. Venite."

Chiuse la chiamata e si voltò verso di me.
Dia: "Anche la tua famiglia arriverà?"
Annuii.
Bram: "Li ho già avvisati. Saranno qui a breve."

Poco dopo, la stanza si riempì di volti familiari. Mia madre, Cleo, con lo sguardo orgoglioso. Niklas, mio padre, freddo come sempre. Odelia con il suo odioso marito Marshall e quei due figli che sembravano una barzelletta genetica. Poi c'era Jozeph con sua moglie Yara, senza i figli.

Cleo: "Che meraviglia, Bram. È davvero splendido."
Niklas: "Almeno è bianco. Questo è un bene."

Dia lanciò un'occhiata, e il mio sguardo le fece capire di lasciar correre. Non era il momento per discussioni.

Odelia: "Si chiama Vernon? Come quello di Harry Potter? Speriamo che non diventi un ciccione burbero!"
Rise della sua stessa battuta, mentre io la guardavo con calma glaciale. Dentro di me, un vortice di rabbia. Quella donna era tossica, il suo sarcasmo velenoso.quanto volevo che venisse una gang in casa sua e violentasse tutta la famiglia di quella troia

Bram: "Molto divertente, Odelia."

Poi Marshall, con la sua insopportabile aria di superiorità.
Marshall: "Beh, almeno questo dimostra che funzioni ancora."

Poi jozeph parlo
Jozeph : ho preso un regalo per il bimbo
Lo mise sul tavolino era sicuramente un altro noiosissimo libro sul ciclo bretone .giuro che lo avrei buttato nel fuoco

Bram : grazie ,jozeph

Volevo ribattere, ma mi trattenni. In quel momento il mio unico pensiero era Vernon. Lo cullavo mentre iniziava a piangere.

Dia: "Posso prenderlo io?"
Bram: "Certo."

Lo porsi a Dia, che iniziò ad allattarlo. Poi arrivò la famiglia di Dia: Eduardo e Fatima entrarono emozionati.

Eduardo: "Dios mío, la mia bambina ha partorito!"
Fatima: "È così bello! Grazie, Bram."

Mio padre li squadrò con disprezzo, e io sapevo che non avrebbe resistito a lungo.
Niklas: "Sarebbe meglio bussare prima di entrare."
Eduardo: "Ci scusi, non volevamo disturbare."

Intanto Hugo, il fratello minore di Dia, guardava curioso ma non riusciva a vedere Vernon. Lo presi in braccio.
Bram: "Ti piace il tuo nipotino?"

Hugo annuì con un piccolo sorriso. Era un bambino adorabile, così diverso dai figli di Odelia. Poi Athena, una delle sue figlie, sbottò.
Athena: "Perché il negro viene alzato e io no?"

La rabbia montava dentro di me, ma restai freddo. Eduardo intervenne.
Eduardo: "Siamo ispanici, non neri."
Niklas: "Non c'è differenza. Sono tutti sporchi."

Le voci si alzarono, e io sentii Vernon agitarsi tra le braccia di Dia. Non potevo tollerarlo.

Bram: "Basta!"
La stanza si zittì di colpo.
Bram: "Questo è il giorno di mio figlio. Se volete litigare, fatelo fuori."

Mio padre cercò di ribattere.
Niklas: "È mio nipote. Non puoi cacciarmi."
Bram: "Io sono molto più ricco di te. Ricordalo."

Alla fine lui e mia madre se ne andarono. Anche Odelia, con una risata acida, decise di andarsene con la sua sgradevole famiglia. Solo Jozeph e Yara rimasero, silenziosi.

Eduardo: "Grazie, Bram."
Sorrisi a Dia, che ricambiò con dolcezza. Era felice, e questo mi bastava.

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Più tardi, uscii dalla stanza con Arturo.
Bram: "Voglio pagarti l’università. Sei un ragazzo intelligente, e il mondo è fatto per chi sa sfruttare le sue qualità."

Arturo mi guardò sorpreso.
Arturo: "Grazie, Bram."

Gli diedi un consiglio che avrei voluto ricevere io da giovane.
Bram: "Ricorda, Arturo: con le parole giuste, anche il più convinto comunista può diventare un conservatore."

Sorrise, e io tornai dentro. Guardando Vernon, ogni pensiero negativo svanì. Lui era la mia unica ragione di vita.

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